Nuovi dati emergenti dimostrano che le varie forme di vitamina E possono aiutare a prevenire l'insorgenza o la progressione di malattie neurodegenerative che portano alla demenza.
Si immagini di camminare in una stanza senza alcun ricordo di come ci si è arrivati. Si è circondati da volti che si ricordano solo vagamente, facce che si potrebbe avere conosciuto in una vita diversa. O è tutto nella testa?
Il termine vitamina E comprende otto composti naturali: quattro tocoferoli e quattro tocotrienoli. Attualmente la maggior parte integratori vitaminici E disponibili sul mercato contengono solo tocoferoli misti. Tuttavia, i tocotrienoli stanno cominciando ad emergere come un'aggiunta superiore alla famiglia della vitamina E. L'olio di frutta di palma è la fonte più ricca di tocotrienoli che l'umanità conosca. |
Si diventa preda di frustrazione, incapaci di conciliare le finzioni dei pensieri e i ricordi con cui si confrontano, si lotta per le parole giuste che proprio non vogliono arrivare. Si dimentica chi si è. Si dimentica dove si è stati. Col tempo, si potrebbe anche dimenticare il proprio nome.
Quando le sfide della vita includono la perdita di memoria o la demenza, le percezioni, le relazioni e le priorità assumono un aspetto contorto. La demenza è una perdita della funzione cerebrale che si verifica con malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, il Parkinson e la corea di Huntington. La maggior parte dei tipi di demenza sono degenerativi o non reversibili, il che significa che i cambiamenti nel cervello che causano la demenza non possono essere invertiti o fermati.
Questi cambiamenti non fanno parte del normale processo di invecchiamento e possono avere importanti implicazioni sulla propria vita. Poiché la demenza colpisce la memoria, il pensiero, il linguaggio, il giudizio o il comportamento, ci sarà probabilmente un calo evidente nelle aree come la comunicazione, l'apprendimento, la memoria e la capacità di risolvere i problemi.
Questi cambiamenti possono avvenire rapidamente, o molto lentamente nel tempo. Nelle fasi più avanzate della malattia, un paziente affetto da demenza può essere disorientato nel tempo (non sa che giorno della settimana o anche che anno è), nel posto (non sa dov'è), o nella persona (non sa chi è o chi sono gli altri intorno). Perdere la mente è una prospettiva addirittura spaventosa. La buona notizia è che alcuni tipi di demenza possono essere trattati se diagnosticati in tempo. Capire la differenza tra la demenza e la perdita di memoria normale, così come le cause del declino cognitivo, è cruciale per il futuro della persona e per preservare il senso di controllo.
Secondo Patrizia Mecocci, professore di Gerontologia e Geriatria al Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Perugia in Italia, la vitamina E può avere un effetto positivo su queste malattie neurodegenerative. Neurodegenerazione è il termine che indica la perdita progressiva della struttura e funzione dei neuroni, compresa la loro morte. Molte malattie neurodegenerative, tra cui Alzheimer e Parkinson, avvengono come risultato di processi neurodegenerativi.
Secondo il World Alzheimer Report, c'erano 35,6 milioni di persone con demenza in tutto il mondo nel 2010, un numero che salirà a 65,7 milioni nel 2030 e a 115,4 milioni nel 2050 a meno che vengano introdotti mezzi efficaci per ridurre l'incidenza della malattia. |
La Prof.ssa Mecocci, che dirige anche la Scuola di Specializzazione in Geriatria e la Facoltà di Medicina in Logopedia dell'Università di Perugia, spiega: "Nelle malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer e il Parkinson, il danno promosso dai radicali liberi, un fenomeno chiamato 'stress ossidativo', ha un ruolo importante nel causare il danno cellulare. Lo stress ossidativo è parte degli eventi che portano alla perdita di cellule neuronali e sinapsi (che sono le connessioni tra le cellule neuronali), con conseguente compromissione delle funzioni cerebrali".
La vitamina E, il principale antiossidante lipofilo non enzimatico del corpo umano, può proteggere il cervello dai danni mediati dai radicali liberi. Il termine vitamina E comprende otto forme naturali: quattro tocoferoli e quattro tocotrienoli ovvero, alfa, beta, delt a e gamma. La maggior parte degli integratori di vitamina E disponibili sul mercato contengono solo tocoferoli misti, o tocoferoli alfa, beta, delta e gamma. Tuttavia, questi quattro tocoferoli rappresentano solo la metà della famiglia della vitamina E. Ora, i tocotrienoli alfa, beta, delta e gamma stanno iniziando ad emergere come una componente "superiore" della famiglia della vitamina E che è anche necessaria per fornire l'intera gamma di proprietà antiossidanti della vitamina E.
L'olio di frutta di palma è la fonte più ricca di tocotrienoli che l'uomo conosca. "Tutte le otto forme di vitamina E sono in grado di neutralizzare i radicali liberi", afferma la prof.ssa Mecocci. Insieme, offrono una completa protezione antiossidante. Per questo, è plausibile che la vitamina E possa aiutare a prevenire l'insorgenza e la progressione della demenza, regolando gli eventi che comportano stress ossidativo.
Gli studi hanno anche dimostrato che le diverse forme di vitamina E possono essere rilevanti nel prevenire o ritardare l'insorgenza di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, indica la prof.ssa Mecocci. "I nostri studi hanno dimostrato che i soggetti con decadimento cognitivo lieve (MCI) hanno i livelli ematici ridotti di tutti i tocoferoli e tocotrienoli naturali, rispetto ai soggetti con funzioni cognitive normali. L'MCI rappresenta spesso Alzheimer prodromico (i primi sintomi), così le diverse forme di vitamina E potrebbero essere rilevanti nel prevenire o ritardare l'insorgenza dell'Alzheimer nei soggetti con decadimento cognitivo lieve".
Sia i tocoferoli che i tocotrienoli possono essere rilevanti nel prevenire e trattare l'Alzheimer, aggiunge la professoressa. "In studio basato sulla popolazione svedese di soggetti anziani ultra 80enni, si è constatato che i livelli ematici di vitamina E sono associati ad un rischio di Alzheimer ridotto", dice. Tuttavia, in questo contesto, gli effetti protettivi della vitamina E erano correlati ad una combinazione di forme diverse, piuttosto che da tocoferolo alfa da solo. Inoltre sottolinea che uno studi europeo multi-centro, conosciuto come Progetto AddNeuroMed, ha dimostrato anche che tutte le otto forme naturali di vitamina E sono ridotte nel sangue dei pazienti di Alzheimer e di MCI rispetto agli individui cognitivamente normali (CN).
"Questo studio ha anche trovato che la diagnosi sia di Alzheimer che di MCI sono associate con indici ematici maggiori di danni di vitamina E dovuti ai radicali liberi. I soggetti con MCI hanno un rischio maggiore di sviluppare demenza. Quindi, il trattamento della carenza di tocoferoli e tocotrienoli nei soggetti con MCI, può aiutare a prevenire o ritardare l'insorgenza della demenza". Tuttavia, poiché ognuno degli otto composti naturali di vitamina E ha proprietà biologiche funzionalmente uniche e specifiche, gli esperti stanno ancora cercando di rispondere alla domanda non solo "quanto?", ma anche "quale?" dei composti della vitamina E può efficacemente prevenire o trattare la demenza.
La Prof.ssa Mecocci spiega: "Anche se è chiaro che ogni forma di vitamina E è funzionalmente unica, l'alfa-tocoferolo è l'unico composto di vitamina E che è attualmente utilizzato per definire il fabbisogno di vitamina E nella dieta. Tuttavia, anche se i nostri studi hanno dimostrato che gli effetti protettivi di vitamina E sembrano essere collegati alla combinazione delle sue diverse forme, non sappiamo ancora quanto di ogni forma di vitamina E si dovrebbe consumare ogni giorno per prevenire e trattare malattie come l'Alzheimer". E' attualmente in corso la ricerca per determinare quali forme di vitamina E, e in che dosaggi, per la prevenzione o il trattamento di queste malattie degenerative.
La demenza è una delle condizioni di salute più invalidanti e gravose in tutto il mondo, nota la Prof.ssa Mecocci. Motivo per cui c'è la necessità di trovare efficaci mezzi di prevenzione o terapeutici è particolarmente urgente, in particolare dal punto di vista della salute pubblica. E aggiunge: "L'Alzheimer è tra le principali cause di demenza tra gli adulti e la sua prevalenza sta aumentando ad un ritmo allarmante". Secondo il World Alzheimer Report, c'erano 35,6 milioni le persone affette da demenza in tutto il mondo nel 2010, numero che salirà a 65,7 milioni nel 2030 e 115,4 milioni nel 2050 a meno che vengano introdotti mezzi efficaci per ridurre l'incidenza della malattia.
C'è ancora speranza per i malati di Alzheimer. "Anche se nessun composto ha dimostrato di avere la capacità di annullare gli effetti dell'Alzheimer una volta che è insorto, studi hanno dimostrato che tutti gli otto composti della vitamina E possono essere in grado di interferire con la cascata di eventi che portano ai danni cerebrali dell'Alzheimer", dice la prof.ssa Mecocci. "E' quindi ragionevole ipotizzare che i composti di vitamina E possano essere una strategia terapeutica efficace nella malattia di Alzheimer".
La Prof.ssa Mecocci rileva i parametri degli studi in corso: "Fino ad oggi, l'alfa-tocoferolo è l'unica forma di vitamina E testata in studi randomizzati e controllati in soggetti con Alzheimer e MCI. "Tuttavia, i nuovi dati dei nostri studi sostengono con forza la necessità di prendere in considerazione tutte le forme naturali di vitamina E al momento di pianificare strategie terapeutiche per l'Alzheimer. Abbiamo bisogno di altri studi controllati randomizzati per dimostrarlo".
Come dice l'adagio stentato: "La mente è una cosa terribile da sprecare". Capire la demenza e le sue implicazioni è fondamentale nell'individuare la malattia e fermarla nel suo tragitto, quando siamo in cammino verso il tramonto della nostra vita.
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Pubblicato da Fiona Ho in The Star Online il 18 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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