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Alzheimer e religione: collaborazione tra Neuroscienze e teologia all'Università di Boston

Max Wallack scrive su Alzheimer's Reading Room
Alla fine degli anni '90, quando il dottor Patrick McNamara stava lavorando con i pazienti di Parkinson, era sorpreso di scoprire che questi raramente invocavano la fede religiosa per far fronte alla loro malattia. Era ulteriormente incuriosito dal fatto che questi malati di Parkinson prima di ammalarsi non erano meno religiosi rispetto alla popolazione generale. Questo ha portato il dottor McNamara "nella nascente comunità dei ricercatori che utilizzano la scienza per studiare la religione."

In un articolo pubblicato su BU Today, The Neuroscientist and the Theologian (Il Neuroscienziato e il Teologo), si racconta come il dottor McNamara ha unito le forze con il Dr. Wesley Wildman, professore associato di filosofia, teologia ed etica nella Facoltà di Teologia. Wildman era fisico e matematico prima di diventare uno studioso di religione, e lui "ha continuato a studiare e scrivere sull'intersezione tra le due materie".

Wildman&McNamara
Nel 2007, McNamara (foto a destra) e Wildman (foto a sinistra) hanno fondato l'istituto non profit Institute for the Biocultural Study of Religion (Istituto per lo studio bioculturale della Religione). Il loro lavoro comprende lo studio scientifico della religione e le implicazioni di tale ricerca. Il prossimo anno McNamara e Wildman prevedono di fondare la prima rivista scientifica in questo campo, dal titolo Religion, Brain, and Behavior (La religione, la Mente e il Comportamento).

Secondo McNamara, "gli approcci biologici - tra cui la genetica, le neuroscienze, le scienze cognitive e le scienze psicologiche - stanno rivoluzionando la nostra comprensione della religione; l'istituto è unico per provare a cimentarsi con le più ampie implicazioni di ciò che la scienza ci dice circa la religione".

McNamara lavora anche presso il VA Boston Healthcare System a Jamaica Plain. La sua ricerca ha portato a identificare l'area del cervello che si attiva quando la gente pensa alla religione. Questa ricerca "ha un impatto clinico: conoscere i circuiti cerebrali coinvolti nella cognizione religiosa potrebbe condurre a cure più mirate per le persone che soffrono di certe psicosi".

Questi due ricercatori progettano di coinvolgere i colleghi di numerose altre discipline nel loro lavoro, compresi gli economisti comportamentali, storici, antropologi, studiosi di religioni, storici dell'arte, e altri specialisti.

Posso solo sperare che questo tipo di approccio multidisciplinare possa sbloccare alcune chiavi per il funzionamento del cervello umano e gettare un po' di luce sullo tsunami dell'Alzheimer in avvicinamento!

Alzheimer's Reading Room, 14 gennaio 2011

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