La lettera: Mio marito ha avuto la diagnosi di demenza tre anni fa. Ora è temporaneamente in un centro sollievo, che diventerà di assistenza permanente poiché sono esausta.
La nostra grande famiglia è sparpagliata in tutto il paese. Restiamo sempre in contatto e vediamo con regolarità i figli che vivono vicino. I figli maschi mi hanno aiutato nell'assistenza, soprattutto 'babysitting'.
Lo scorso anno, il contatto con la figlia che vive qui è consistito principalmente nelle mie visite a lei e alla sua famiglia con mio marito, fino a quando la sua scarsa mobilità non l'ha reso difficile ed è entrato nel centro sollievo.
Fino a un anno fa, mia figlia veniva a trovarci regolarmente con i suoi figli, poi queste visite si sono interrotte, tranne che per i giorni di festa. E' iniziato quando ha avuto un'operazione e non riusciva a guidare e ora lei non ha una macchina. Poiché viviamo in aree diverse, viaggiare in autobus è complicato e ora è anche incinta. Visto che è difficile per me andare da lei ogni settimana, anche una sua visita di tanto in tanto renderebbe un po' più sopportabile la nostra situazione terribile.
Cerco comunque di vederla ogni settimana poiché siamo vicine. Non voglio essere una mamma bisognosa, ma lo sono. Non voglio farglielo pesare. Il suo secondo marito vive vicino ai suoi genitori, ma anche se è gentile con me, non mi dà alcun aiuto. In realtà, mi sento più vicino ai suoi genitori che a lui. Mio nipote (dal primo matrimonio di mia figlia) è stato in difficoltà di recente. L'ho aiutato e spero che la situazione migliori presto.
Ho organizzato una terapia di consulenza per me e dovrei essere in grado di discutere i miei sentimenti. Sarò in grado di ripristinare il rapporto con mia figlia senza avere bisogno di lei? Sento che la mia casa è un guscio vuoto e triste, a volte. Mia figlia visita mio marito nella casa di cura, cosa che va bene, ma la settimana scorsa le ho chiesto di passare da me quando andava a trovare la sua amica qui vicino e lei l'ha fatto, ma ho dovuto chiederlo. Ho bisogno di un po' di chiarezza nella mia vita, dammi un consiglio.
Risponde Annalisa Barbieri: Stai attraversando un momento davvero difficile e hai la mia comprensione. Hai una famiglia grande e apparentemente amorevole, e deve sembrare che tutto stia cambiando e, ancora di più, che tutti i ruoli stanno cambiando. Ciò è estremamente destabilizzante. La contrapposizione tra come la tua famiglia era prima e come è ora, deve essere molto toccante. Sono contenta che hai trovato una terapia di consulenza; ciò è saggio e ti darà davvero sostegno.
Tu dici che non vuoi avere bisogno, ma talvolta va bene avere bisogno. Penso che anche tua figlia probabilmente abbia bisogno, ma in modo diverso. Non è insolito, quando i genitori invecchiano e diventano fragili o ammalati, che i figli adulti quasi si allontanino per paura. E' difficile per i figli pensare ai loro genitori come a individui non abili e sani. I figli adulti possono effettivamente iniziare a pretendere ancora di più dai loro genitori, nel tentativo di convincere se stessi che mamma e papà sono ancora lì per loro e sono ancora in grado di prendersi cura del bambino che ancora esiste in ognuno di noi.
In altre parole, stai affrontando una situazione importante, ma vale anche per tua figlia e può essere utile per te vedere le cose dal suo punto di vista, anche perché può aiutarti a gestire l'enorme fardello che stai portando. Inoltre, tua figlia ora è anche adulta, con responsabilità da adulti. Probabilmente da quando hai scritto ha avuto il bambino, così lei ha un bambino in più di cui prendersi cura; una adolescente che è stata in difficoltà, senza auto, con un padre con demenza e una madre che ha (comprensibilmente) bisogno di sostegno emotivo.
Non so se è la tua unica figlia, non lo dici, ma ti riferisci a lei come 'figlia locale', che potrebbe indicare che c'è una sorella. Potresti distribuire tra gli altri figli il carico che vorresti far sopportare a lei, anche se sono maschi? I figli possono far fronte a ben più del babysitting.
Dove si inserisce tua figlia nella famiglia: è la più giovane o la più vecchia, e rappresenta qualcosa di particolare per te? Mi chiedo, sei in grado di chiarire quello di cui hai paura, in relazione a tua figlia? Riusciresti a dirle come ti senti? Mi chiedo anche se riusciresti a fare il contrario di quello che secondo te è necessario: invece di chiederle aiuto, potesti offrirti di aiutarla (non sto dicendo che non lo stai già facendo), con il nuovo bambino, per esempio?
Non ti sentirai sempre così. Ci saranno momenti in cui i ruoli cambiano di nuovo e tornerà una nuova normalità. Ma quando passiamo attraverso grandi 'campi di forza' nella vita potrebbe essere necessario molto tempo per ritrovare i nostri passi nel nuovo paesaggio.
Fonte: Annalisa Barbieri in The Guardian (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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