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Il rischio di Alzheimer è legato a modelli specifici di sonno?

Schemi di sonno disturbati non causano il morbo di Alzheimer (MA), ma le persone che hanno un rischio genetico alto di MA possono avere più probabilità di essere “mattiniere”, di avere un sonno di breve durata e altri indici di disturbi del sonno, e possono avere meno probabilità di avere insonnia, secondo uno studio pubblicato il 19 agosto 2020 su Neurology®.


“Sappiamo che le persone con MA spesso riferiscono depressione e vari problemi di sonno, come insonnia”, ha detto l'autore dello studio Abbas Dehghan PhD, dell'Imperial College di Londra. “Volevamo scoprire se ci sono relazioni causali tra i diversi modelli di sonno, la depressione e il MA”.


Per valutare il rapporto tra i diversi modelli di sonno, il disturbo depressivo grave, e il MA, i ricercatori hanno analizzato il risultato di diversi studi genetici presi da banche dati che includevano 21.982 persone con diagnosi di MA (confrontati con 41.944 senza MA), 9.240 con disturbo depressivo grave (confrontati con 9.519 senza disturbo depressivo grave) e 446.118 persone con valori di caratteristiche legate al sonno.


Il rischio di MA è stato determinato sulla base di studi genetici in cui la malattia è stata diagnosticata all'autopsia o con esami clinici. I ricercatori hanno analizzato le informazioni genetiche usando un disegno di studio chiamato 'randomizzazione mendeliana' che può determinare la presenza di causa ed effetto.


I ricercatori non hanno trovato alcuna prova che le caratteristiche legate al sonno abbiano causato il MA. Non hanno nemmeno trovato alcuna prova di causa ed effetto tra il disturbo depressivo grave e il MA.


I ricercatori hanno trovato questa piccola associazione: le persone con il doppio del rischio genetico per il MA hanno avuto l'1% in più di probabilità di auto definirsi “mattinieri” rispetto alle persone con rischio genetico inferiore; e le persone con il doppio del rischio genetico di Alzheimer avevano un rischio inferiore dell'1% di insonnia. Tuttavia, l'effetto di questa associazione è piccolo e mostra solo un possibile legame, non causa ed effetto.


Un limite dello studio è stato che la maggior parte delle persone nello studio erano di origine europea, quindi i risultati potrebbero non essere applicabili alla gente di etnie diverse.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jian Huang, Verena Zuber, Paul Matthews, Paul Elliott, Joanna Tzoulaki, Abbas Dehghan. Sleep, major depressive disorder and Alzheimer's disease. A Mendelian randomisation study. Neurology, 19 Aug 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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