Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il 'lato oscuro' dell'Alzheimer può rivelare nuovi biomarcatori

Una raccolta speciale di articoli nel Journal of Alzheimer’s Disease cerca di mappare la sovra-eccitabilità cerebrale alla base della disregolazione della vigilanza e del ciclo del sonno-veglia nei pazienti con morbo di Alzheimer (MA), usando tecniche neurofisiologiche. La convalida di biomarcatori efficaci di quella sovra-eccitabilità cerebrale può portare a trattamenti che migliorano la qualità di vita dei caregiver.

Babiloni ATPNOProposta teorica per un modello di Alzheimer (ATPNO): i biomarcatori sono amiloidosi (A), tauopatia (T), patofisiologia (P) e neurodegenerazione (N). I processi patologici all'interno generano un risultato clinico (O, output) che coinvolge vigilanza, ciclo del sonno, funzioni cognitive e capacità nelle attività della vita quotidiana. CSF=liquido cerebrospinale, PET=tomografia a emissione di positroni, EEG=elettroencefalografia, ERO=oscillazioni EEG legate a eventi, ERP=potenziali legati a evento, MRI=risonanza magnetica, FDG-PET=PET con fluorodeossiglucosio (Fonte: JAD).

Le tecniche neurofisiologiche (es.: elettroencefalografia/EEG e stimolazione magnetica transcranica/TMS) consentono un'indagine informata sulla sovra-eccitabilità cerebrale alla base della difficoltà tipica di mantenere un livello stabile di vigilanza o di avere un ciclo regolare del sonno nei pazienti con MA.


Questa difficoltà ha un impatto significativo sul livello di coscienza dei pazienti, influenzando la loro capacità di seguire i programmi TV e le conversazioni sociali di giorno e di avere un sonno profondo di notte. Come vantaggio importante, le tecniche neurofisiologiche possono essere applicate in modelli di ricerca preclinica e clinica della malattia, nella sua progressione e negli effetti degli interventi farmacologici e non farmacologici.


Un mini-forum speciale pubblicato nell'ultimo numero del Journal of Alzheimer’s Disease riporta nuovi risultati e approfondimenti scientifici sui meccanismi patofisiologici che inducono la sovra-eccitabilità cerebrale e i suoi effetti clinici deleteri nei pazienti con MA. Tale sovra-eccitabilità cerebrale può manifestarsi come attività epilettiforme subclinica spesso associata a una progressione più rapida del MA.


Il mini-forum è stato promosso dall'Electrophysiology Professional Interest Area (EPIA) Steering Committee della International Society to Advance Alzheimer's Research and Treatment. La missione dell'EPIA è diffondere risultati recenti e concetti sull'uso delle tecniche neurofisiologiche per studiare la patofisiologia che induce l'eccitabilità cerebrale in diverse fasi del MA e la scoperta di misure quantitative (biomarcatori) per la valutazione e il trattamento dei pazienti con MA. Gli articoli inclusi in questo mini-forum sono il risultato editoriale più recente dell'iniziativa EPIA.


Il dott. Claudio Babiloni PhD, professore di fisiologia nel Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia dell'Università di Roma, ha commentato:

"Questi articoli forniscono esempi stimolanti di ricerche precliniche e cliniche nel MA, che hanno usato stimolazioni cerebrali non invasive e tecniche EEG. Il contenuto di tali articoli indica la necessità di colmare un divario tra il modello di MA neurobiologico e quello clinico reale.

"C'è una necessità urgente di biomarcatori neurofisiologici per valutare il 'lato oscuro' del MA, laddove il MA induce la sovra-eccitabilità nelle reti neurali cerebrali con alterazioni nella regolazione della vigilanza e del ciclo del sonno. Queste alterazioni influenzano i livelli di coscienza dei pazienti, rendendoli incapaci di seguire un talk show televisivo o una conversazione sociale tranquilla tra i parenti, ad esempio, influendo negativamente sulla loro qualità di vita quotidiana e quella dei loro caregiver.

"Questa raccolta unica e originale di studi preclinici in modelli di roditori e studi clinici nei pazienti con MA copre l'uso di tecniche neurofisiologiche avanzate per modellare i meccanismi patofisiologici che spiegano i sintomi nascosti nel lato oscuro del MA”.


Il National Institute of Aging e l'Alzheimer's Association hanno recentemente proposto un quadro per la diagnosi neurobiologica del MA per applicazioni di ricerca. Questo quadro ATN© afferma che la diagnosi di MA può essere basata su biomarcatori derivati ​​dalla misurazione in vivo dell'amiloidosi ('A'), della tauopatia ('T') e della neurodegenerazione ('N') del cervello dei pazienti con MA.


La ricerca sui deficit cognitivi indotti da quei processi si concentra in genere su anomalie nella memoria episodica e sulle capacità visuospaziali (es.: dimenticanza e disorientamento spaziale), sul lieve decadimento cognitivo (MCI) e sui gradi lievi, moderati o gravi di demenza.


I risultati di questo mini-forum forniscono le basi per un modello esteso che potrebbe accelerare le linee di ricerca e la scoperta attraverso un'ulteriore convalida dei biomarcatori patofisiologici 'P'. Questi si basano sulle attività/potenziali di campo locale dell'EEG che riflettono 1) l'ipereccitabilità cerebrale per percorsi di scoperta di farmaci preclinici e clinici nel MA e 2) il livello di coscienza anormale dei pazienti con MA (es.: stabilità silente di vigilanza) per le applicazioni cliniche.


Con il contenuto di questo mini-forum in mente, il dott. Babiloni ha proposto un modello di MA chiamato ATPNO (vedi immagine sopra), includendo i sintomi e i biomarcatori del modello lato oscuro del MA.


“Sorprendentemente, il quadro ATN può essere arricchito con quei biomarcatori 'P' patofisiologici e la valutazione della vigilanza, del ciclo veglia-sonno, dello stato cognitivo e delle abilità nelle attività della vita quotidiana, come prodotto clinico globale ('O') in modo specifico", ha spiegato il dott. Babiloni.

 

 

 


Fonte: IOS Press (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Claudio Babiloni. The Dark Side of Alzheimer’s Disease: Neglected Physiological Biomarkers of Brain Hyperexcitability and Abnormal Consciousness Level. Journal of Alzheimer's Disease, 2 Aug 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.