Immaginate se fosse rivelato che decine di migliaia di persone giovani "disturbate'' sono condannate a una morte prematura nelle istituzioni che erogano potenti farmaci che alterano la mente, motivati più dal desiderio di sedare che dal prendersi cura di quelli che hanno in carico.
Fortunatamente, questo non è il caso, ma sta accadendo in alcune parti del nostro [Australia] sistema di assistenza per anziani.
Come ha ammesso Mark Butler (nella foto), ministro federale per la Salute Mentale e l'Invecchiamento, se tale crisi coinvolgesse i giovani ci sarebbe una protesta, forse anche una commissione parlamentare. Purtroppo, quando si tratta di anziani con demenza che vivono in pensionati e case di cura in Australia, non c'è scandalo apparente, nemmeno un senso di urgenza, fatta eccezione per le grida angosciate dei famigliari in lutto e arrabbiati. Non è esagerato affermare che questa situazione costituisce uno scandalo per i diritti umani.
Nelle ultime due settimane, in due programmi della ABC Lateline, i mezzi di comunicazione hanno diretto i riflettori su questo tema, accusando una parte significativa del settore assistenza agli anziani. Coloro che lavorano nella cura agli anziani sanno da tempo che la combinazione di farmaci psicotropi e demenza, aggravata da bassi rapporti personale-ospiti, è un problema enorme lasciato a dormire da anni.
E si deve capire che la demenza non è una malattia psichiatrica. E' piuttosto un termine generico per descrivere le 80 o più malattie o sindromi che si traducono in progressivo deterioramento cognitivo. Alzheimer's Australia ci informa che entro il 2016, la demenza è destinata a diventare il più grande peso di disabilità nella storia dell'Australia.
Contrariamente ad alcune percezioni del pubblico, coloro che sono umanamente assistiti in quello che è conosciuto come "approccio centrato sulla persona" raramente mostrano i cosiddetti comportamenti ''psicotici'' quando le loro esigenze sono soddisfatte. Lateline ha rivelato che la somministrazione diffusa e inappropriata di farmaci antipsicotici, soprattutto per ''tranquillizzare" gli ospiti anziani con demenza assistiti, può essere responsabile di quasi 6.000 morti premature ogni anno. Grazie a questo programma, si potrebbe dire che la diga del silenzio che circonda questo problema è stata rotta, evidenziando l'abuso sistematico e prolungato su molti ospiti con demenza nelle strutture per anziani in tutto il paese.
Detto questo, si deve anche riconoscere che molte delle nostre strutture per anziani praticano un approccio umano all'assistenza e si gestiscono con gli standard più alti. In linea con le linee guida del trattamento della demenza, come stabilito dal Royal Australian e New Zealand College of Psychiatrists, tali enti sono scrupolosi nel provare prima gli interventi psicosociali, nel tentativo di soddisfare le esigenze individuali di chi vive con la demenza. Essi somministrano farmaci psicotropi solo a condizioni rigorose e come ultima risorsa. Il problema è che ci sono ancora troppe strutture la cui direzione e personale sono scarsamente addestrati in qualsiasi approccio che non sia la somministrazione di farmaci. Queste stesse persone continuano a ignorare un crescente corpo di prove scientifiche che afferma il valore degli interventi psicosociali nella cura specifica della demenza.
In una presentazione al Comitato Permanente per la Salute e l'Invecchiamento alla Camera dei Rappresentanti, ho fatto diverse raccomandazioni. Oltre alla necessità urgente di garantire il rapporto minimo personale-ospiti per salvaguardare la vita di chi si assiste, non abbiamo bisogno di una nuova legislazione. Abbiamo bisogno di rispetto delle vigenti disposizioni di assistenza per anziani. Richiedono già la formulazione di piani di assistenza centrati sulla persona, elaborati da personale qualificato il cui approccio inizia con il rispetto della dignità di coloro di cui si occupano. Riconoscendo le esigenze di ogni persona, prima di toccare i farmaci, il personale potrebbe salvare migliaia di vite ogni anno e milioni di dollari dei contribuenti pagati per l'eccessiva prescrizione di trattamenti medici inutili e dannosi.
Butler non ha bisogno di istituire una commissione reale per verificare se vi sono prove di abusi dei diritti umani nell'assistenza residenziale per anziani, tali violazioni sono manifeste e non sono state dichiarate per decenni. Prima delle ultime grandi riforme all'assistenza per anziani della fine del 1990, interventi psicosociali obbligatori e terapie ricreative, le strutture per anziani e il loro personale hanno potuto trascurare regolarmente e ignorare le attività volte ad arricchire la vita di coloro che vivono assistiti.
Tali atteggiamenti, però, non sono più accettabili o etici. Nel secondo decennio del 21° secolo, con una ricchezza di programmi specifici per la demenza provati tra cui scegliere, le morti premature nell'assistenza agli anziani non solo sono tragiche, ma sono evitabili per eccellenza.
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Scritto dalla D.ssa Julie Gross McAdam, gerontologo, scrittrice, specialista di demenza e fondatrice del premiato programma MAC.ART (macart.com).
Pubblicato in TheAge.com.au il 3 Settembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Foto: Alex Ellinghausen
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