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Uno studio del 2016 (1) aveva dimostrato che l'esposizione all'inquinamento urbano che coinvolge le particelle di magnetite ha un ruolo nello sviluppo del morbo di Alzheimer (MA). Lo studio è partito dall'ipotesi che le particelle di magnetite genererebbero reazioni chimiche che potrebbero causare stress ossidativo per i neuroni.


I ricercatori del CNRS hanno ora messo in discussione questa connessione, dimostrando che è molto improbabile che la magnetite sia coinvolta nella degenerazione dei neuroni. Il loro lavoro è stato pubblicato l'11 ottobre 2018 su Angewandte Chemie International Edition.


La magnetite, che è uno dei principali minerali di ferro, è molto stabile, anche oltre il tempo geologico. Tuttavia, uno studio scientifico apparso nel 2016 ha suggerito che le nanoparticelle di magnetite provenienti dall'inquinamento atmosferico potrebbero penetrare nel cervello per inalazione e, legandosi al peptide amiloide (2), causare la degenerazione neuronale responsabile del MA.


Uno studio del 2007 (3) ha concluso che la magnetite potrebbe generare reazioni di ossidazione dannose. La ricerca del 2016 che illustrava la penetrazione di magnetite nel cervello e il suo legame con l'amiloide affermava che l'inquinamento atmosferico era quindi una probabile causa del MA.


I ricercatori del Laboratoire de Chimie de Coordination del CNRS hanno riprodotto gli esperimenti alle stesse condizioni di temperatura e di pH delle condizioni fisiologiche e hanno dimostrato che la magnetite non può legarsi al peptide amiloide o causare reazioni di ossidazione.


Questo risultato, che concorda con l'altissima stabilità della magnetite, ci porta quindi a pensare che la magnetite sia inerte in vivo e che quindi è molto improbabile che sia coinvolta nella degenerazione neuronale osservata nel MA. Questo studio deve condurre a un'attenta rilettura del lavoro sperimentale sulla natura pericolosa della magnetite nel cervello umano.

 

 

 


Fonte: Centre Nationale de la Recherche Scientifique (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michelle Gumpelmayer, Michel Nguyen, Gabor Molnar, Azzedine Bousseksou, Bernard Meunier, Anne Robert. Magnetite Fe3O4 has no intrinsic peroxidase activity, and is probably not involved in Alzheimer's oxidative stress. Angewandte Chemie, 19 Sep 2018, DOI: 10.1002/anie.201807676

Note
:

  1. B. Maher, I. A. M. Ahmed, V. Karloukovski, D. A. MacLaren, P. G. Foulds, D. Allsop, D. M. A. Mann, R. Torres-Jardón, L. Calderon-Garciduenas, Proc. Natl. Acad. Sci. USA 2016, 113, 10797-10801.
  2. I peptidi amiloidi sono piccole proteine localizzate nel cervello, spesso presenti sotto forma di placche nei pazienti con MA. Gli amiloidi possono legarsi a metalli normalmente presenti nel cervello, in particolare rame e ferro, la cui quantità e distribuzione sono disturbate dal MA. Il complesso metallo-amiloide può reagire con l'ossigeno in presenza di riduttori e generare specie ridotte di ossigeno (radicali liberi) che sono tossiche per i neuroni.
  3. L. Gao, J. Zhuang, L. Nie, J. Zhang, Y. Zhang, N. Gu, T. Wang, J. Feng, D. Yang, S. Perrett, X. Yan, Nat. Nanotechnol. 2007, 2, 577-583.

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