Iscriviti alla newsletter

Il tasso di demenza sta calando?

Forecasted dementia ratesProiezione dell'incidenza annua della demenza in base ai tassi correnti (linee continue) e ipotizzando che continui la tendenza decrescente (tratteggiate). I tassi attuali sono del World Alzheimer Report 2012, che a quel tempo stimava 682 milioni di nuovi casi nel periodo 2010-2050.

Con una stima di 47 milioni di persone in tutto il mondo che vivono con la demenza, nonché con il rapido invecchiamento della popolazione nella maggior parte dei luoghi, i ricercatori e le agenzie sanitarie stanno da tempo avvertendo dell'arrivo di una 'onda grigia', poiché il numero di nuovi casi di demenza triplicherà nei prossimi tre decenni.


Dato il conseguente aumento dei costi socio-economici per l'assistenza di questi pazienti addizionali con demenza, si prevede che i sistemi sanitari di tutto il mondo saranno sempre più sopraffatti dai costi di cura della demenza, insieme a tutti gli altri bisogni di assistenza sanitaria in una popolazione che invecchia.


Ma un nuovo studio pubblicato sulla rivista Neurology suggerisce che questo onere previsto di assistenza della demenza potrebbe non essere così disastroso come indicavano le ricerche precedenti. Lo studio presenta i risultati di un progetto di ricerca globale, l'Alzheimer Cohorts Consortium (ACC) che ha esaminato migliaia di individui over-65 tra il 1988 e il 2015.


Composto da nove studi di coorte condotti in Stati Uniti, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito e Islanda, l'ACC ha raccolto dati su oltre 49.202 partecipanti (59% femmine), compresi i dati demografici e medici, tra cui il tipo di diagnosi di demenza. Nel complesso, 4.253 dei partecipanti allo studio hanno avuto la diagnosi di una qualche forma di demenza prima del 2015 e l'incidenza di nuove diagnosi di demenza è in aumento costante con l'età.


Contrariamente alle aspettative, però, i ricercatori hanno trovato una diminuzione del 13% per decennio nella demenza di tutte le cause dal 1998. Un simile calo ha riguardato solo i casi di morbo di Alzheimer (MA), e gli uomini hanno un decremento molto più elevato rispetto alle donne (24% invece di 8%).


Sulla base di questi risultati, e supponendo che questa tendenza continui nei prossimi decenni in Europa e in Nord America, ci possono essere 15 milioni di casi di demenza in meno rispetto a quelli attesi, solo nei paesi ad alto reddito. Se la stessa tendenza potesse manifestarsi in tutto il mondo, questo potrebbe significare 60 milioni di nuovi casi di demenza in meno entro il 2040. Anche se questi risultati sembrano contraddire le proiezioni precedenti, più pessimistiche, dei casi futuri di demenza, queste tendenze temporali sembrano abbastanza robuste nel tempo e tra paesi diversi.


Allo stato attuale, non ci sono spiegazioni facili del motivo per cui sembra esserci questo calo. “Si tratta di un'osservazione molto importante, non solo di per sé ma, ovviamente, per scoprire le ragioni di questo declino”, ha detto l'autore senior Albert Hofmann in una recente intervista. Hofman, che presiede anche il Dipartimento di Epidemiologia della Harvard University, riconosce che la vera spiegazione di questo declino è probabilmente legata al miglioramento complessivo delle cure mediche per gli anziani nei paesi sviluppati negli ultimi decenni.


Ad esempio, dato che i fattori cardiovascolari possono sicuramente aumentare il rischio di demenza, i progressi della medicina per ridurre questi fattori di rischio possono probabilmente migliorare pure la salute del cervello. La ricerca ha da tempo suggerito che l'ipertensione e altre complicazioni cardiovascolari possono potenzialmente danneggiare i piccoli vasi sanguigni che arrivano al cervello.


Di conseguenza, il flusso di sangue al cervello può essere drasticamente ridotto, portando alla morte dei neuroni. Anche i cambiamenti nei vasi sanguigni di tutto il corpo possono interagire con altri meccanismi fisiologici, causando un aumento della presenza di proteine amiloide e tau, ​​che possono accumularsi nel cervello delle persone con MA e altre forme di demenza.


Ma negli ultimi decenni, più persone che mai hanno beneficiato di una migliore gestione del rischio cardiovascolare, compreso l'uso di statine e altri farmaci per controllare la pressione alta, il colesterolo, e l'infiammazione. Questi farmaci, insieme a programmi di riabilitazione cardiovascolare volti a scoraggiare il fumo, così come l'introduzione di altri cambiamenti per uno stile di vita sano (tra cui una dieta migliore ed esercizio fisico), hanno contribuito ad assicurare una vita più sana a molte persone che altrimenti potrebbero avere sviluppato la demenza.


Allo stesso tempo, purtroppo, abbiamo anche visto un forte aumento del diabete e dell'obesità nei paesi occidentali, due fattori di rischio che, avverte Hofman, “certamente non hanno aiutato” a frenare la demenza.


Un'altra possibilità sollevata dal Hofman è un maggiore accesso all'istruzione e ad altre forme di stimolazione mentale che possono aiutare gli anziani a mantenere attivo il loro cervello. Anche se le prove disponibili sono ancora limitate, l'aumento della stimolazione mentale sotto forma di formazione continua e attività connesse possono contribuire a rafforzare la riserva cognitiva, che è la capacità del cervello di resistere ai danni.


Chiamata anche riserva cerebrale, gli studi hanno dimostrato che questo aumento di resistenza ai danni può avere un ruolo importante nel prevenire il deterioramento cognitivo in molti pazienti con demenza. Secondo diversi studi che hanno esaminato il cervello sottoposto ad autopsia di pazienti anziani, fattori come l'aumento del peso del cervello, la perdita ridotta di neuroni, e un maggiore sviluppo corticale, sembrano avere un ruolo forte per aiutare gli anziani a resistere alla patologia del MA, almeno in parte.


Certo queste previsioni sul rischio futuro di demenza, anche se ottimiste, non implicano necessariamente che tutti noi dovremmo smettere di preoccuparci dell'«onda grigia» futura e del suo potenziale impatto sulla sanità. Ma suggeriscono che cure mediche adeguate e l'attività continua, sia mentale che fisica, potrebbero aiutare gli anziani ad una vita più lunga e più produttiva.

 

 

 


Fonte: Romeo Vitelli PhD (psicologo) in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Frank Wolters, ..., Anna Zettergren, Albert Hofman. Twenty-seven-year time trends in dementia incidence in Europe and the United States.The Alzheimer Cohorts Consortium. Neurology, 1 Ju 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La demenza ci fa vivere con emozioni agrodolci

23.05.2023

Il detto è: dolce è la vita. E, anche se vorremmo momenti costantemente dolci, la vita...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo;...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è u...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Farmaci per il sonno: limitazioni e alternative

18.04.2023

Uno studio pubblicato di recente sul Journal of Alzheimer's Disease è l'ultima...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensoria…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il ris...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.