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BPL5 1 PR3 Okonkwo imageMetabolismo del glucosio cerebrale di un partecipante del gruppo con poca attività fisica (a sinistra) e di uno del gruppo di allenamento aerobico di intensità moderata (a destra). Il colore rosso indica un grado maggiore di metabolismo del glucosio cerebrale.Gli individui a rischio di morbo di Alzheimer (MA), a causa della storia familiare o della predisposizione genetica, che si sono impegnati per sei mesi in un allenamento con esercizi aerobici, hanno migliorato il loro metabolismo del glucosio cerebrale e la capacità di pensiero di ordine superiore (per esempio, la pianificazione e la flessibilità mentale) chiamata funzione esecutiva.


Questi miglioramenti si sono verificati in concomitanza con un aumento della forma cardiorespiratoria e sono stati documentati con la pubblicazione in un numero speciale di Brain Plasticity dedicata ad esercizio e cognizione.


I farmaci attualmente disponibili per il trattamento del MA hanno capacità terapeutiche limitate. Nel momento in cui si prevede un aumento drastico dei costi sia umani che monetari della malattia nei prossimi decenni, c'è una necessità cruciale di fornire agli individui strategie facilmente dispiegabili che possono diminuire la probabilità di acquisire la malattia o rallentarne la progressione. I ricercatori hanno quindi cercato di capire se l'esercizio fisico nei soggetti asintomatici con rischio di MA migliora i marcatori associati al MA stesso.


“Questo studio è un passo significativo verso lo sviluppo di una prescrizione di esercizio che protegge il cervello dal MA, anche tra persone che in precedenza erano sedentarie”, ha spiegato il ricercatore Ozioma C. Okonkwo PhD, del Wisconsin Alzheimer’s Disease Research Center e dell'Università del Wisconsin.


Lo studio ha esaminato 23 anziani cognitivamente normali e relativamente giovani con una storia familiare o un rischio genetico per il MA. Tutti i pazienti avevano una vita sedentaria e sono stati sottoposti a una serie di valutazioni, tra cui il test di forma cardiorespiratoria, la misurazione dell'attività fisica quotidiana, scansione del metabolismo del glucosio cerebrale (un valore della salute neuronale) e test della funzionalità cognitiva.


Metà dei partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere informazioni sul mantenimento di uno stile di vita attivo, ma senza ulteriori interventi. L'altra metà ha partecipato ad un programma di allenamento di intensità moderata su tapis roulant con un personal trainer, tre volte alla settimana per 26 settimane.


Rispetto ai partecipanti che hanno mantenuto il loro solito livello di attività fisica, gli individui assegnati al programma di allenamento attivo hanno migliorato la loro forma cardiorespiratoria, hanno trascorso meno tempo sedentario dopo che si è concluso il programma di allenamento, e sono andati meglio nei test cognitivi di funzionamento esecutivo (ma non in quelli della memoria episodica).


La funzione esecutiva, un aspetto della cognizione nota per declinare con la progressione del MA, comprende i processi mentali che permettono alle persone di pianificare, mettere a fuoco l'attenzione, ricordare le istruzioni e destreggiarsi tra molteplici attività con successo. La forma cardiorespiratoria migliorata dei partecipanti è stata associata ad un aumento del metabolismo del glucosio cerebrale nella corteccia cingolata posteriore, una zona del cervello legata al MA.


“Questa ricerca dimostra che un comportamento di stile di vita, l'esercizio aerobico regolare, è potenzialmente in grado di migliorare le funzioni cerebrali e cognitive che sono particolarmente sensibili alla malattia. I risultati sono particolarmente rilevanti per gli individui che hanno il rischio più alto per storia familiare o predisposizione genetica“, ha osservato il dottor Okonkwo.


Il primo autore dello studio, Max Gaitán MED, del Wisconsin Alzheimer’s Disease Research Center e della University of Wisconsin, ha osservato che “un passo successivo importante sarebbe condurre uno studio più grande e più definitivo. Se questi risultati saranno replicati, potrebbero avere un enorme impatto sulla qualità della vita nell'anzianità, fornendo agli individui più anni di vita indipendente, di impegno attivo con i propri cari e di ricordi da memorizzare“.

 

 

 


Fonte: University of Wisconsin via IOS Press (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Julian M. Gaitán, Elizabeth A. Boots, Ryan J. Dougherty, Jennifer M. Oh, Yue Ma, Dorothy F. Edwards, Bradley T. Christian, Dane B. Cook, Ozioma C. Okonkwo. Brain Glucose Metabolism, Cognition, and Cardiorespiratory Fitness Following Exercise Training in Adults at Risk for Alzheimer’s Disease. Brain Plasticity, 26 Dec 2019, DOI

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