Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Caregiver di Alzheimer: come gestire o superare la rabbia?

Gli esseri umani non sono perfetti e i caregiver del morbo di Alzheimer (MA) non possono aspettarsi di mantenere sempre un atteggiamento perfetto.


Il caregiving è un compito complesso, che porta inevitabilmente un flusso di emozioni, e la rabbia è un'emozione che rimane una sfida particolare. Ma i caregiver dovrebbero riconoscere che la rabbia cronica può avere effetti collaterali fisici, come ipertensione, infarto e malattie cardiache, disturbi del tratto digestivo e mal di testa.


La persona con MA o altra demenza a volte può essere agitata e persino aggressiva, e ciò può causare molto stress al caregiver, rendendo il suo ruolo molto difficile e travolgente.


Quando il caregiver non riesce a controllare queste situazioni, può iniziare a sentirsi arrabbiato. Questa è una reazione normale. La maggior parte dei caregiver, in un momento o nell'altro, ha voglia di stringere i pugni o addirittura di urlare dalla frustrazione. La chiave è trovare il modo di affrontare queste emozioni di rabbia.


Il caregiver deve ricordare che le azioni dell'individuo affetto non hanno nulla a che fare con lui. A volte capire le ragioni di un comportamento può ammorbidire la reazione rabbiosa del caregiver.


Un'idea è quella di deviare l'attenzione per risolvere l'ansia dell'individuo interessato, come dargli qualcosa di divertente da fare. Ciò può alleviare parte della frustrazione del caregiver che può portare alla rabbia.


I caregiver devono riconoscere il loro valore e praticare il perdono. Quando si sentono frustrati o arrabbiati, i caregiver dovrebbero prendersi un momento per riconoscere le ore di amorevole cura che hanno dato, comprese le molte volte in cui hanno mostrato grande pazienza e compassione. E i caregiver dovrebbero fermarsi e riconoscere che stanno facendo la differenza nella vita dei loro cari e che hanno un ruolo significativo in questo.


Quando non esprime la rabbia accumulata, il caregiver può provare depressione e ansia. E quando la rabbia esplode, può compromettere le relazioni ed essere dannosa per gli altri.


I caregiver dovrebbero gestire la loro rabbia imparando ad esprimerla in modo sano. Esercizi fisici e respirazione profonda sono dei modi per portare la rabbia imminente in uno stato più calmo.


I caregiver devono stare attenti al loro benessere mentale e fisico ed essere proattivi nel trovare risorse per farsi assistere nelle responsabilità del caregiving, come le cure di sollievo e i servizi di supporto da fornitori sanitari. L'errore più grande che commettono i caregiver è non prendersi del tempo per loro stessi.


Dare un pugno a un cuscino o andare in un'altra stanza e buttare fuori tutto è uno sfogo salutare della rabbia e può essere molto terapeutico. Anche il journaling [tenere un diario] è un buon esercizio per i caregiver di MA, poiché scrivere i sentimenti può promuovere un senso di benessere e può essere anche catartico.


A volte i caregiver hanno ogni motivo per sentirsi arrabbiati, poiché stanno lottando per la vita dei loro cari e per il diritto di reclamare la propria vita.


Alla fine, l'emozione della rabbia è collegata all'amore. I caregiver si arrabbiano perché stanno perdendo qualcuno che amano e che è prezioso per loro, perché la loro vita è stata interrotta, perché la persona amata ha questa malattia debilitante e perché devono imparare un nuovo modo di amare e di vivere con un individuo che sta dimenticando di amare e vivere.


La prossima settimana parleremo della difensiva, un'altra delle sette emozioni mortali nel caregiving di Alzheimer.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.