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Ricerche

I ricordi sono strumenti per l'apprendimento e il processo decisionale

Alison PrestonQuando gli esseri umani imparano, il loro cervello mette le nuove informazioni in relazione con le esperienze passate per ricavare nuove conoscenze, secondo una ricerca in psicologia all'Università del Texas di Austin.

Lo studio, condotto da Alison Preston (foto), assistente professore di psicologia e neurobiologia, mostra che questo processo associativo consente alle persone di comprendere meglio nuovi concetti e prendere decisioni future.


I risultati potrebbero portare a migliori metodi di insegnamento, così come al trattamento di malattie neurologiche, degenerative come la demenza, dice la Preston. "I ricordi non servono solo a riflettere sul passato, ci aiutano a prendere le migliori decisioni per il futuro", dice la Preston, affiliato di ricerca al Centro per l'Apprendimento e Memoria, che fa parte del Collegio di Scienze Naturali dell'Università. "Qui, si fornisce un collegamento diretto tra questi ricordi derivati e la capacità di fare nuovi ragionamenti".


Il documento è stato pubblicato online nell'edizione di luglio della rivista Neuron. Gli autori includono i ricercatori Dagmar Zeithamova e April Dominick della stessa università. Nello studio, 34 soggetti hanno visionato una serie di immagini abbinate composte da diversi elementi (per esempio, un oggetto e una scena all'aperto). Ciascuna delle immagini accoppiate riappariva poi in altre presentazioni. Uno zaino accoppiato con un cavallo nella prima presentazione, si vedeva assieme a un campo in una successiva. La sovrapposizione tra lo zaino e il paesaggio esterno (cavallo e campo) induce lo spettatore ad associare lo zaino con il cavallo e il campo. I ricercatori hanno usato questa strategia per vedere come gli intervistati avrebbero usato un ricordo precedente durante l'elaborazione di nuove informazioni.


Usando la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), i ricercatori sono stati in grado di guardare l'attività cerebrale dei soggetti mentre guardavano le immagini. Con questa tecnica, la Preston e il suo team hanno potuto vedere come gli intervistati pensavano alle immagini passate, mentre guardavano le immagini sovrapposte. Per esempio, hanno studiato come i rispondenti pensavano un'immagine passata (un cavallo) quando guardavano lo zaino e il campo. I ricercatori hanno scoperto che i soggetti che riattivavano i ricordi collegati, guardando coppie di immagini sovrapposte, erano in grado di fare associazioni tra i singoli elementi (cioè il cavallo e il campo), nonostante il fatto che non avessero mai studiato quelle immagini insieme.


Per spiegare il modo in cui funziona questo processo cognitivo, la Preston descrive uno scenario quotidiano. Immaginate di vedere un nuovo vicino che fa passeggiare un alano sulla strada. In un altro tempo e luogo, si può vedere una donna che cammina con lo stesso cane nel parco. Quando ci si imbatte nella donna a piedi con il suo cane, il cervello evoca immagini della memoria recente del vicino e del suo alano, inducendo la formazione nela memoria di un'associazione tra i due accompagnatori del cane. Il rapporto derivante tra i due accompagnatori del cane, quindi ti permette di dedurre che anche la donna è un nuovo vicino di casa, anche se non l'avete mai vista nel quartiere.

"Questo è solo un semplice esempio di come il nostro cervello immagazzina le informazioni che vanno oltre gli eventi esatti che sperimentiamo", dice la Preston. "Combinando eventi del passato con nuove informazioni, siamo in grado di ricavare nuove conoscenze e anticipare meglio cosa aspettarsi in futuro".


Durante le attività di apprendimento, i ricercatori sono stati in grado di individuare le regioni cerebrali che lavorano di concerto durante il processo di associazione dei ricordi. They found the hippocampal-ventromedial prefrontal cortex (VMPFC) circuit is essential for binding reactivated memories with current experience. Hanno scoperto che il circuito della corteccia prefrontale ippocampale-ventromediale (vmPFC) è essenziale per associare i ricordi riattivati all'esperienza attuale.

 

 

 

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Fonte: Materiale della University of Texas at Austin, via Newswise.

Riferimento:
Dagmar Zeithamova, April L. Dominick, Alison R. Preston. Hippocampal and Ventral Medial Prefrontal Activation during Retrieval-Mediated Learning Supports Novel Inference. Neuron, 12 July 2012 DOI: 10.1016/j.neuron.2012.05.010.

Pubblicato in ScienceDaily il 11 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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