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La diagnosi di demenza coinvolge tutta la famiglia, non solo il paziente

Cara Mary, io e mia sorella siamo molto preoccupati per nostro padre, anche se è mia madre che ha avuto la diagnosi di demenza progressiva. Egli insiste a fare tutto da solo, anche se la sua condizione è in costante peggioramento. In realtà, egli non ammette che la salute della mamma stia declinando o che stia funzionando in modo sempre più difficile.

Io e mia sorella abbiamo cercato di parlare con lui di questo e ci siamo entrambi offerti di aiutare con la sua cura, ma non ce lo permette. Conosciamo la prognosi della mamma e cosa aspettarsi, ma ora siamo preoccupati per la salute di papà.


Caro lettore
, non è insolito per il coniuge essere in diniego, quando si tratta del declino della salute dell'amato, ma capisco anche la vostra preoccupazione per la salute fisica e mentale del papà. Inoltre non è insolito che egli non risponda alla vostra consapevolezza del declino della mamma; dopo tutto, voi siete i suoi figli (qualunque sia la vostra età) e lei è sua moglie.

Può essere utile aggiornare il medico di tua madre sulla situazione: del declino di tua madre, così come della negazione e del sovraccarico di caregiving di tuo padre. Chiedi al papà se è il caso di riunire la famiglia dal medico, in modo da capire meglio dov'è la mamma nel percorso della malattia e che cosa ci si può aspettare nel prossimo futuro.

Cercate di non sopraffare il papà con quello che ci si può aspettare, visto che la salute della madre continua a peggiorare; piuttosto, usate le informazioni del medico per supportarlo nella pianificazione dell'assistenza. Sembra che lui sia molto orgoglioso del buon lavoro che ha fatto; fategli sapere che anche voi siete orgogliosi di lui, e continuate ad offrire il vostro aiuto. Verrà il giorno che non potrà che accettare.

 


 

Cara Mary, di recente una collega caregiver mi ha detto che prendersi cura di suo padre le dà tanta gioia da non riuscire a immaginare di non farlo per sempre. Vorrei essermi sentita così! Amo mia madre e voglio aiutarla per quanto mi è possibile, ma mi preoccupo di non fare bene le cose e non fare abbastanza per lei. C'è un modo per cui posso trovare "gioia" in tutte le attività di caregiving che riempiono le mie giornate?


Caro lettore
, non conosco alcun caregiver che sapesse che il suo destino nella vita era di assistere o che abbia ricevuto una formazione su come essere un caregiver. Il caregiving è quasi sempre un ruolo inaspettato che ci viene addosso quando siamo nel bel mezzo di una vita intensa ed attiva.

Sii certo, però, che molte delle esperienze della tua vita ti hanno preparato per questo nuovo ruolo. Pensa alle volte che ti sei sentito male e come volevi che le persone si prendessero cura di te; pensa alle frustrazioni che hai provato quando eri malato o ferito e non potevi fare quello che volevi.

Valuta che tipo di assistenza richiede tua madre, compreso quello che lei può ancora fare per se stessa. Coinvolgila più a lungo possibile nella pianificazione della sua assistenza. Sii disposto a rivalutare la situazione quando la sua salute declinerà e anche a rivalutare i cambiamenti del tuo ruolo. Impara ad accettare i cambiamenti fisici, comportamentali e cognitivi di ​​tua madre e ad accettare il fatto che non puoi cambiare il risultato della sua malattia.

Individua le risorse nella tua comunità che possono supportare te e tua madre. Non esitare a chiedere aiuto, e non esitare ad accettare aiuto quando viene offerto.

 

 

 


Fonte: Mary Chaput in Capital Gazette (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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