Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quando cambiano le regole, il cervello vacilla

Ponte di scambio Cina (guida a destraa) - HongKong (sinistra)Ponte-Hong-Kong-Cina-03Per il cervello umano, apprendere una nuova attività quando cambiano le regole può essere un processo sorprendentemente difficile segnato da errori ripetuti, secondo un nuovo studio condotto da ricercatori di psicologia della Michigan State University.

Immaginate di fare un viaggio in Irlanda e all'improvviso dover guidare sul lato sinistro della strada o dover andare dalla Cina dove si guida a destra a HongKong dove si guida ancora a sinistra, (passando per il ponte di scambio nella foto).


Il cervello, addestrato per la guida a destra, si sovraccarica cercando di sopprimere le vecchie regole e di concentrarsi contemporaneamente su quelle nuove, ha detto Hans Schroder, ricercatore principale dello studio. "C'è così tanto conflitto nel cervello", ha detto Schroder, "che quando si commette un errore, come dimenticare di accendere il lampeggiante, non ce ne rendiamo nemmeno conto e si fa lo stesso errore di nuovo. Quello che hai imparato inizialmente è difficile da superare quando cambiano le regole".


Lo studio sulla rivista di ricerca Cognitive, Affective & Behavioral Neuroscience, è uno dei primi a mostrare come il cervello risponde agli errori che si verificano dopo il cambiamento delle regole. I partecipanti allo studio hanno ricevuto un compito con il computer che prevedeva il riconoscimento della lettera centrale nelle stringhe come "NNMNN" o "MMNMM". Se "M" era nel mezzo, dovevano premere il tasto sinistro, se "N" era nel mezzo, dovevano premere il tasto destro. Dopo 50 prove, le regole sono state invertite in modo che i partecipanti dovevano premere il tasto destro se "M" era al centro e quello sinistro se "N" era nel mezzo.


I partecipanti hanno commesso più errori ripetuti quando le regole sono state invertite, nel senso che non stavano imparando dai propri errori. Inoltre, un casco che misurava l'attività cerebrale, mostrava che erano meno consapevoli dei loro errori. Quando i partecipanti rispondevano correttamente dopo il cambio di regole, la loro attività cerebrale dimostrava che dovevano lavorare di più rispetto a quando era in vigore la prima serie di regole. "Ci aspettavamo che avrebbero avuto risultati sempre migliori nel corso del tempo", ha detto Schroder, studente laureato al Dipartimento di Psicologia della MSU. "Ma dopo che le regole sono cambiate erano più lenti e meno precisi durante il compito e non sembravano essere in grado di capirne il funzionamento".


Fare continuamente questi errori nell'ambiente lavorativo può portare a frustrazione, stanchezza e anche ad ansia e depressione, ha detto Jason Moser, assistente professore di psicologia e direttore del Laboratorio di Psicofisiologia Clinica alla MSU. "Questi risultati e le nostre ricerche precedenti, suggeriscono che quando si hanno più cose tra cui destreggiarsi nella mente (in sostanza, quando si è impegnati nel multitasking) è più probabile fare confusione", ha detto Moser. "Ci vuole impegno e pratica per essere più consapevoli degli errori evitati e rimanere concentrati".


Oltre a Schroder e Moser, i co-ricercatori includono Erik Altmann, professore associato di psicologia e lo studenti master Tim Moran.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della Michigan State University.

Riferimento:
Hans S. Schroder, Tim P. Moran, Jason S. Moser, Erik M. Altmann. When the rules are reversed: Action-monitoring consequences of reversing stimulus–response mappings. Cognitive, Affective, & Behavioral Neuroscience, 2012; DOI: 10.3758/s13415-012-0105-y.

Pubblicato in ScienceDaily il 30 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)