Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sensibilità avanzata alla luce può avere un ruolo chiave nell'Alzheimer

Stevens bluelight014

Una nuova ricerca sul morbo di Alzheimer (MA), eseguita alla Università della Virginia (UVA) di Charlottesville, suggerisce che una maggiore sensibilità alla luce può contribuire al sundowning (la sindrome del tramonto, il peggioramento dei sintomi alla fine della giornata) e stimolare le interruzioni del sonno che si ritiene contribuiscano alla progressione della malattia.


Le nuove informazioni sulle interruzioni dell'orologio biologico viste nel MA potrebbero avere un potenziale importante sia per lo sviluppo di trattamenti che per la gestione dei sintomi, affermano i ricercatori. Ad esempio, i caregiver dei pazienti di MA spesso lottano con i modelli di sonno irregolari causati dal 'ritmo circadiano', che è il ciclo giornaliero naturale del corpo. La terapia della luce, suggerisce la nuova ricerca, potrebbe essere uno strumento efficace per gestirli.


In più, una migliore comprensione degli effetti del MA sull'orologio biologico potrebbe avere implicazioni per prevenire la malattia. La scarsa qualità del sonno nell'età adulta è un fattore di rischio per il MA, perché il nostro cervello, a riposo, si purifica naturalmente delle proteine amiloide-β che si ritiene formino grovigli dannosi nel MA.


"Le interruzioni circadiane sono assodate da molto tempo nel MA, ma non abbiamo mai capito bene cosa le causa"
, ha affermato il ricercatore Thaddeus Weigel, dottorando che lavora con Heather Ferris MD/PhD, della Divisione di Endocrinologia e Metabolismo dell'UVA. "Questa ricerca indica i cambiamenti nella sensibilità alla luce come una nuova, interessante possibile spiegazione per alcuni di questi sintomi circadiani".

 

Capire il MA

Il MA è la forma più comune di demenza, che colpisce 50 milioni di persone in tutto il mondo. Il suo segno distintivo è la perdita di memoria progressiva, al punto che i pazienti possono dimenticare i propri cari, ma ci possono essere molti altri sintomi, come irrequietezza, aggressività, giudizio scadente e ricerca senza fine di cose. Questi sintomi spesso peggiorano la sera e di notte.


La Ferris e i suoi collaboratori hanno usato topi modello di MA per capire meglio cosa succede all'orologio biologico nella malattia. Hanno essenzialmente dato ai topi un 'jet lag', alterando la loro esposizione alla luce, quindi ne hanno esaminato l'influenza sul loro comportamento. I topi di MA hanno reagito in modo molto diverso da quelli normali.


I topi di MA, hanno scoperto gli scienziati, si sono adattati a un cambio di tempo di 6 ore in modo significativamente più rapido rispetto ai topi di controllo. Questo, sospettano gli scienziati, è il risultato di una maggiore sensibilità ai cambiamenti della luce. Mentre il nostro orologio biologico di norma prende spunti dalla luce, questa regolazione si verifica gradualmente, però ritarda quando percorriamo grandi distanze.


Il nostro corpo ha bisogno di tempo per adattarsi. Ma per i topi di MA, questo cambiamento è avvenuto in modo anomalo. I ricercatori inizialmente pensavano che ciò potesse essere dovuto all'infiammazione nel cervello ('neuroinfiammazione'). Quindi hanno esaminato le cellule immunitarie chiamate microglia che sono diventate obiettivi promettenti nei nostri sforzi per sviluppare migliori trattamenti di MA.


Ma gli scienziati alla fine hanno escluso questa ipotesi, determinando che le microglia non hanno fatto la differenza nella velocità con cui i topi si sono adattati. (Questo non vuol dire che puntare le microglia non sia utile per altri motivi).


È notevole che gli scienziati UVA abbiano escluso anche un altro potenziale colpevole: la 'tau mutante', una proteina anomala che forma grovigli nel cervello di MA. Anche la presenza di questi grovigli non ha fatto la differenza nel modo in cui i topi si sono adattati.


I risultati dei ricercatori alla fine suggeriscono che esiste un ruolo importante della retina nella maggiore sensibilità alla luce nel MA e questo dà ai ricercatori una strada promettente da perseguire mentre lavorano per sviluppare nuovi modi per trattare, gestire e prevenire la malattia.


"Questi dati suggeriscono che controllare il tipo di luce e i tempi della luce potrebbe essere la chiave per ridurre le interruzioni circadiane nel MA"
, ha detto la Ferris. "Speriamo che questa ricerca ci aiuti a sviluppare terapie con la luce che le persone possono usare per ridurre la progressione del MA".

 

 

 


Fonte: University of Virginia Health System (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: TK Weigel, [+2], HA Ferris. Altered circadian behavior and light sensing in mouse models of Alzheimer’s disease. Front Ag Neurosc, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)