Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rete di cellule cerebrali fornisce energia ai neuroni

astrocytes and oligodendrocytesQuando un astrocita nel talamo è riempito di colorante, si diffonde nelle cellule vicine della rete (rosso). Queste includono molti oligodendrociti (verde), come visibile nella sovrapposizione (B3, giallo). Fonte: ©Ag Steinhäuser.

Fino a poco tempo fa, gli oligodendrociti erano ritenuti principalmente una specie di nastro isolante cellulare che accelera la trasmissione di segnali elettrici nel cervello. Uno studio dell'Università di Bonn ora mostra che sono importanti anche per la fornitura di energia ai neuroni in alcune regioni cerebrali. I risultati sono pubblicati su Cell Reports.


Il cervello umano ha tanti neuroni quante cellule gliali, che possono essere di 4 tipi principali: le microglia, gli astrociti, le cellule gliali NG2 e gli oligodendrociti. Gli oligodendrociti agiscono principalmente come nastro isolante cellulare: formano lunghi viticci, che consistono in gran parte di sostanze grasse che non conducono elettricità. Questi avvolgono gli assoni, le estensioni attraverso cui i neuroni inviano impulsi elettrici. Ciò impedisce i cortocircuiti e accelera il passaggio del segnale.


Gli astrociti, d'altra parte, forniscono energia alle cellule nervose: attraverso le loro appendici vengono a contatto con i vasi sanguigni, dai quali assorbono il glucosio che trasportano alle interfacce tra due neuroni, le sinapsi. Prima di ciò, convertono parzialmente lo zucchero in altre molecole ricche di energia.


Il Prof. Christian Steinhäuser dell'Istituto di Neuroscienze Cellulari all'Università di Bonn, spiega:

"Ora siamo riusciti a dimostrare che gli oligodendrociti hanno un ruolo importante nella distribuzione di questi composti. Questo apparentemente è particolarmente vero in una particolare regione del cervello, il talamo".

 

Rete enorme di approvvigionamento

Il talamo è chiamato anche 'porta alla coscienza'. I segnali sensoriali che riceve includono quelli delle orecchie, degli occhi e della pelle. Quindi li inoltra ai rispettivi centri responsabili nella corteccia cerebrale. Solo allora diventiamo consapevoli di queste informazioni, ad esempio il suono di uno strumento.


È noto da tempo che gli astrociti possono formare connessioni strette: costruiscono reti intercellulari attraverso un accoppiamento simile a un tunnel. Le molecole possono migrare da una cellula all'altra attraverso queste 'giunzioni staccate'. Alcuni anni fa, Steinhäuser e i suoi colleghi erano riusciti a dimostrare che ci sono anche oligodendrociti in queste reti nel talamo, circa tanti quanto gli astrociti.


In questo modo le cellule formano una rete enorme, che i neuroscienziati chiamano 'rete pangliale' ('pan' deriva dal greco e significa 'completo'). In altre regioni, tuttavia, le reti consistono prevalentemente di astrociti accoppiati. La dott.ssa Camille Philippot del gruppo di ricerca di Steinhäuser, che ha condotto gran parte del lavoro, spiega:

"Volevamo sapere perché questo è diverso qui. I nostri risultati dimostrano che dei composti ad alta energia viaggiano attraverso questa rete dai vasi sanguigni verso le sinapsi. E gli oligodendrociti sembrano essere indispensabili in questo processo".


I ricercatori hanno dimostrato questo anche nei topi i cui oligodendrociti non possono far parte della rete, perché mancano dei tunnel appropriati. In questi topi, le molecole energetiche non potevano più raggiungere le sinapsi in quantità sufficiente. Lo stesso valeva se gli astrociti mancavano dei collegamenti appropriati. "Il talamo apparentemente richiede entrambi i tipi di cellule per il trasporto", conclude Steinhäuser.

 

I neuroni affamati non possono comunicare

I ricercatori hanno anche dimostrato le conseguenze di una tale mancanza di fornitura di energia sull'elaborazione neuronale delle informazioni. Le sinapsi sono il punto in cui si incontrano due neuroni: uno trasmette e l'altro riceve. Quando un impulso della cellula trasmittente arriva nella sinapsi, rilascia molecole messaggere nella fessura sinaptica.


Questi neurotrasmettitori si aggrappano alla cellula ricevente e lì innescano segnali elettrici, i cosiddetti 'potenziali postsinaptici'. Quando questi segnali vengono generati, gli ioni di potassio e di sodio passano attraverso la membrana della cellula ricevente: gli ioni di sodio verso l'interno, quelli di potassio verso l'esterno. Questi ultimi, come i neurotrasmettitori, devono essere poi pompati di nuovo indietro.


"E per fare questo, i neuroni hanno bisogno di energia", spiega Steinhäuser, che è anche membro dell'area di ricerca transdisciplinare Life and Health dell'Università di Bonn. "Quando manca l'energia, la capacità di pompaggio viene meno". Negli esperimenti, i neuroni 'affamati' non erano più in grado di generare attività postsinaptiche dopo solo pochi minuti.


I risultati della ricerca di base consentono una migliore comprensione dei processi coinvolti nell'elaborazione dei segnali nel cervello. Possono anche fare nuova luce sulle malattie in cui gli oligodendrociti non funzionano correttamente (come l'Alzheimer).

 

 

 


Fonte: University of Bonn (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Camille Philippot, Stephanie Griemsmann, Ronald Jabs, Gerald Seifert, Helmut Kettenmann, Christian Steinhäuser. Astrocytes and oligodendrocytes in the thalamus jointly maintain synaptic activity by supplying metabolites. Cell Reports, 18 Jan 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.