Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Abbiamo progettato un anticorpo che rileva le particelle tossiche dell'Alzheimer nel cervello'

Antibodies attack pathogens in the body

Il morbo di Alzheimer (MA) è la principale causa di demenza, che in tutto il mondo colpisce più di 35 milioni di persone (50, comprendendo anche le altre cause di demenza). Questa malattia è ancora incurabile, perché non sappiamo ancora come fermarla, impedirla, o anche solo rallentarla. Ma la nostra ricerca recente può contribuire a cambiare tutto questo. Abbiamo progettato un anticorpo che è in grado di rilevare le particelle tossiche nel cervello ritenute causa del MA.


La perdita di memoria e il deterioramento cognitivo causati dal MA possono essere fatti risalire ad un danno progressivo al tessuto cerebrale. Le origini di questo danno sono ancora dibattute, ma molti pensano che sia causato dall'aggregazione di proteine ​​nel cervello delle persone con la malattia.


Sappiamo che un tipo di proteina, chiamata amiloide-beta, si accumula in grandi placche nel cervello dei malati di MA. Sebbene la presenza di tali placche sia molto preoccupante, ancor più minacciosa è la formazione di grumi molto più piccoli di questa proteina, chiamati oligomeri. Questi oligomeri possono essere altamente tossici per i neuroni e per le altre cellule cerebrali.


Secondo l'«ipotesi amiloide» prevalente, il processo di aggregazione crea oligomeri che innescano i processi patologici che alla fine portano alla morte dei neuroni, e quindi alla perdita di memoria e al calo delle capacità cognitive. Tuttavia, non sapendo con certezza il numero e la posizione nel cervello di questi oligomeri, è difficile provare o confutare l'ipotesi amiloide. Finora, gli studi clinici di farmaci che puntavano l'amiloide hanno fallito, perché i ricercatori non sono riusciti a dire se questi farmaci possono ridurre specificamente il numero di oligomeri nei pazienti.

 

Anticorpi di Alzheimer

Per affrontare questo problema, ci siamo concentrati sugli anticorpi, proteine ​​usate dal sistema immunitario che possono riconoscere e neutralizzare gli agenti patogeni dannosi, come batteri e virus. Poiché hanno una capacità fenomenale di legarsi ai loro obiettivi, abbiamo deciso di usarli per riconoscere gli oligomeri, e legarsi a loro.


Dal momento che l'ipotesi amiloide assume che tali oligomeri sono i principali agenti patogeni che causano il MA, essere in grado di rilevare e quantificare il loro numero nel cervello ci permetterà di controllare meglio e curare il MA. L'anticorpo che abbiamo progettato è in grado di legarsi specificamente agli oligomeri, così è possibile rilevarli nel cervello e contare quanti ne sono presenti.


Poiché questi oligomeri sono di breve durata, è molto impegnativo usare metodi tradizionali, come l'immunizzazione, per generare anticorpi in grado di legarsi ad essi. Abbiamo sviluppato un approccio computazionale per progettare un anticorpo che si lega a una regione molto speciale dell'amiloide-beta, accessibile solo negli oligomeri. Abbiamo poi testato questo anticorpo nei vermi e nei topi per verificare la sua capacità di legarsi agli oligomeri.


L'anticorpo può essere usato per diagnosticare il MA, rilevando la presenza di un numero abnorme di oligomeri. Ciò è possibile perché l'anticorpo che abbiamo progettato si lega specificamente agli oligomeri anche in campioni complessi, come ad esempio nei tessuti cerebrali. Questo significa che più volte vediamo un anticorpo legarsi a qualcosa, più alto è il numero di oligomeri.


Questo anticorpo può aiutare il processo di scoperta di nuovi farmaci, misurando se un candidato farmaco può ridurre il numero di oligomeri durante gli studi pre-clinici. Può essere usato anche durante gli studi clinici per rilevare il numero di oligomeri in pazienti che hanno il MA, ma non mostrano ancora deterioramento cognitivo. Questo anticorpo può anche essere usato per monitorare l'efficacia di un farmaco nel ridurre il numero di oligomeri nei pazienti, rispetto al gruppo placebo.


Anche se sono necessarie ulteriori ricerche, credo che l'ipotesi amiloide sia fondamentalmente corretta, e che gli oligomeri di amiloide-beta siano la causa più probabile del MA. Sono ottimista sul fatto che questo nuovo anticorpo potrà aiutare a convalidare questa ipotesi, determinando in tal modo le scoperte farmacologiche che possono ridurre tali oligomeri dannosi nel cervello.

 

 

 


Fonte: Michele Vendruscolo, professore di biofisica all'Università di Cambridge

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.