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La maggior parte dei disturbi mentali non sono malattie mentali

Nonostante alcuni disturbi mentali siano anche malattie mentali, molti non lo sono. Per capire cosa intendo, possiamo iniziare con un buon esempio di un disturbo mentale che è anche una malattia mentale.


Una malattia può essere spiegata come 'biologia rotta' che diventa un danno. Dato questo, le malattie mentali sono condizioni che coinvolgono processi mentali deteriorati che possono essere compresi in termini di guasti nocivi nella ​​neurobiologia.


Il morbo di Alzheimer (MA) è un esempio evidente e corretto. Il funzionamento neurobiologico del sistema della memoria e degli altri processi neurocognitivi si rompe in un modo che altera gli schemi del comportamento mentale della persona.


Tuttavia, i disturbi mentali più comuni trattati in psicoterapia non sono malattie mentali. Perché la nostra società pensa a così tanti problemi mentali in termini di 'squilibrio chimico' che deve essere trattato da professionisti, spesso con farmaci? Perché la scienza naturale empirica, tradizionale e moderna (chiamiamola 'conoscenza tradizionale dell'uomo'), ha la tendenza ad essere riduzionistica a livello di meccanismi, e non ha ancora sviluppato un buon modello consensuale dei processi mentali umani.


Di conseguenza, la salute è spesso inquadrata troppo fortemente in termini di medicina biologica, e i campi medici si fondano sulla 'conoscenza tradizionale dell'uomo', e abbiamo istituzionalizzato l'idea che la salute sia trattata dai medici e che le malattie 'reali' siano una funzione della biologia rotta.


La stragrande maggioranza dei disturbi mentali sono 'condizioni nevrotiche' che non possono essere ridotte a meccanismi biologici rotti. Al contrario, sono causate da schemi disadattivi trincerati, del pensiero, delle percezioni, delle azioni, e altri relativi, che sono associati con la sofferenza e la mancanza di soddisfazione.


Poiché la società moderna è molto malata, non è una sorpresa che stiamo assistendo a una massiccia crisi di salute mentale. Quasi certamente non stiamo vedendo un'epidemia di cervelli rotti. Piuttosto, stiamo vedendo un gran numero di persone che non hanno idea di come trattare le emozioni negative, nessuna idea di cosa assomigli alla soddisfazione autentica, uno stress enorme nel tentare di imitare qualche nozione di successo consumistico che ci viene costantemente pubblicizzato, un ambiente caotico di informazione, relazioni confuse e tese tra identità polarizzate, e una società che impiega un 'modello di malattia-pillola' della salute mentale che deriva dal fatto che le conoscenze tradizionali dell'uomo non hanno mai sviluppato una buona soluzione al problema mente-corpo.


Per essere certi, il modello di base della salute mentale umana è piuttosto semplice. Il benessere psicosociale si ottiene quando gli esseri umani

  1. si sentono conosciuti e apprezzati da altri importanti;
  2. si sviluppano e crescono in un ambiente sicuro che sa come generare un rifugio sicuro da esplorare e sfidare;
  3. hanno identità chiare su chi sono e hanno buone relazioni tra la testa e il cuore;
  4. sono in grado di imparare e adattarsi con significato e scopo;
  5. si sentono collegati ad una società sana che ha un rapporto sano con il mondo naturale.


La società moderna non raggiunge bene questo allineamento. È atomizzata, gli individui probabilmente non fanno parte di una comunità in buona salute (da cui l'epidemia di solitudine). È ancorata ai rapporti capitale-lavoro, dove gran parte dello scambio umano è mercificato e strumentalizzato, così che la norma è l'influenza e il controllo sociale per il rafforzamento esterno (cioè il denaro), piuttosto che connessione autentica che genera un senso che le persone sono conosciute e valorizzate. I suoi sistemi di conoscenza sono frammentati e, a causa dell'Enlightenment Gap (lacuna di illuminismo), eccessivamente riduzionista e meccanicistico.


Di conseguenza, non sappiamo letteralmente come parlare dell'anima umana, e dobbiamo ancora costruire un filosofia/religione efficace per il 21° secolo, che permetta la crescita di un orientamento di saggezza coerente con la conoscenza degli uomini. E poiché abbiamo perso il contatto con la saggezza, e le virtù che essa coltiva, noi invece cerchiamo di avvolgere i nostri ragazzi in una bolla di 'ricerca della sicurezza', che serve solo a renderli più vulnerabili.


La linea di fondo è che ci troviamo di fronte ad una crisi di salute mentale, perché la società moderna è rotta in termini di capacità di aiutare l'anima umana a trovare nutrimento e di orientare verso il bene.


Incorniciato in questo modo, non sorprende che così tante persone stiano soffrendo e siano intrappolate in schemi disadattivi. A dire il vero, la soluzione a questo triste stato di cose non sarà nella terapia per tutti. Piuttosto, dobbiamo metterci insieme, tra noi stessi, con altri importanti, le nostre comunità, le nostre nazioni e la Madre Terra, per avviare il processo di trovare modi di essere che ci permettono di coltivare collettivamente energia di saggezza per i sistemi di ogni livello di analisi, nei decenni a venire.

 

 

 


Fonte: Gregg Henriques PhD, professore di psicologia alla James Madison University

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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