Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il luogo in cui vivi può influire sulla salute del tuo cervello

Streets of PalermoFoto: Mstyslav Černov via wikimedia 25914343

Secondo un nuovo studio realizzato alla Wake Forest University di Winston-Salem (North Carolina/USA), le condizioni del luogo dove vivi possono influenzare la salute del tuo cervello e il rischio di demenza. Lo studio, pubblicato su Alzheimer's & Dementia: Behavior & Socioeconomics of Aging, ha scoperto che i residenti di quartieri con livelli più elevati di vulnerabilità sociale, ingiustizia ambientale e svantaggio socioeconomico hanno differenze misurabili nella struttura e nel funzionamento del cervello.


"Questo studio è coerente con altre ricerche che dimostrano che lo stato dell'ambiente sociale in cui vivono le persone può modellare la salute del loro cervello in modi profondi", ha affermato l'autore senior Timothy Hughes PhD, professore associato di gerontologia e medicina geriatrica della Wake Forest University.


I ricercatori hanno analizzato i dati di 679 adulti arruolati nell’Healthy Brain Study del Centro Ricerca Alzheimer della Wake Forest. Ogni partecipante è stato sottoposto a scansioni cerebrali ed esami del sangue per rilevare i primi segni del morbo di Alzheimer (MA) e delle demenze correlate. I risultati sono stati poi confrontati con tre strumenti a livello nazionale che valutano le condizioni dei quartieri, a livello di codice postale: indice di deprivazione dell’area, indice di vulnerabilità sociale e indice di giustizia ambientale.


Punteggi più alti su questi indici, che riflettono un maggiore carico per singolo quartiere dei determinanti sociali della salute, sono stati collegati a cambiamenti nei biomarcatori legati alla demenza, soprattutto tra i partecipanti neri i cui quartieri hanno il maggior carico di determinanti sociali.


Questi biomarcatori correlati alla demenza includevano uno strato esterno più sottile del cervello, cambiamenti della sostanza bianca che rappresentano malattie vascolari, flusso sanguigno ridotto e circolazione più irregolare, tutti fattori che possono contribuire al declino della cognizione e della memoria nel tempo.


"Questo studio è uno dei primi a collegare vari fattori sociali basati sul luogo con marcatori biologici avanzati di demenza", ha affermato il dottorando Sudarshan Krishnamurthy, primo autore. “Dimostra che le condizioni e l’ambiente in cui vivono le persone – come l’accesso ad aria pulita, alloggi sicuri, cibo nutriente e opportunità economiche – possono lasciare un’impronta duratura sulla salute del cervello”.


Lo studio contribuisce al numero crescente di prove che i fattori sociali e ambientali non sono solo influenze di fondo, ma sono centrali per comprendere e affrontare il MA e le demenze correlate. Krishnamurthy ha sottolineato la rilevanza politica dei risultati:

“Se vogliamo davvero migliorare la salute del cervello in tutte le comunità, dobbiamo guardare oltre le scelte individuali e concentrarci su sistemi e strutture più ampi che modellano la salute a livello di quartiere”.

 

 

 


Fonte: Wake Forest University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Krishnamurthy, [+15], TM Hughes. Associations of place-based social determinants of health with biomarkers of Alzheimer's disease and related dementias. Alzheimer's Dement, 2025, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)