Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Svelato un processo cruciale con cui il cervello forma i ricordi

I risultati di uno studio danno informazioni sul ruolo degli inibitori dell'enzima PDE nel contribuire alla perdita di memoria precoce e all'Alzheimer

PDE4D5 in the nucleus of hippocampal neurons before left and after right activation of the adrenaline receptorPDE4D5 nel nucleo dei neuroni dell'ippocampo prima (a sinistra) e dopo (destra) l'attivazione del recettore dell'adrenalina.

Il processo attraverso il quale si formano i ricordi nella regione cerebrale dell'ippocampo è complesso. Si basa su una coreografia precisa di interazioni tra neuroni, neurotrasmettitori, recettori ed enzimi. Un nuovo studio sui topi, guidato da ricercatori della University of California Davis di Sacramento/California pubblicato su Science Signaling, ha identificato un intricato processo molecolare che coinvolge l'espressione genica nei neuroni, che sembra avere un ruolo cruciale nel consolidare la memoria.


“Questo è un meccanismo entusiasmante. Mostra che un enzima come il fosfodiesterasi (PDE) è cruciale per controllare l'espressione genica necessaria per il consolidamento della memoria"
, ha affermato Yang K. Xiang, professore nel Dipartimento di Farmacologia e autore senior dello studio.


La ricerca di Xiang si concentra sulla comprensione del modo in cui la disregolazione o la compromissione dei meccanismi cellulari e molecolari nel cuore e nel cervello può portare a malattie come l'insufficienza cardiaca e il morbo di Alzheimer (MA).

 

Diversi fasi nel neurone sembrano cruciali per la memoria

Il nuovo studio si concentra sul sistema adrenergico centrale. La capacità di prestare attenzione, che è essenziale per l'apprendimento e la memoria, è controllata dal sistema adrenergico centrale nel cervello. Per comprendere i componenti fondamentali per la memoria, i ricercatori hanno esaminato i 'recettori adrenergici beta-2', presenti in diversi tipi di cellule in tutto il corpo, e anche sulle cellule nervose nella regione dell'ippocampo del cervello.


I ricercatori mostrano che quando i 'recettori adrenergici beta-2' vengono attivati, attraverso una serie di passaggi molecolari noti come via di segnalazione, stimolano il nucleo del neurone per esportare un enzima, il fosfodiesterasi 4D5 (PDE4D5). Studi precedenti avevano riconosciuto un ruolo del PDE4D5 nella promozione dell'apprendimento e della memoria.

 

La mancanza di fosforilazione porta a una cattiva memoria

Un passo cruciale per stimolare questa espressione genica legata alla memoria (l'esportazione di PDE4D5) sembra essere l'attaccamento di un gruppo di fosfato (fosforilazione) al recettore. Ciò è realizzato dall'enzima 'chinasi'. Il chinasi coinvolto in questo caso è il 'chinasi recettore della proteina-G'.


I ricercatori hanno usato topi geneticamente alterati per verificare se era necessaria la fosforilazione dei recettori adrenergici beta-2 da parte del 'chinasi recettore della proteina-G' per ottenere l'espressione genica, cioè per l'esportazione dell'enzima PDE4D5. I topi mancavano di un sito di fosforilazione sui loro recettori adrenergici beta-2, il che significa che i loro neuroni non potevano seguire la normale via di segnalazione quando i recettori venivano attivati.


I ricercatori hanno scoperto che, come previsto, questi topi geneticamente modificati hanno mostrato una cattiva memoria relativa allo spazio e alla posizione. Questa è la stessa via di memoria che viene interrotta durante le prime fasi del MA. Tuttavia, quando ai topi con problemi di memoria è stato somministrato un farmaco noto per inibire il PDE4 (paragonabile all'enzima PDE4D5 che normalmente sarebbe esportato), hanno avuto un aumento della capacità di apprendere e trattenere i ricordi.


“L'espressione genica forma il fondamento materiale della memoria nel cervello. Se non hai un'espressione genica, non avrai memoria"
, ha spiegato Xiang.

 

Risultati contrastanti per gli inibitori del PDE nel MA

Si sta sperimentando l'uso di inibitori del PDE per il MA. Gli studi sull'inibitore PDE5 sildenafil (Viagra), hanno avuto risultati contrastanti. Uno studio dei NIH del 2021 ha scoperto che il Viagra era associato a un rischio ridotto di MA, ma uno studio successivo ha scoperto che il Viagra non era associato a un rischio inferiore di MA.


"Dobbiamo capire cosa sta causando una deterioramento nelle malattie come il MA, in modo da poter trovare interventi che consentano ai pazienti di riguadagnare capacità o rallentare la progressione della malattia"
, ha affermato Xiang. "Questo studio evidenzia il potenziale degli inibitori del PDE nel salvare la memoria nei pazienti di MA".

 

 

 


Fonte:  Lisa Howard in University of California - Davis (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: JM Martinez, ...[+5], YK Xiang. Arrestin-dependent nuclear export of phosphodiesterase 4D promotes GPCR-induced nuclear cAMP signaling required for learning and memory. Science Signaling, 28 Mar 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.