Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Non è mai troppo tardi cominciare a mangiare bene per il tuo cervello

MINDdiet by dr Unhee Lim UniHawaiiDieta MIND (Image: dr Unhee Lim / UniHawaii)

Man mano che la popolazione invecchia e i casi di demenza aumentano, molte persone si chiedono se è possibile prevenire questa malattia devastante. Secondo un nuovo studio, la risposta potrebbe essere sul tuo piatto: le persone che hanno seguito un modello dietetico noto come dieta MIND avevano una probabilità significativamente minore di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA) o le forme correlate di demenza.


La dieta MIND, che sta per Mediterranean-DASH Intervention for Neurodegenerative Delay (intervento DASH-mediterraneo per il ritardo neurodegenerativo), combina la dieta mediterranea con la dieta abbassa-pressione DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension, approcci dietetici per fermare l'ipertensione) ed enfatizza cibi comprovati per un cervello sano, come verdure a foglia verde, bacche, noci e olio d'oliva.


Secondo lo studio, la dieta MIND ha avuto una relazione di riduzione del rischio di demenza più forte e coerente rispetto ad altre diete sane, sebbene la relazione variasse tra cinque gruppi razziali. Coloro che nel tempo hanno migliorato di più l'aderenza alla dieta, hanno mostrato il più grande modello di riduzione del rischio. Questa relazione benefica è stata vista in modo simile tra i gruppi più giovani e più anziani, suggerendo che a qualsiasi età ci sono benefici nell'adozione della dieta.


"I risultati del nostro studio confermano che sani modelli dietetici in mezza e tarda età, e il loro miglioramento nel tempo, potrebbero impedire il MA e le demenze correlate", ha affermato Song-Yi Park PhD, prof.ssa associata all'Università delle Hawaii a Manoa. "Ciò suggerisce che non è mai troppo tardi per adottare una dieta sana per prevenire la demenza".


La Park ha presentato i risultati a Nutrition 2025, l'incontro annuale di punta dell'American Society for Nutrition tenuto dal 31 maggio al 3 giugno a Orlando, in Florida. La Park e i colleghi hanno analizzato i dati di quasi 93.000 adulti statunitensi che a partire dagli anni '90 hanno fornito informazioni sulla loro dieta nell'ambito di una coorte di ricerca nota come Multiethnic Cohort Study. I partecipanti avevano tra i 45 e i 75 anni al basale e oltre 21.000 hanno sviluppato il MA o una demenza correlata negli anni successivi.


Complessivamente, i partecipanti che hanno ottenuto un punteggio più alto di adesione alla MIND al basale avevano un rischio di demenza minore del 9%, con una riduzione ancora maggiore - circa il 13% - tra quelli che si sono identificati come afroamericani, latini o bianchi. L'adesione alla dieta MIND al basale non era associata a una riduzione significativa del rischio tra i partecipanti nativi hawaiani o asiatici americani.


"Abbiamo scoperto che la relazione protettiva tra una dieta sana e la demenza era più pronunciata tra afroamericani, latini e bianchi, mentre non era così evidente tra gli asiatici americani e mostrava una tendenza più debole nei nativi hawaiani", ha detto la Park. "Potrebbe essere necessario un approccio su misura quando si valuta la qualità della dieta in sotto popolazioni diverse".


I risultati hanno mostrato anche che le persone che hanno migliorato la loro aderenza alla MIND su oltre 10 anni (comprese quelle che non hanno seguito da vicino la dieta) avevano un rischio più basso del 25% di demenza rispetto a quelli la cui aderenza è diminuita. Questa tendenza era coerente tra diverse età e gruppi razziali.


I ricercatori hanno affermato che le differenze nei modelli dietetici e nelle preferenze tra i gruppi razziali ed etnici potrebbero avere un ruolo nella variazione che hanno osservato nella relazione di demenza. Poiché gli americani asiatici sperimentano anche tassi di demenza più bassi rispetto ad altri gruppi, è possibile che la dieta MIND possa non riflettere i vantaggi delle diete più comuni tra questa popolazione.


La Park ha affermato che ulteriori studi potrebbero aiutare a chiarire questi modelli e ha aggiunto che sarebbero necessari studi interventistici per verificare causa-ed-effetto poiché lo studio si basava su dati osservativi.

 

 

 


Fonte: American Society for Nutrition via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)