Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una relazione forte rende più facile prendersi cura di una persona cara con demenza

Nei prossimi 15 anni quasi raddoppierà il numero di persone che vivranno con una demenza, il che significa che sempre più famigliari diventeranno caregiver. Se hai una persona cara a cui è stato diagnosticato un lieve decadimento cognitivo o una demenza precoce, c'è molto che puoi fare ora per gettare le basi per un'assistenza futura più agevole.


Forse la cosa più importante è stabilire il miglior rapporto possibile con la persona cara e lavorare sui problemi di comunicazione, se questo è un problema. Essere caregiver per qualcuno, che sia un partner, un genitore o un familiare, riflette la tua relazione con lui. Molte persone assumono il ruolo per diversi motivi, ma coloro che mantengono l'affetto e il rispetto per la persona di cui si occupano, sperimentano meno difficoltà quando il peso diventa forte.


Questo non significa che avere un rapporto perfetto sia il prerequisito per essere un caregiver, ma quando si è trattato dei miei defunti genitori, la mia relazione positiva con loro, così come quella di mia sorella, ci ha aiutato a muoverci nelle fasi successive.


Le persone con demenza di solito sperimentano un declino progressivo della capacità di ricordare, capire, comunicare e completare le attività quotidiane. Allo stesso tempo, il ruolo e la responsabilità del caregiver diventano gradualmente più intensi, a partire dal ricordare gli impegni, gestire le visite occasionali, aiutare nelle faccende domestiche e assumersi ulteriori compiti aggiuntivi.


Per i caregiver, questo nuovo ruolo è come essere costantemente nel mezzo di un tiro alla fune, un numero di equilibrismo onnicomprensivo. Lo sviluppo della resilienza [capacità di recupero] aiuta i caregiver ad affrontare le sfide future. Un modo per creare quella flessibilità extra è sviluppare i modi per pensare positivamente alla tua responsabilità.


È fondamentale conoscere le insidie. Essere iperprotettivi è una fonte comune di conflitto. Anche se la demenza ostacola le capacità di una persona, la sua indipendenza conta ancora molto. I caregiver possono oltrepassare i confini quando prendono il comando per ordinare al ristorante, criticare le scelte di abbigliamento e organizzare le attività di cui la persona colpita non gode. La vita è piena di rischi e solo perché qualcuno ha una diagnosi di lieve decadimento cognitivo, demenza o Alzheimer, non significa che abbia perso completamente tutte le sue capacità.


I medici possono fornire la prognosi della persona e affrontare i sintomi e i problemi comuni a cui prestare attenzione, ma alla fine la malattia è imprevedibile. Se sei un caregiver, è importante trovare un equilibrio tra gestione dei rischi / evitare le cadute / il wandering [vagare perdendosi] / i rischi in cucina, e aiutare la persona cara a vivere una vita piena e indipendente. Quando l'indipendenza non è più possibile, è allora che devono essere prese le decisioni più importanti.


Non è insolito per una persona con demenza rifiutare inizialmente di vivere a casa propria con l'assistenza personale o trasferirsi in una struttura di assistenza. Portare la persona cara in tranquillità nella situazione scelta è il modo migliore per gestire le sue preoccupazioni. Se speri di attivare l'assistenza a domicilio, inizia con un supporto a tempo parziale, per dare alla persona cara la possibilità di abituarsi all'idea.


Per il mio defunto padre, il trasferimento in una casa di riposo fu inizialmente fissato come prova di tre mesi. Quando è terminato il periodo di prova, ha scelto di rimanere perché ha capito di aver tratto benefici dalle cure e ha apprezzato l'ambiente e le attività sociali disponibili.


C'è la credenza comune che, una volta che la persona assistita viene trasferita in una struttura, il ruolo del caregiver è finito. Questo è lontano dal vero. Nuove sfide sorgeranno e i caregiver saranno i primi chiamati se succede qualcosa. I caregiver possono prepararsi informandosi attraverso fonti affidabili sulla demenza e sull'assistenza, come associazioni, siti specializzati, organizzazioni pubbliche. Affidarsi alle persone e ai programmi coinvolti nell'assistenza di una persona cara faciliterà la transizione.


Per molti caregiver, il burnout [esaurimento psico-fisico] è un problema fin troppo comune, che porta al risentimento e a minore resilienza. Se sei caregiver, evita il burnout seguendo questi passaggi:

  • Mantieni vivi altri aspetti della tua vita, che si tratti di vedere gli amici, tenere il passo con gli hobby o far crescere la tua famiglia. Tutti hanno un ruolo nel benessere del caregiver.
  • Approfitta dei centri sollievo o dei diurni per adulti con demenza della tua città, se esistono. Questo offre non solo sollievo, ma anche opportunità sociali per le persone con demenza.
  • Informati sulle risorse per caregiver per evitare di rimanere isolato e sopraffatto dalla situazione. Ci sono gruppi di auto-mutuo-aiuto, di supporto e formazione, consulenza e supporto per l'accesso, per aiutarti a far fronte.

 

 

 


Fonte: Dr. Michael Gordon (University of Toronto) in The Star (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)