Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La demenza è una sfida globale: qualcuno è pronto ad affrontarla?

Un rapporto dell'Università di Birmingham ha concluso che i governi nazionali, i servizi sanitari e sociali, le imprese, le famiglie e le comunità devono trovare nuovi modi per rispondere al crescente numero di persone con demenza e sostenere la famiglia e gli amici che si prendono cura di loro.


La School of Social Policy dell'Università di Birmingham, su commissione della Walgreens Boots Alliance, ha prodotto un documento politico sui bisogni degli assistiti di persone con demenza in diverse società.


Concentrandosi su Regno Unito, Stati Uniti, Norvegia, Australia e Sud Africa, il rapporto esplora il numero e l'esperienza dei caregiver di persone con demenza in ogni contesto, prima di passare alla revisione delle evidenze della ricerca e di identificare esempi di buone pratiche da interviste con i principali produttori di politiche, organizzazioni di assistenza, leader di servizio pubblico, organizzazioni di volontariato, imprese e accademici.


Nel complesso:

  • Questa è una grande sfida in tutto il mondo e tutti i segnali mostrano che diversi paesi non sono pronti ad affrontare le conseguenze di questi cambiamenti demografici.
  • Ognuno avrà un ruolo nel rispondere a queste sfide, non può essere solo responsabilità dei servizi sanitari e sociali.
  • Potrebbero esserci vantaggi per le aziende sensibili ai bisogni delle persone con demenza e ai loro caregiver; la demenza colpisce un ampio gruppo di potenziali clienti e una grande percentuale della forza lavoro.
  • Il supporto per i caregiver può essere non uniforme e il supporto emotivo e psicologico è spesso trascurato.
  • Dobbiamo riconoscere la diversità delle persone che assistono e delle situazioni di cura: ognuno è diverso e un approccio 'unico per tutti' non funzionerà.


In risposta, la relazione richiede:

  1. Nuove ricerche per concentrarsi non solo su malattie specifiche, ma anche sulle cause e la natura stessa della fragilità. Ciò dovrebbe includere la raccolta di dati clinici, biologici, sociali e psicologici man mano che le persone invecchiano, per identificare le persone più a rischio di fragilità (e la demenza è una di tali condizioni) e puntare ciò che provoca la fragilità, per sviluppare nuovi approcci che ritardano la progressione o addirittura per invertire del tutto la fragilità.
  2. Azioni per aiutare le persone a riconoscere che sono 'caregiver' e per indicare le fonti di sostegno esistenti. Questo deve accadere nella quotidianità, negli ambienti della comunità, non solo nei servizi sanitari e sociali specializzati. Al momento troppe persone non si rendono conto che l'etichetta di 'caregiver' si applica a loro e quindi non accedono al supporto per i caregiver.
  3. Inglobare i consigli e le informazioni nella vita di tutti i giorni, in modo che le persone e le famiglie abbiano maggiori possibilità di pianificare in anticipo. Nel Regno Unito e in Norvegia, ad esempio, le nuove famiglie ricevono una 'baby box' contenente prodotti per il bambino e informazioni sulla genitorialità (sponsorizzate da aziende i cui prodotti sono contenuti nella confezione). Allo stesso modo, potrebbe esserci spazio per ciò che alcuni dei nostri partecipanti hanno descritto come 'un pacchetto di assistenza', una raccolta di informazioni sull'impatto dell'invecchiamento (compresi i primi segni di demenza), sulla pianificazione finanziaria per la vita futura e sui servizi sanitari e sociali disponibili, che potrebbe essere distribuito a tutti a una particolare età.


Altrove, le relazioni sottolineano:

  • L'importanza di soddisfare i bisogni emotivi e sociali dei caregiver, insieme a bisogni sanitari e finanziari più tangibili.
  • La necessità di riconoscere la diversità dei caregiver e dei contesti di cura, in modo che le risposte siano adattate alle esigenze e alle circostanze individuali. Le pressioni possono essere particolarmente intense per la cosiddetta 'generazione sandwich', quella in cui la persona di mezza età deve destreggiarsi tra la cura di un genitore con demenza, la crescita dei figli e il mantenimento del lavoro retribuito.
  • La necessità di fornire un supporto maggiore e migliore, senza assumere che il solo fatto che i caregiver continuano nel ruolo di assistenza sia necessariamente un buon esito.
  • La necessità di affrontare lo stigma e l'isolamento sociale e di sfidare le assunzioni culturali sulla natura dell'assistenza (per esempio, che le famiglie vogliono prendersi cura l'una dell'altra, che l'assistenza è una responsabilità principalmente femminile e che alcune comunità si prendono cura dei propri cari più di altre).
  • L'importanza prioritaria delle relazioni, tra chi presta assistenza e la persona che viene curata, tra i membri delle comunità locali e tra la famiglia e i servizi formali.


Siân Thomas, docente del Dipartimento di Lavoro Sociale e Assistenza Sociale dell'Università di Birmingham, che ha collaborato alla stesura del rapporto, ha dichiarato:

"La demenza è una delle maggiori sfide che ci attendono in tutto il mondo, indipendentemente dalla posizione geografica. Gran parte della responsabilità di sostenere le persone con demenza ricade sulla loro famiglia e sui loro amici e dobbiamo fare di più per sostenere questi caregiver. La cura può spesso essere una cosa positiva - prendersi cura di qualcuno implica occuparsene - ma può anche porre intollerabili pressioni su individui e famiglie se non sono adeguatamente supportati, e se non hanno la scelta di diventare 'caregiver' o no".


Richard Ellis, Vicepresidente per la Responsabilità Sociale Aziendale di Walgreens Boots Alliance, ha dichiarato:

"Siamo lieti di aver commissionato questo rapporto, definendo una delle principali sfide per la salute che ci attendono come società, nel tentativo di migliorare il supporto per i caregiver e aiutare a identificare soluzioni radicali. Tutti noi abbiamo un ruolo per rendere le nostre comunità migliori posti in cui invecchiare, e le proposte qui presentate aiuteranno i politici, i datori di lavoro, i servizi sanitari e sociali e la società nel suo insieme a riflettere su ciò che dobbiamo fare in modo diverso".

 

 

 


Fonte: University of Birmingham (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Rapporto completo (inglese): Glasby, J. and Thomas, S. (2019) Understanding and responding to the needs of the carers of people with dementia in the UK, the US and beyond.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.