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La ricerca per l'Alzheimer è vitale anche per la società

ricerca-laboratorioIl finanziamento della ricerca per la demenza è in ritardo rispetto alle altre principali malattie, anche se l'Alzheimer è la sesta causa di morte negli Stati Uniti.

Non c'è attualmente nessuna cura, e le uniche terapie farmacologiche disponibili, anche se mascherano i sintomi iniziali (perdita di memoria, difficoltà di risolvere i problemi e le relazioni temporali e spaziali tra questi), non ritardano l'eventuale atrofia del cervello.


Non c'è inoltre alcun modo conosciuto per prevenire la malattia, anche se si consiglia sia una dieta per un cuore sano che un faticoso esercizio fisico regolare per aiutare a mettere in stallo la sua insorgenza. L'Alzheimer a tarda insorgenza, che affligge quelli di oltre 65 anni, è generalmente accettato come una malattia dell'invecchiamento. Più le persone vivono a lungo, più è probabile che sviluppino la malattia. Tuttavia la versione dell'Alzheimer ad insorgenza precoce, o familiare, che rappresenta circa il 4 per cento dei casi (200.000 a livello nazionale), è causata da una mutazione genetica ereditaria, e in genere colpisce prima dei 50 anni.


Nel complesso, l'Alzheimer è la forma più comune di demenza e colpisce 35.000 persone solo nel sud-est della Virginia, numero che dovrebbe aumentare con l'invecchiamento della popolazione. A livello nazionale hanno la malattia in 5,4 milioni e questi numeri sono previsti in crescita fino a 13,2 milioni entro il 2050. Attualmente, i costi diretti e indiretti della malattia sono stimati in 200 miliardi di dollari ogni anno, secondo Lorenzo Refolo del National Institute of Aging.


Anche se non c'è stato uno studio clinico di successo in quasi un decennio, ci sono state due aree di progresso recentemente per quanto riguarda l'Alzheimer: diagnosi migliore e precoce; e l'approvazione del National Alzheimer Project Act da parte del Congresso quest'anno. Quest'ultimo prevede un finanziamento per stabilire un'efficace prevenzione e trattamento della malattia entro il 2025.


L'Alzheimer's Association ha detto che sono richiesti 2 miliardi di dollari per finanziare la ricerca necessaria per una svolta, mentre il Congresso ha assegnato quasi 500 milioni per il 2012 e 528 milioni di dollari per il 2013. Nel contempo le ricerche per il cancro, le malattie cardiache e l'AIDS ricevono circa 6, 4 e 3 miliardi di dollari rispettivamente, secondo Dave Stephens, attivista dell'Alzheimer di Virginia Beach, che sta andando a Washington DC per premere per avere più fondi.


Mathew Baumgart, direttore responsabile delle politiche pubbliche per l'Alzheimer's Association, dice che l'investimento nella ricerca non solo ripagherà i pazienti, ma anche la società nel suo insieme, poichè la cura dei pazienti attualmente costa 280 volte l'importo speso per la ricerca. L'obiettivo immediato, dice, è trovare un trattamento che ritardi l'insorgenza di cinque anni, ciò che il Lipitor fa per le malattie cardiache.


Fino a poco tempo fa, l'Alzheimer poteva essere accertato solo attraverso l'esame del cervello dopo la morte; ora una scansione PET può rilevare le placche rivelatori nel cervello, e il liquido cerebro-spinale può rivelare i biomarcatori che indicano una "alta probabilità" della malattia. Questi possono essere evidenti fino a 20 anni prima che appaiono i sintomi.


Sempre più spesso, i ricercatori suggeriscono che un intervento precoce con i farmaci è la migliore speranza per arginare la malattia. Questo, tuttavia, solleva problemi potenziali di discriminazione in materia di assicurazione, e il dilemma etico di comunicare a qualcuno una malattia per la quale non esiste attualmente alcuna cura.

A rischio di Alzheimer?

Il maggiore fattore di rischio è l'invecchiamento, seguito dall'essere portatore del gene apoE4, che è presente nel 35 per cento di quelli con Alzheimer e nel 20 per cento della popolazione generale. Altri fattori di rischio includono fumo, traumi cerebrali, depressione, obesità, e diabete di tipo 2. Nella forma ad esordio precoce, la genetica è il fattore determinante.

Per ridurre il rischio: esercizio fisico faticoso regolare, educazione avanzata, seguire una dieta mediterranea o sana per il cuore, essere portatori del gene ApoE2, e alcol moderato.

 

 

 

 

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Pubblicato da Prue Salasky in DailyPress.com il 15 Settembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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