Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato metodo per bloccare l'errata piegatura della tau, causa di neurodegenerazioni

neuron tau microtubule

Diverse malattie neurodegenerative, come la demenza frontotemporale (FTD), la paralisi sopranucleare progressiva (PSP) e la degenerazione corticobasale (CBD), sono dovute all'accumulo di proteine tau anormali e mal ripiegate nel cervello. Un team di ricercatori guidati da scienziati della Università della California di Santa Barbara ha trovato modi potenziali per bloccare questo processo, puntando siti 'appiccicosi' sulla lunga forma di tau mutata, impedendo errata piegatura e diffusione dei grovigli neurofibrillari.


"Questa è una vera collaborazione tra biologia e chimica", ha affermato Kenneth S. Kosik, neuroscienziato della UCSB che ha pubblicato i risultati su PNAS-Proceedings of the National Academy of Sciences, con i professori di chimica Soni Han, Joan-Emma Shea e il professore di ingegneria chimica Scott Shell.


Lo studio presenta intuizioni a livello molecolare sul modo in cui si diffonde la tau patologica e, secondo i ricercatori, questa comprensione potrebbe portare a "un intervento terapeutico potenzialmente in grado di disaggregare la tau o prevenire la sua aggregazione" nella lunga forma in cui si accumula.

 

Una forcella appiccicosa

La tau è una proteina strutturale essenziale nel cervello, perché dà forma e stabilità alle cellule e consente il trasporto di nutrienti necessari. Tuttavia, quando muta e si piega in modo errato, può diventare appiccicosa e aggrovigliata.


In più, questo errore nel ripiegamento può diventare un modello per istruzioni difettose che dirigono le normali proteine di tau a piegarsi male e a raccogliersi fino a quando la condizione non si diffonde su ampie regioni del cervello, interferendo con le sue funzioni. Le posizioni specifiche in cui questi grovigli neurofibrillari si verificano nel cervello differiscono tra i diversi disturbi neurodegenerativi.


Esistono due forme particolari di tau, che fungono da punto di partenza per questa categoria di malattie neurodegenerative, chiamate tauopatie, delle quali il morbo di Alzheimer (MA) è la più nota. La tau è prodotta sia in una versione breve a 'tripla-ripetizione' (3R), sia in una versione a 'quadrupla ripetizione' (4R), più lunga; quest'ultima è al centro di questa ricerca.


Le tauopatie molto meno comuni del MA come FTD, PSP e CBD sono esclusivamente tauopatie del tipo 4R, sebbene le malattie neurodegenerative possano anche essere associate alla forma 3R o, come nel caso di MA, a una combinazione di entrambe. Le scoperte in questa ricerca riguardano malattie che accumulano tau 4R.


Unendo tecniche avanzate come la microscopia elettronica a trasmissione e le simulazioni di dinamiche molecolari con esperimenti in vitro che coinvolgono colture cellulari, il team di ricerca è riuscito a farsi un'idea delle condizioni in cui la tau 4R patologica inizia a mal ripiegarsi, a modellare altre proteine tau e ad aggregarsi.


"La tau si piega in un modo unico in ciascuna di queste malattie", ha spiegato Kosik. "Una parte di essa si piega in una struttura a forcina solo nella tau 4R. All'interno della forcella c'è un segmento appiccicoso chiamato PHF6 che può legare e impilare altre proteine di tau in grandi aggregati".


E se fosse possibile indurre l'aggregazione della tau nella coltura cellulare e usare il sistema per interferire con questo sito appiccicoso? "Creare condizioni per la propagazione della tau sarebbe un sistema produttivamente elevato per la scoperta di composti che possono interferire con l'aggregazione della tau", ha commentato Kosik.


I ricercatori hanno scoperto, ad esempio, che la sostituzione di un singolo aminoacido sulla proteina, vicino alla regione appiccicosa, era sufficiente per prevenire l'aggregazione della tau, indebolendo l'accesso alla porzione vulnerabile del peptide.


In altre indagini i ricercatori hanno anche scoperto che i nanocorpi (frammenti di anticorpi) sintetizzati dal sangue dei camelidi (cammelli, lama e altri membri della famiglia Camelidae) erano in grado di legarsi alla regione PHF6, inibendo l'aggregazione della tau. Qualunque sia la terapia, la regione che comprende il segmento forcina della tau 4R è l'apparente zona attiva da puntare.


I ricercatori hanno ancora molta strada davanti prima di riuscire a sviluppare e far approvare terapie mirate che inibiscono la formazione dei grovigli neurofibrillari caratteristici delle tauopatie. Ma i risultati di questo studio svelano entusiasmanti potenziali percorsi per arrestare le fasi critiche verso l'accumulo di tau mutante. "Vorremmo continuare a testare questa tecnologia in modelli animali", ha affermato Kosik, riconoscendo gli "enormi contributi" del ricercatore post-dottorato e primo autore Andrew Longhini alle idee e agli esperimenti riportati.


[...] Oltre a far avanzare la ricerca su alcune forme di malattie neurodegenerative, Kisik è ottimista che questi risultati possano fungere da punto di partenza per potenziali indizi verso le terapie per la malattia di PIck 3R e per il più complesso MA: "Cercheremo di applicare i nostri risultati alle forme più complicate", ha detto. "Ci arriveremo".

 

 

 


Fonte: Sonia Fernandez in University of California - Santa Barbara (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: AP Longhini, [+18], KS Kosik. Precision proteoform design for 4R tau isoform selective templated aggregation. PNAS, Apr 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.