Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricercatori collegano proteina costellata di zucchero all'Alzheimer

Con una ricerca a 'ingegneria inversa', usando tessuti cerebrali di cinque persone morte con morbo di Alzheimer (MA), ricercatori della Johns Hopkins University affermano di aver scoperto che una molecola speciale di zucchero potrebbe avere un ruolo chiave nello sviluppo del MA.


Se ulteriori ricerche confermeranno la scoperta, la molecola, nota come glicano, potrebbe diventare un nuovo obiettivo per i primi test diagnostici, per trattamenti e forse per la prevenzione della malattia, affermano i ricercatori, il cui studio è stato pubblicato il 20 aprile sul Journal of Biological Chemistry.


Il MA è la forma più comune di demenza negli USA, dove colpisce circa 5,8 milioni di persone, e insorge quando le cellule nervose del cervello muoiono a causa dell'accumulo di forme dannose di proteine ​​chiamate amiloide e tau.


La pulizia delle forme di amiloide e tau che causano la malattia è il lavoro delle cellule immunitarie del cervello, chiamate microglia. Studi precedenti hanno scoperto che quando la pulizia è compromessa, è più probabile che insorga il MA. In alcune persone, questo è causato dalla sovrabbondanza di un recettore sulle microglia, chiamato CD33.


“I recettori non sono attivi da soli. Qualcosa deve connettersi con loro per impedire alle microglia di pulire queste proteine ​​tossiche dal cervello"
, afferma Ronald Schnaar PhD, professore di farmacologia alla Johns Hopkins University e direttore del laboratorio che ha guidato lo studio.


Studi precedenti dei ricercatori avevano mostrato che per il CD33, queste molecole 'connettori' sono zuccheri speciali, conosciuti agli scienziati come glicani. Queste molecole vengono trasportate attorno alla cellula da proteine ​​specializzate che le aiutano a trovare i loro recettori appropriati. La combinazione proteina-glicano è chiamata glicoproteina.


Nel tentativo di scoprire quale glicoproteina specifica si collega al CD33, il team di ricerca di Schnaar ha esaminato il tessuto cerebrale di cinque persone morte per MA e di cinque persone morte per altre cause, dal centro di ricerca sul MA della Johns Hopkins. Tra le molte migliaia di glicoproteine che hanno raccolto dai tessuti cerebrali, solo una si collegava al CD33.


Per identificare questa glicoproteina misteriosa, i ricercatori avevano prima bisogno di separarla dalle altre glicoproteine ​​cerebrali. Dato che era l'unica nel cervello che si attaccava al CD33, hanno usato questa funzione per 'catturarla' e separarla.


I glicani sono costituiti da vari blocchi di zucchero che influenzano le interazioni della molecola. Tali zuccheri possono essere identificati dai loro componenti. I ricercatori hanno usato strumenti chimici per de-costruire il glicano passo dopo passo, delineando l'identità e l'ordine dei suoi elementi costitutivi. I ricercatori hanno identificato la porzione di glicano della glicoproteina come 'solfato keratan sialilato'.


Quindi, i ricercatori hanno determinato l'identità della componente proteica prendendo la sua 'impronta digitale' con la spettroscopia di massa, che identifica i mattoni delle proteine. Confrontando la composizione molecolare della proteina con le strutture proteiche note, il team di ricerca è riuscito a concludere che la porzione proteica della glicoproteina era il recettore 'tirosin-fosfatasi' (RPTP) zeta.


I ricercatori hanno chiamato la struttura combinata della glicoproteina 'RPTP zeta S3L'. Il gruppo aveva già trovato la stessa 'firma' di glicano su una proteina che controlla le risposte allergiche nelle vie aeree e avevano scoperto che l'interruzione del glicano smorza le risposte allergiche nei topi.


"Sospettiamo che la firma del glicano trasportato sull'RPTP Zeta può avere un ruolo simile nella disattivazione delle microglia attraverso il CD33", afferma Anabel Gonzalez-Gil Alvarenga PhD, post-dottorato nel laboratorio di Schnaar e prima autrice dello studio.


Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che il tessuto cerebrale delle cinque persone morte con MA aveva più del doppio del RPTP zeta S3L rispetto ai donatori che non avevano la malattia. Ciò implica che questa glicoproteina potrebbe connettersi con più recettori CD33 rispetto a un cervello sano, limitando la capacità del cervello di ripulire le proteine ​​dannose.


"L'identificazione di questa glicoproteina unica costituisce un passo verso la ricerca di nuovi obiettivi di farmaci e di una diagnostica potenzialmente precoce per il MA"
, afferma la Gonzalez-Gil.


Per il seguito, i ricercatori prevedono di studiare ulteriormente la struttura di RPTP Zeta S3L per determinare come i suoi glicani attaccati danno alla glicoproteina la capacità unica di interagire con il CD33.

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Anabel Gonzalez-Gil, ...[+12], Ronald Schnaar. Human brain sialoglycan ligand for CD33, a microglial inhibitory Siglec implicated in Alzheimer’s disease. Journal of Biological Chemistry. 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)