Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perdiamo davvero 'i nostri filtri' mentre invecchiamo?

Molti di noi avranno conosciuto qualche sincerità inaspettata dagli anziani della nostra vita. Che si tratti di una nonna che ti dice che il tuo vestito è poco attraente o il nonno che dice che non gli piace il pasto che hai preparato, lo spieghiamo spesso dicendo "Oh, non preoccuparti del nonno, ha solo perso il suo filtro".


Ma abbiamo davvero un 'filtro', e lo perdiamo mentre invecchiamo?

 

Cosa intendiamo per 'filtro'?

Quando qualcuno non ha 'filtro', significa che dice cose senza pensare a chi lo ascolta. Può uscirsene con qualcosa di maleducato, inappropriato o scortese, senza considerare le probabili conseguenze. I 'filtri' sono una parte importante delle nostre interazioni sociali quotidiane.


Una breve chiacchierata del lunedì mattina con il tuo capo è più complessa di quanto possa sembrare. Ad esempio, potresti trattenerti dal dirgli che ha un odore orribile dopo la corsa mattutina in bicicletta verso l'ufficio e che avrebbe dovuto fare la doccia prima del vostro incontro. Potresti essere tentata/o di raccontargli dell'infezione fungina che hai scoperto sulla tua unghia nel weekend, ma decidi di non farlo. Certo, quello che dici o non dici dipende anche da quanto lo conosci e da ciò che è considerato socialmente accettabile nel tuo posto di lavoro.


Il tuo 'filtro' si basa sui processi cognitivi come il controllo inibitorio, che ti impedisce di dire la prima cosa che ti viene in mente. Si basa anche sulla cognizione sociale, che si riferisce alla capacità di comprendere e prevedere i comportamenti, i pensieri e le intenzioni delle altre persone. Questo ci aiuta a riconoscere quale comportamento è appropriato in un particolare ambiente sociale e ad adattare di conseguenza il nostro comportamento.


La corteccia prefrontale, che si trova all'interno dei lobi frontali del nostro cervello, agisce da 'filtro', aiutandoci ad dire e fare cose in modo socialmente appropriato. Quando questa parte del cervello non funziona correttamente, potremmo comportarci come se avessimo perso il nostro 'filtro'.

 

Cosa succede al nostro 'filtro' mentre invecchiamo?

Mentre invecchiamo, il nostro cervello inizia a restringersi. Questa è una parte normale del processo di invecchiamento, chiamata atrofia del cervello. Danneggia il modo di comunicare tra loro delle cellule cerebrali. È importante sottolineare che l'atrofia non avviene in tutte le aree del cervello contemporaneamente. È particolarmente evidente nei lobi frontali.


I ricercatori hanno collegato il restringimento correlato all'età nei lobi frontali al declino nel controllo inibitorio e della cognizione sociale. Degli studi hanno anche trovato che gli anziani rispondono in modo diverso a situazioni socialmente imbarazzanti rispetto agli adulti più giovani. Ad esempio, gli anziani hanno più difficoltà a riconoscere quando qualcuno ha detto qualcosa di imbarazzante o con mancanza di tatto, e mostrano scarsa comprensione del sarcasmo.


Così, mentre invecchiamo, i normali processi di invecchiamento nel nostro cervello possono rendere molto più facile alle cose di scivolare attraverso i nostri 'filtri'.

 

E se sono più di pochi passi falsi?

In alcuni rari casi, perdere il proprio 'filtro' può essere un segno di qualcosa di più serio, come un danno ai lobi frontali dovuto a un infortunio al cervello o da un ictus, o una condizione neurodegenerativa come la demenza frontotemporale.


Le persone con demenza frontotemporale presentano cambiamenti sorprendenti nella personalità e dei comportamenti sociali. Ciò potrebbe significare perdere le inibizioni normali, ignorare le convenzioni sociali e altri comportamenti socialmente inappropriati o imbarazzanti.


Tuttavia, questi cambiamenti sono completamente fuori carattere e di solito sono accompagnati da altri sintomi come rigidità, perdita di empatia, apatia, difficoltà di ragionamento e giudizio, eccesso di cibo o preferenze alimentari insolite, declino dell'auto-cura e dell'igiene personale.

 

Quali altre cose potrebbero essere in gioco?

A parte i cambiamenti nel cervello che hanno un impatto sul controllo inibitorio e sulla cognizione sociale, potrebbe essere semplicemente che mentre invecchiamo, ci interessiamo meno di ciò che gli altri pensano.


Rispetto agli adulti più giovani, gli anziani sono meno impacciati, segnalano di sentire meno emozioni come vergogna, colpa e imbarazzo. Hanno anche livelli complessivi più elevati di felicità e soddisfazione della vita.


Forse impariamo a lasciare andare i nostri 'filtri' e abbracciamo l'imbarazzo sociale mentre invecchiamo. Forse al nonno non piaceva davvero la tua cucina e si sente abbastanza sicuro da dirtelo.


Quindi, cosa significa tutto questo per quelli di noi che sembrano perdere il 'filtro'?


Sulla base di ciò che conosciamo del cervello e dell'invecchiamento, sputare fuori un'osservazione senza pensare non è necessariamente qualcosa di cui allarmarsi. E se sei la parte ricevente, prova a non prenderlo troppo sul personale. Se queste osservazioni sembrano fuori carattere o estreme, tuttavia, considera di parlarne con gli altri familiari o con un medico.

 

 

 


Fonte: Stephanie Wong (ricercatrice di Psicologia, Università Flinders) e Hannah Keage (prof.ssa associata di psicologia, Università del Sud Australia)

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.