Quali sono i fattori scatenanti che potrebbero causare comportamenti impegnativi nelle persone con Alzheimer?
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Una persona con morbo di Alzheimer (MA) o un'altra demenza probabilmente avrà cambiamenti comportamentali significativi, che includono agitazione, aggressività, ansia, depressione, allucinazioni e paranoia. Tali comportamenti difficili si riferiscono ad azioni o reazioni che possono essere dirompenti o dannose per la persona colpita e quelli attorno a loro.
Tra quelli con MA o altre demenze, questi comportamenti comuni e sfidanti si verificano a causa dei cambiamenti nel cervello durante la progressione della malattia, che influenzano la funzione cognitiva, la regolazione dell'umore e il controllo degli impulsi. Questi comportamenti impegnativi, o espressioni comportamentali, sono spesso innescati da difficoltà a comunicare, sovraccarico sensoriale, cambiamenti di routine o ambiente, disagio fisico o dolore ed esigenze o desideri insoddisfatti.
Le difficoltà di comunicazione sono evidenti nelle prime fasi del MA. L'incapacità di comunicare chiaramente i bisogni e i desideri della persona interessata porta ad ansia, frustrazione e impotenza, e a conseguenti espressioni comportamentali negative. Inoltre, le difficoltà nella comprensione possono portare a incomprensioni, confusione o senso di essere sopraffatti.
Un altro fattore scatenante delle espressioni comportamentali è il sovraccarico sensoriale, uno stato in cui i sensi della persona interessata sono bombardati da più informazioni di quelle che il suo cervello può gestire efficacemente. Rumori forti, spazi affollati, luci brillanti o lampeggianti, odori forti, determinate trame e persino situazioni emotivamente intense possono innescare sfide comportamentali nelle persone colpite, che hanno difficoltà a elaborare informazioni sensoriali. Le persone colpite possono impegnarsi in espressioni comportamentali come aggressività, autolesionismo o ritiro.
Le persone con MA apprezzano la struttura e la routine, quindi i cambiamenti nella routine o nell'ambiente possono causare senso di incertezza, ansia o frustrazione. L'interruzione del programma a lei familiare può portare a espressioni comportamentali dal momento che la persona lotta per gestire il cambiamento e può mostrare espressioni comportamentali negative nel tentativo di riguadagnare un senso di controllo o mantenere un senso di familiarità e sicurezza.
Le persone colpite lottano con la comunicazione e hanno capacità verbali limitate e sfide nelle loro capacità cognitive. Pertanto, il disagio o il dolore fisico
che non possono esprimere diventa un fattore scatenante che può manifestarsi in vari modi. La persona può diventare più combattiva con gli altri, può gridare o urlare di più, ritirarsi dagli altri, esibire aggressione o mostrare altri comportamenti dannosi come modi per esprimere la propria angoscia, o tentare di alleviare il disagio.
I bisogni o i desideri non soddisfatti sono forse gli scatenanti più comuni delle espressioni comportamentali negative. Teepa Snow, specialista di cura della demenza e fondatrice del Positive Approach to Care (approccio positivo alla cura), elenca bisogni fisici ed emotivi insoddisfatti che possono essere legati a sfide nel comportamento: fame/sete, stanchezza/sovra-stimolazione, disagio
intestinale/urinario, disagio/dolore, sensazione di rabbia, tristezza, solitudine, paure, noia e bisogni psico-sociali come comfort, compassione, occupazione, attaccamento, identità, inclusione. Questi bisogni e desideri non soddisfatti innescano espressioni comportamentali come vagabondaggio, ripetizione, linguaggio inappropriato, parlato incoerente e disturbi del sonno.
È importante ricordare che i cambiamenti comportamentali sono il risultato della malattia e non un riflesso del carattere della persona. I caregiver dovrebbero riconoscere i sentimenti della persona, riorientare e distrarre, semplificare e ridurre gli stimoli, comunicare in modo efficace, fornire struttura e routine, identificare gli scatenanti e soprattutto fornire rassicurazione e comfort. Inoltre, i caregiver possono cercare supporto da altri caregiver, gruppi di supporto o professionisti per gestire le espressioni comportamentali.
Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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