Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una strategia alternativa per mandare in stallo l'Alzheimer

Aumentare i livelli del neurotrasmettitore noradrenalina con l'atomoxetina, un farmaco per l'ADHD riproposto, può essere un modo per mettere in stallo la neurodegenerazione delle persone con i primi segni di Alzheimer, secondo uno studio condotto all'Emory University di Atlanta in Georgia. I risultati sono stati pubblicati il ​​17 dicembre nella rivista Brain.

Brain and neurotransmitters Grafica: Alexandr Mitiuc

Questo è uno dei primi studi clinici pubblicati a mostrare un effetto significativo sulla proteina tau, che forma grovigli neurofibrillari nel cervello con il morbo di Alzheimer (MA). In 39 persone con lieve decadimento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment), un trattamento di sei mesi con atomoxetina ha ridotto i livelli di tau nel liquido cerebrospinale (CSF) dei partecipanti allo studio e ha normalizzato altri marcatori di neuroinfiammazione.


Lo studio punta a una strategia alternativa di farmaci contro il MA, che non si basa su anticorpi contro la tau o l'amiloide-beta (Aβ) l'altra proteina legata al MA. Un farmaco approvato di recente dalla FDA (l'adacanumab) punta l'Aβ, ma i suoi benefici sono controversi tra gli esperti del settore.


Secondo i ricercatori dell'Emory. sono giustificati studi più ampi e più lunghi sull'atomoxetina nell'MCI e nel MA. Il farmaco non ha avuto un effetto significativo sulla cognizione o su altri esiti clinici, il che era previsto, data la durata relativamente breve dello studio.


L'autore senior David Weinshenker PhD, professore di genetica umana alla Emory University, dice:

“Uno dei principali vantaggi dell'atomoxetina è che è già approvata dalla FDA e nota per essere sicura. Gli effetti benefici dell'atomoxetina sull'attività della rete cerebrale e sui marcatori di infiammazione del CSF meritano ottimismo”.


Il primo autore Allan Levey MD/PhD, professore di neurologia alla Emory University e direttore del Goizueta Institute, dice:

“Siamo incoraggiati dai risultati dello studio. Il trattamento è sicuro, ben tollerato nei soggetti con MCI, e modula il neurotrasmettitore noradrenalina nel cervello, proprio come avevamo ipotizzato. Inoltre, i nostri studi esplorativi mostrano risultati promettenti sulle scansioni e sui biomarcatori del fluido spinale che devono essere seguiti in studi più ampi, con periodi più lunghi di trattamento”.


I ricercatori della Emory hanno scelto l'atomoxetina, che è disponibile in commercio come Strattera, con l'obiettivo di aumentare i livelli cerebrali di noradrenalina, nell'ipotesi che potesse stabilizzare una regione vulnerabile del cervello contro la neurodegenerazione correlata al MA.


La noradrenalina (o norepinefrina) è prodotta principalmente dal locus ceruleus, una regione del tronco cerebrale che sembra essere la prima a dimostrare la patologia del MA, anche in persone sane di mezza età. Si ritiene che la norepinefrina riduca l'infiammazione e incoraggi le cellule spazzine, chiamate microglia, a rimuovere gli aggregati di proteine ​​come l'Aβ e la tau. Aumentare i livelli di noradrenalina ha avuto effetti positivi sulla cognizione e sulla patologia nei topi modello di MA.


“Una cosa che potrebbe sembrare ovvia, ma è assolutamente essenziale, è stata la nostra scoperta che l'atomoxetina ha aumentato profondamente i livelli di noradrenalina nel CSF in questi pazienti”, spiega Weinshenker. “Per molti farmaci ed esperimenti, è molto difficile dimostrare l'ingaggio del bersaglio. Noi siamo riusciti a valutare direttamente l'ingaggio del bersaglio”.


Weinshenker ha anche sottolineato che il processo è cresciuto nella ricerca pre-clinica condotta su modelli animali, che hanno dimostrato il potenziale della noradrenalina:

“L'intera idea di usare l'atomoxetina per il trattamento del MCI e del MA è venuto dalla ricerca che ha usaato dei roditori per modellare e manipolare gli aspetti di questi disturbi, e non sarebbe stato possibile senza finanziamenti dal National Institutes of Health, dell'Alzheimer's Association, dell'Alzheimer's Drug Discovery Foundation, e di donatori. Sostenere la ricerca sugli animali è fondamentale per le scoperte biomediche nel campo delle neurodegenerazioni”.


Lo studio è stato condotto alla Emory tra il 2012 e il 2018 con un progetto incrociato, in modo tale che la metà del gruppo ha ricevuto atomoxetina per i primi sei mesi e l'altra metà un placebo, e poi le parti si sono invertite. È possibile che i partecipanti che hanno ricevuto atomoxetina per i primi sei mesi abbiano sperimentato effetti di trascinamento dopo il trattamento interrotto, così il loro secondo periodo di sei mesi non era necessariamente puro placebo.


I partecipanti allo studio avevano tutti una diagnosi di MCI e marcatori di progressione potenziale al MA nel loro CSF, in base alla misurazione della tau e dell'Aβ. Maggiori informazioni sui criteri di inclusione disponibili su clinicaltrials.gov.


I ricercatori hanno misurato i livelli di decine di proteine ​​nel CSF dei partecipanti; la riduzione della tau dal trattamento con atomoxetina era piccola (circa il 5% su sei mesi) ma se sostenuta, potrebbe avere un effetto maggiore sulla patologia del MA. Non è stato osservato alcun effetto significativo sull'Aβ.


Inoltre, nei partecipanti che assumevano atomoxetina, i ricercatori sono riusciti a rilevare un aumento del metabolismo nel lobo temporale mediale, cruciale per la memoria, tramite scansioni cerebrali PET (tomografia ad emissione di positroni).


I partecipanti allo studio hanno iniziato con una dose bassa di atomoxetina e l'hanno aumentata fino alla dose più alta di 100 mg al giorno. I partecipanti hanno sperimentato perdita di peso (4 kg in media) e un aumento della frequenza cardiaca (circa 5 battiti al minuto) mentre prendevano atomoxetina, ma non hanno mostrato un aumento significativo della pressione sanguigna. Alcune persone hanno riferito effetti collaterali come sintomi gastrointestinali, secchezza della bocca o vertigini.


La FDA ha approvato nel 2002 l'atomoxetina per l'ADHD (attention deficit hyperactivity disorder, disturbo di deficit dell'attenzione e iperattività) per bambini e adulti, e il farmaco ha dimostrato di essere sicuro negli anziani. È considerato a basso potenziale di abuso, in confronto con gli stimolanti convenzionali che vengono in genere prescritti per l'ADHD.


Guardando al futuro, è ora possibile vedere con la risonanza magnetica l'integrità del locus ceruleus nelle persone viventi, quindi potrebbe essere una parte importante di un più ampio studio successivo, dice Weinshenker. Gli effetti dell'atomoxetina sono stati studiati di recente nelle persone con Parkinson, e i benefici sembrano essere maggiori in coloro che hanno una integrità ridotta del locus ceruleus.

 

 

 


Fonte: Emory University via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Allan Levey, Deqiang Qiu, Liping Zhao, William Hu, Duc Duong, Lenora Higginbotham, Eric Dammer, Nicholas Seyfried, Thomas Wingo, Chadwick Hales, Malú Gámez Tansey, David Goldstein, Anees Abrol, Vince Calhoun, Felicia Goldstein, Ihab Hajjar, Anne Fagan, Doug Galasko, Steven Edland, John Hanfelt, James Lah, David Weinshenker. A phase II study repurposing atomoxetine for neuroprotection in mild cognitive impairment. Brain, 17 Dec 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.