Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricercatori usano l'intelligenza artificiale per ‘ridefinire’ l'Alzheimer

Basic algorithm enables our intelligence

Poiché la ricerca di farmaci per il morbo di Alzheimer resta senza risultati, gli esperti ritengono che l'identificazione di biomarcatori (primi segni biologici della malattia) potrebbe essere la chiave per risolvere l'enigma trattamento. Tuttavia, una raccolta rapida di dati da decine di migliaia di malati di MA supera di gran lunga la capacità della comunità scientifica di analizzarli.


Ora, con un finanziamento di 17,8 milioni di dollari del National Institute on Aging, ricercatori dell'Università della Pennsylvania collaboreranno con 11 centri di ricerca per determinare con maggiore precisione i biomarcatori diagnostici e i bersagli farmacologici della malattia, che colpisce quasi 50 milioni di persone in tutto il mondo.


Per il progetto, i gruppi applicheranno metodi avanzati di intelligenza artificiale (AI) per integrare e trovare i modelli genetici, di scansione e di dati clinici di oltre 60.000 malati di MA, diventando uno dei più grandi e ambiziosi impegni di ricerca di questo tipo.


Due dei cinque autori senior del progetto quinquennale saranno Christos Davatzikos PhD, professore di radiologia della Penn e direttore del Center for Biomedical Image Computing and Analytics, e Li Shen PhD, professore di informatica.


“L'invecchiamento cerebrale e le malattie neurodegenerative, tra le quali il MA è la più frequente, sono altamente eterogenei”, ha detto Davatzikos. “Questo è un tentativo senza precedenti di sezionare quell'eterogeneità, che può aiutare a informare il trattamento, così come gli studi clinici futuri”.


La diversità all'interno della popolazione di pazienti di Alzheimer è una ragione fondamentale per cui le sperimentazioni di farmaci non hanno successo, secondo i ricercatori della Penn.


“Sappiamo che ci sono modelli complessi nel cervello che potremmo non essere in grado di rilevare visivamente. Allo stesso modo, potrebbe non esserci un solo marcatore genetico che assegna a una persona un rischio alto di MA, ma piuttosto una combinazione di geni che possono formare un modello e creare una tempesta perfetta“, ha detto Shen. “L'apprendimento automatico può aiutare a combinare grandi quantità di dati ed estrarre un modello complesso che non poteva essere visto prima”.


Questo è il motivo per cui il primo obiettivo del progetto sarà trovare una relazione tra le 3 modalità (geni, scansioni e sintomi clinici), al fine di individuare i modelli che predicono la diagnosi e la progressione del MA, e distinguere tra diversi sottotipi della malattia.


“Vogliamo ridefinire il termine ‘morbo di Alzheimer’. La verità è che un trattamento che funziona per un insieme di pazienti, potrebbe non funzionare per un altro”, ha detto Davatzikos, che con Shen collaborerà con altre tre autori senior della University of Southern California, dell'Università di Pittsburgh e dell'Università dell'Indiana


I ricercatori potranno quindi usare tali risultati per costruire un modello predittivo del declino cognitivo e della progressione del MA, che possa essere usato per guidare il trattamento dei pazienti futuri. E useranno anche i dati dell'Alzheimer’s Disease Sequencing Project, uno sforzo finanziato dai NIH e guidato da Gerard Schellenberg PhD e Li-San Wang PhD della Penn, insieme con colleghi di altri 40 istituti di ricerca. Quel progetto ha l'obiettivo di identificare nuove varianti genomiche che contribuiscono al MA, o che sono protettive.

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.