Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Marcatore genetico appena scoperto potrebbe aprire la strada a una terapia per l'Alzheimer

Uno studio ha identificato la posizione specifica del gene che rappresenta una parte significativa della deposizione di tau negli anziani che hanno l'Alzheimer o ne sono a rischio.

Widespread regions of higher tau deposition Regioni cerebrali di maggiore diffusione di tau (Fonte: Shannon Risacher / Indiana University)

Ricercatori della Indiana University (IA) di Bloomington (Indiana/USA) hanno identificato un nuovo marcatore genetico che potrebbe avere un ruolo nello sviluppo del morbo di Alzheimer (MA), che è caratterizzato da due patologie primarie: placche di amiloide-beta e grovigli neurofibrillari di tau. Le loro scoperte, appena pubblicate su Nature Communications, potrebbero aprire la strada a nuovi obiettivi terapeutici e strumenti diagnostici per la malattia.


Lo studio ha coinvolto un team internazionale di ricercatori che hanno analizzato i dati genetici e le scansioni PET (tomografia a emissione di positroni) avanzate di oltre 3.000 persone, rendendolo il più grande sforzo prodotto fino ad oggi per esplorare la genetica della tau corticale rilevata via PET. Ha identificato un locus genetico - la posizione specifica di un gene su un cromosoma - che rappresenta una parte significativa della deposizione di tau negli anziani che hanno, o sono a rischio di sviluppare, il MA.


"Identificare questo nuovo marcatore genetico apre una nuova strada per la ricerca e per il potenziale sviluppo di una terapia, puntando una forma anormale di proteina tau che comprende i grovigli osservati nel cervello di MA", ha affermato Andrew J. Saykin PsyD, autore senior dello studio, professore di radiologia della IU. "Mentre molti precedenti studi di associazione a livello del genoma hanno confrontato i profili genetici dei pazienti con MA a quelli di anziani cognitivamente intatti, questo studio ha usato le scansioni di PET tau come fenotipo continuo per rilevare un locus genetico che rappresenta una porzione significativa della deposizione di tau nei partecipanti allo studio".


Saykin, che guida anche il Centro Ricerca Alzheimer e il Centro Neuroscansioni dell'IU, ha affermato che, mentre studi precedenti hanno fatto passi da gigante nell'identificare le varianti genetiche associate alla deposizione di amiloide, comprendere le guide genetiche della deposizione di tau è stato più impegnativo a causa della mancanza di grandi insiemi di dati con informazioni genetiche e PET tau.


Questo studio colma questo divario, dimostrando che la variante rs2113389 situata sul cromosoma 2p22.2, tra i geni CYP1B1 e RMDN2, è fortemente associata ad un aumento del carico di tau in più regioni del cervello. Questa variante da sola spiega circa il 4,3% della variazione della deposizione di tau, superando anche il contributo del più noto gene ApoE4, che rappresenta il 3,6%.

"Sono necessarie ulteriori ricerche per scavare a fondo e determinare esattamente ciò che sta guidando questa associazione", ha detto Saykin. "Ora abbiamo un nuovo locus all'intersezione di questi geni da studiare come potenziale obiettivo per approcci diagnostici e terapeutici".


I 3.000 partecipanti studiati provenivano da 12 diversi siti in tutto il mondo. Alcuni individui non avevano alcun degrado cognitivo, mentre altri ne avevano uno lieve o grave.

"Dobbiamo replicare i risultati in campioni più grandi", ha affermato Shannon L. Risacher PhD, prima coautrice dello studio e prof.ssa associata di radiologia alla IU. "La maggior parte delle coorti di pazienti studiate risiedono in USA, Canada e Australia, ma le scansioni PET sono condotte in molte altre parti del mondo. Un obiettivo futuro sarebbe espandere la dimensione del campione per replicare i nostri risultati".


Il team prevede inoltre di continuare a studiare il locus e il suo comportamento nei modelli di topo.

"Un passo molto importante che segue i risultati umani è una convalida più funzionale in modelli come topi, colture cellulari o organoidi", ha affermato Kwangsik Nho PhD, primo coautore dello studio e professore di radiologia all'IU. "Vogliamo vedere se questo effetto può essere modellato in laboratorio, il che potrebbe facilitare notevolmente gli sforzi di sviluppo dei farmaci".


Saykin ha detto che combinare neuroscansione avanzata e genetica è qualcosa che il team di ricerca sta perseguendo da molti anni:

"È entusiasmante vedere questo approccio produrre un nuovo potenziale obiettivo. Per prevenire alla fine il MA, dobbiamo capire meglio cosa guida la partenza di placche e grovigli. La ricerca genetica accoppiata a biomarcatori e studi cognitivi consentirà una rilevazione precedente e interventi più precisi nelle persone colpite o a rischio elevato".

 

 

 


Fonte: Christina Griffiths in Indiana University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: K Nho, [+22], AJ Saykin. CYP1B1-RMDN2 Alzheimer’s disease endophenotype locus identified for cerebral tau PET. Nat Commun, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.