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Il potere della suggestione: Quello che ci aspettiamo influenza il nostro comportamento, nel bene e nel male

Un cornetto portafortuna. Un bicchiere di vino. Una pillola. Cos'hanno in comune queste cose?

Tutti i loro effetti (sia che abbiamo un buon risultato in un test, sia che ci mescoliamo al cocktail party, sia che ci sentiamo meglio) dipendono dalla potenza della suggestione.

In un nuovo articolo, i ricercatori psicologici Maryanne Garry e Robert Michael della Victoria University di Wellington, insieme a Irving Kirsch della Harvard Medical School e della Plymouth University, approfondiscono il fenomeno della suggestione, esplorando il rapporto intrigante tra suggestione, cognizione e comportamento. L'articolo è pubblicato nel numero di giugno di Current Directions in Psychological Science, rivista della Association for Psychological Science.


Nel corso della loro carriera di ricerca, sia Garry che Kirsch hanno studiato gli effetti della suggestione sulla conoscenza e sul comportamento. Kirsch si è concentrato soprattutto sulla suggestione nella psicologia clinica, mentre la Garry, il cui lavoro è sostenuto dal Fondo Marsden in Nuova Zelanda, era interessata agli effetti della suggestione sulla memoria umana. Parlandone, "ci siamo resi conto che gli effetti della suggestione sono più ampi e spesso più sorprendenti di quanto si potrebbe pensare", dice la Garry.


In molti studi la ricerca ha dimostrato che la suggestione deliberata può influenzare il modo in cui le persone eseguono i compiti di apprendimento e di memoria, che prodotti preferiscono, e come rispondono agli integratori e farmaci (cosa che rappresenta il ben noto effetto placebo). Ma cosa può spiegare l'effetto potente e pervasivo che ha la suggestione nella nostra vita? La risposta sta nelle nostre 'aspettative di risposta', il modo in cui anticipiamo le varie situazioni. Queste aspettative generano risposte automatiche che influenzano attivamente il modo in cui raggiungiamo il risultato che ci aspettiamo. Una volta che ci aspettiamo un certo risultato, i nostri pensieri e i comportamenti successivi potranno effettivamente aiutare a portare a compimento questo risultato.


Quindi, se una persona normalmente timida si aspetta che un bicchiere di vino o due lo aiuterà a lasciarsi andare in un cocktail party, probabilmente si sentirà meno inibito, avvicinerà più gente, e si farà coinvolgere in altre conversazioni nel corso del party. Anche se può dare merito al vino, è chiaro che sono le aspettative su come lo avrebbe fatto sentire il vino, ad avere avuto un ruolo importante.


Ma non è solo la suggestione deliberata ad influenzare i nostri pensieri e comportamenti; le suggestioni non intenzionali possono avere gli stessi effetti. Come sottolineano gli autori, "osservare semplicemente la gente o comunque facendoli sentire speciali può essere suggestivo", un fenomeno chiamato 'effetto Hawthorne'. Come risultato, la gente potrebbe lavorare di più, o restare incollata a un compito più a lungo. E questo caso è più preoccupante, dice la Garry, "perché anche se allora si potrebbe dare il merito a qualche nuovo farmaco o trattamento, non ci rendiamo conto che siamo noi quelli che stiamo effettivamente maneggiando l'influenza".


E' proprio per questo motivo che la questione della suggestione involontaria ha importanti implicazioni per i ricercatori accademici. "Nella comunità scientifica, dobbiamo essere consapevoli - e controllare - le suggestioni che comunichiamo ai soggetti", spiega la Garry. Gli autori fanno notare che alcuni recenti fallimenti nel tentare di replicare i risultati di ricerche precedenti possono in definitiva essere spiegati da tale suggestione involontaria. "Recenti ricerche suggeriscono che alcune delle scoperte più intriganti della scienza psicologica potrebbero essere guidate, almeno in parte, dalla suggestione e dalla speranza", osserva la Garry. "Per esempio, uno scienziato che conosce l'ipotesi di un esperimento, potrebbe involontariamente portare i soggetti a produrre l'effetto ipotizzato - per ragioni che nulla hanno a che fare con l'esperimento stesso".


E gli effetti non intenzionali della suggestione non sono solo limitati al laboratorio; attraversano molti domini del mondo reale, compresi i campi della medicina, dell'istruzione, e della giustizia penale. Per esempio, prove convergenti sulle procedure di identificazione di testimoni oculari dimostrano che il tasso di false identificazioni è significativamente più elevato quando i confronti sono condotti da persone che conoscono chi è il sospettato rispetto a quando i confronti sono condotti da persone che non lo sanno.


Anche se la ricerca ha fornito una chiara evidenza del fenomeno della suggestione, c'è ancora molto da imparare sul rapporto sottostante tra suggestione, cognizione e comportamento. Come sottolineano gli autori, i ricercatori non sanno ancora quali sono i confini e i limiti di questi effetti. "E, se un trattamento 'vero' e una 'suggestione' portano a un risultato simile, cosa li differenzia?" dice la Garry. Capire questi temi ha importanti implicazioni nel mondo reale. "Se potessimo sfruttare la potenza della suggestione, possiamo migliorare la vita delle persone".

 

 

 

 

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Fonte: Materiale della Association for Psychological Science.

Riferimento:
RB Michael, M. Garry, I. Kirsch. Suggestion, Cognition, and Behavior. Current Directions in Psychological Science, 2012; 21 (3): 151 DOI: 10.1177/0963721412446369.

Pubblicato in
ScienceDaily il 6 Giugno 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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