Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


"Ictus silenziosi" collegati alla perdita di memoria negli anziani

VIDEO: New research shows 11 million Americans have strokes they don't even notice. Alcuni episodi di vuoto di memoria negli anziani possono essere dovuti a ictus silenziosi, piccole macchie di cellule morte all'interno del cervello causate da sintomi di ictus non rilevabili, secondo uno studio pubblicato Mercoledì sulla rivista Neurology.

Quasi un quarto degli anziani hanno sperimentato un ictus silenzioso, secondo lo studio, un tipo di ictus ischemico, caratterizzato da un coagulo di sangue in un vaso sanguigno che eroga sangue al cervello. L'ictus ischemico corrisponde all'87% di tutti i casi di ictus, secondo l'American Stroke Association.

La ricerca suggerisce che, non avendo sintomi rilevabili esteriormente, la condizione potrebbe causare danni alle parti del cervello e perdita di memoria a lungo termine. "In genere la gente pensa che un grande declino della memoria sia indicatore precoce dei cambiamenti dell'Alzheimer", ha detto Adam Brickman, assistente professore di neuropsicologia all'Istituto Taub di Ricerche sull'Alzheimer e sull'invecchiamento della Columbia University, e co-autore dello studio.

Brickman e i suoi colleghi hanno esaminato 658 partecipanti con un'età media di 79 anni che non avevano storia di demenza. Sono stati sottoposti a un test per misurare la memoria, le competenze linguistiche e l'abilità di pensiero. I ricercatori hanno misurato anche le dimensioni dell'ippocampo dei partecipanti, che è cruciale per la regolazione della memoria e delle emozioni, e hanno anche eseguito una risonanza magnetica cerebrale. Un ippocampo più piccolo è stato associato da precedenti studi al declino cognitivo.

Le scansioni cerebrali hanno mostrato che 174 dei partecipanti avevano avuto un ictus silenzioso, e questi soggetti non hanno avuto buoni risultati nel test di memoria, indipendentemente dalle dimensioni dell'ippocampo. "Abbiamo dimostrato che, al di là delle dimensioni, l'ictus ha contribuito anche alla perdita di memoria e potrebbe essere un indicatore potenziale di sviluppo dell'Alzheimer", ha detto Brickman. "I risultati dello studio suggeriscono che i sintomi dell'Alzheimer possono essere dovuti sia ai cambiamenti nella dimensione dell'ippocampo che alle alterazioni vascolari del cervello".

I fattori di rischio per l'ictus silenzioso comprendono l'ipertensione, l'obesità e il colesterolo alto. Secondo il Dott. Shazam Hussain, direttore del programma per l'ictus alla Cleveland Clinic, molte persone stanno soffrendo di questo problema precocemente nell'età adulta.

"Nel corso del tempo queste ferite accumulano i danni", ha detto Hussain. "Purtroppo, l'ictus è un problema non reversibile".

Brickman ha detto che non è realistico utilizzare la risonanza magnetica come metodo per rilevare la presenza di ictus silenziosi negli anziani, ma sarebbe utile per monitorare coloro che sono ad alto rischio per la condizione. "Controllando i sintomi vascolari, possiamo prevenire gli ictus, un modo valido per prevenire i cambiamenti cognitivi dell'invecchiamento", ha detto.

Anche se lo studio suggerisce una qualche connessione tra ictus silenziosi e declino della memoria, non è chiaro se gli ictus silenziosi sono un marcatore potenziale per il successivo sviluppo dell'Alzheimer. I ricercatori stanno ora seguendo i partecipanti per un periodo di tempo più lungo per vedere se alcuni svilupperanno l'Alzheimer. "Penso che quello che sta emergendo è una storia in cui la malattia vascolare contribuisce ai sintomi dell'Alzheimer", ha detto Brickman.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 


Pubblicato in ABC News il 29 dicembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare a informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.