Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo strumento diagnostico per discriminare le demenze

Un nuovo strumento diagnostico per aiutare i medici a distinguere tra l'Alzheimer, la demenza frontotemporale e il decadimento cognitivo lieve è stato presentato come tesi di dottorato dal MD Miguel Ángel Muñoz Ruiz dell'Università della Finlandia Orientale.


Il nuovo metodo consiste di un «Indice di Stato della Malattia» che combina i dati provenienti da più fonti, e di un «Impronta dello Stato della Malattia» che mostra i risultati in formato visivo.


Si stima che oltre 35,6 milioni di persone fossero affette da demenza in tutto il mondo nel 2010. Questo numero aumenterà nei prossimi anni e c'è la necessità di identificare questi pazienti per fornire loro trattamento e assistenza adeguati fin dall'inizio della malattia.


La diagnosi differenziale delle demenze rappresenta una sfida particolare nelle fasi iniziali. Molti studi si sono concentrati sulla previsione della possibile conversione dal deterioramento cognitivo lieve, alla fase di pre-demenza, all'Alzheimer (AD), la malattia di demenza più comune. Sono stati proposti diversi metodi anche per distinguere tra AD e demenza frontotemporale (FTD), un'altra demenza degenerativa relativamente comune. Una diagnosi precoce e precisa di queste due malattie di demenza è necessaria per beneficiare di trattamenti mirati e influenzare i meccanismi della malattia.


Negli ultimi anni, sono stati fatti importanti progressi soprattutto nello sviluppo di nuovi metodi diagnostici. Diversi biomarcatori e test vengono utilizzati nella pratica clinica, come i biomarcatori del fluido cerebrospinale, i metodi di scansione, l'analisi genetica e i test neuropsicologici.


Tuttavia non è facile fare una diagnosi differenziale a causa della sovrapposizione di risultati clinici e biomarcatori e della componente soggettiva inevitabile quando un medico interpreta tutto questo insieme di dati. Inoltre non esiste un unico biomarcatore o test che possa definire con chiarezza se un paziente è affetto da AD o da FTD.


Questa tesi introduce una nuova combinazione di diversi metodi per la diagnosi differenziale di AD, decadimento cognitivo lieve e FTD, e descrive uno strumento costituito da un «Disease State Index» (Indice di Stato della Malattia) e dalla sua controparte visiva, il «Disease State Fingerprint» (Impronta dello Stato della Malattia). Il Disease State Index comprende tutti i dati provenienti da più fonti, tenendo conto del metodo o test più rilevante, e il Disease State Fingerprint mostra i risultati in formato visivo, facile da interpretare.


Il software combina i dati provenienti da più fonti, come test psicologici e risonanza magnetica del cervello, e li usa per creare un Disease State Index. L'indice è un valore numerico compreso tra 0 e 1. In una persona sana, l'indice è vicino a 0, mentre un indice vicino a 1 è indicatore di una demenza. Il Disease State Fingerprint mostra i risultati in un formato facile da interpretare, in cui i principali risultati sono chiaramente indicati per colore e dimensione.


Con l'aiuto del nuovo strumento diagnostico, i medici potrebbero sapere quali metodi sono più rilevanti per profilare un paziente con una certa demenza, cioè se si tratta di decadimento cognitivo lieve, FTD o AD, e già alla prima visita, il medico potrebbe fare una prima diagnosi per iniziare il trattamento e dare assistenza al paziente.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Eastern Finland  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti

  1. Miguel Ángel Muñoz Ruiz et al. Disease Fingerprint in frontotemporal degeneration with reference to Alzheimer's disease and mild cognitive impairment. J Alzheimers Dis., January 2013 DOI: 10.3233/JAD-122260
  2. Miguel Ángel Muñoz-Ruiz, Päivi Hartikainen, Juha Koikkalainen, Robin Wolz, Valtteri Julkunen, Eini Niskanen, Sanna-Kaisa Herukka, Miia Kivipelto, Ritva Vanninen, Daniel Rueckert, Yawu Liu, Jyrki Lötjönen, Hilkka Soininen. Structural MRI in Frontotemporal Dementia: Comparisons between Hippocampal Volumetry, Tensor-Based Morphometry and Voxel-Based Morphometry. PLoS ONE, 2012; 7 (12): e52531 DOI: 10.1371/journal.pone.0052531

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)