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Trattamenti inutili: gli antipsicotici raramente sono efficaci a 'calmare' i pazienti con demenza

I farmaci antipsicotici furono inizialmente sviluppati per trattare la schizofrenia, una condizione di salute mentale caratterizzata da sintomi psicotici come deliri e allucinazioni. A causa dei loro effetti sedativi, i farmaci antipsicotici (come risperidone, olanzapina, quetiapina e aloperidolo) sono spesso usati per 'gestire' le persone con demenza.


Queste ultime spesso sperimentano una serie di sintomi psicologici e di cambiamenti comportamentali, che includono ansia, disturbi del sonno, movimento continuo, wandering (vagare), pianto, agitazione, deliri e allucinazioni.


Questi sono indicati come "sintomi comportamentali e psicologici della demenza" (BPSD, da behavioural and psychological symptoms of dementia) pur se è stato adottato il termine "comportamenti reattivi" anche per aiutare a spiegare la loro causa, segnalando che ci sono spesso una o più ragioni dietro i comportamenti. Capire e trattare queste ragioni è il modo migliore per avvicinarsi a questi comportamenti.


I farmaci antipsicotici sono chiamati farmaci psicotropi. Si tratta di farmaci che alterano lo stato mentale di una persona e includono antipsicotici, antidepressivi, benzodiazepine e anticonvulsivi, che sono usati anche per sedare i pazienti nelle case di cura. Questi hanno rischi significativi e seri.


Le linee guida cliniche raccomandano che tali farmaci vengano usati solo come ultima risorsa. I farmaci psicotropi dovrebbero essere considerati solo quando gli interventi non farmacologici hanno fallito e il paziente ha sintomi che sono angoscianti per lui, i familiari o gli altri residenti.

 

Comportamenti reattivi

La demenza non è una singola malattia. È un termine che descrive i sintomi associati a più di 70 malattie diverse, compreso l'Alzheimer e la demenza da corpi di Lewy. La condizione influisce su molte funzioni del cervello come il linguaggio, la personalità e le capacità di ragionamento, non solo la memoria, che di solito è associata alla condizione.


I 'comportamenti reattivi' nelle persone con demenza variano a seconda del tipo e della gravità della malattia. Fluttuano anche nel tempo. Uno studio canadese su 146 residenti di assistenza agli anziani ha valutato questi comportamenti mensilmente per sei mesi, rivelando un'ampia variazione nella loro durata e frequenza. I risultati hanno mostrato che i comportamenti più reattivi durano meno di tre mesi con la solita cura.


Si ritiene che molti comportamenti reattivi nelle persone con demenza derivino o siano aggravati da bisogni non soddisfatti (dolore, fame), dall'ambiente (sovra o sottostimolazione), da bisogni sociali (solitudine o necessità di intimità) e dagli approcci dei caregiver. o da altro. A volte questi comportamenti sono causati da una condizione medica acuta in aggiunta alla demenza, come un'infezione. Altre volte i comportamenti derivano dal processo patologico della demenza stessa.


Ogni causa richiede un trattamento diverso. Ad esempio, non si dovrebbe ignorare un'infezione, né il dolore, ognuno dei quali richiede strategie diverse. Quindi, il primo passo per coloro che stanno attorno alla persona, sia professionisti sanitari che caregiver familiari, è capire perché si comportano in un certo modo piuttosto che cercare subito una ricetta.

 

Uso di psicotropici nell'assistenza agli anziani

I farmaci psicotropi sono spesso sovrautilizzati. Le principali evidenze dell'uso eccessivo di psicotropi, come gli antipsicotici, nella demenza in Australia sono state raccolte nelle case di cura per anziani. Uno studio recente, nel quale era coinvolta una delle autrici di questo articolo, ha esaminato l'uso di antipsicotici in 139 case di tutto il paese nel periodo 2014-2015. Ha valutato l'uso di antipsicotici di oltre 11.500 residenti.


Ha rilevato che il 22% dei residenti stava assumendo un farmaco antipsicotico ogni giorno. E a proposito, a più del 10% dei residenti è stato prescritto un antipsicotico "quando necessario". Ciò significa che potrebbero ricevere una dose antipsicotica quando hanno un comportamento che il loro caregiver ha deciso che è necessario curare, o una dose di rinforzo oltre a quella normale.


L'uso eccessivo di antipsicotici nelle persone anziane non sembra essere limitato al settore dell'assistenza residenziale per anziani. Uno studio infermieristico distrettuale del 2013 su 221 persone con demenza che vivevano a casa propria ha rilevato che al 18% di loro erano stati prescritti questi farmaci.


Molti studi hanno esaminato l'efficacia degli antipsicotici per trattare l'agitazione nelle persone con demenza. Questi studi dimostrano che offrono benefici solo a circa il 20% delle persone con questi sintomi e sembrano non offrire alcun beneficio per altri comportamenti reattivi come wandering, pianto o ansia.


Ma quel che è peggio è che l'uso è associato a gravi effetti avversi come ictus, morte precoce, infezioni, disturbi del movimento tipo Parkinson, cadute e sovra-sedazione.


Ci sono momenti in cui i comportamenti possono essere gravi e invalidanti e incidere sulla qualità della vita della persona con demenza. A volte i comportamenti possono mettere a rischio la persona o gli altri. In questi casi, è raccomandata una prescrizione attenta. Quando è necessario per i comportamenti reattivi, gli antipsicotici devono essere assunti alla dose efficace più bassa per un massimo di tre mesi.


Se le persone hanno dolore, è assolutamente essenziale che questo venga trattato. Uno studio ha dimostrato che l'uso di un'analgesico progressivamente più forte era altrettanto efficace degli antipsicotici nel trattare l'agitazione nella demenza.

 

Consigli per i familiari

I familiari hanno bisogno di capire ed essere consapevoli di questi sintomi e comportamenti, del loro trattamento e delle loro alternative e fare la loro parte per scoprire perché stanno accadendo, così come trovare la soluzione.


Ciò include essere consapevoli che legalmente gli psicotropi devono essere prescritti con il consenso sia della persona stessa che del loro sostituto decisionale. Le famiglie non dovrebbero  informarsi sull'uso dei farmaci solo quando devono pagare la farmacia.

 

 

 


Fonte: Juanita Westbury (Docente senior in Demenza, Università della Tasmania) e Carmelle Peisah (Professore associato clinico, Università di Sydney)

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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