Associazione Alzheimer ONLUS

Ricerche

Studio indica nuovo approccio potenziale per trattare Alzheimer e glaucoma

Eye with glaucoma with translation

Ricercatori della Vanderbilt University hanno dimostrato per la prima volta che quando un nervo ottico nell'occhio è danneggiato, come nel glaucoma, il nervo ottico opposto viene in soccorso condividendo la sua energia metabolica. In tal modo, tuttavia, il nervo ottico intatto diventa vulnerabile a uno stress metabolico ulteriore, fatto che potrebbe spiegare perché la neurodegenerazione osservata in questa e in altre malattie si diffonde fra varie regioni cerebrali.


“Questa è la prima dimostrazione che le risorse metaboliche sono condivise tra i due occhi e i nervi ottici”, ha detto David Calkins PhD, vice preside del Dipartimento di Oftalmologia e Scienze Visive della VU e direttore del Vanderbilt Vision Research Center. Il rapporto di Calkins e colleghi, pubblicato il 20 luglio in PNAS, suggerisce un potenziale nuovo approccio per il trattamento di malattie neurodegenerative, come il glaucoma e il morbo di Alzheimer (MA), attraverso il rafforzamento delle risorse metaboliche dei neuroni coinvolti.


Il glaucoma, una delle principali cause di cecità, è causato dalla sensibilità alla pressione oculare, che porta alla degenerazione della proiezione neurale dell'occhio verso il cervello. Fondamentali per la salute neuronale sono gli astrociti, le cellule gliali a forma di stella che immagazzinano il glicogeno e lo rilasciano come glucosio, il carburante di cui i neuroni hanno bisogno per funzionare, in quanto non immagazzinano la loro propria fonte di energia.


Usando la tomografia ad emissione di positroni (PET), che può mappare l'attività metabolica delle cellule in vari tessuti, i ricercatori hanno dimostrato che quando un nervo ottico era stressato da un aumento della pressione intraoculare, i metaboliti (compreso il glicogeno) venivano trasferiti dal nervo ottico sano attraverso il loro punto di incrocio nel cervello.


“L'energia è trasferita da un nervo ottico, attraverso il chiasma ottico (una struttura a forma di X formata dall'intersezione dei nervi ottici) nel cervello e giù all'altro occhio, una distanza enorme per il viaggio dei metaboliti”, ha dichiarato Calkins. “Non sappiamo esattamente come si realizza”.


Tuttavia, il trasferimento si basa sulla connessina 43 (Cx43), la proteina che compone le giunzioni di divario (gap junctions) degli astrociti. Le giunzioni di divario sono canali intracellulari che connettono cellule adiacenti e permettono lo scambio di piccole molecole tra loro.


Quando i ricercatori hanno 'eliminato' geneticamente la Cx43 in un topo modello, il trasferimento di energia tra i due nervi ottici non c'è più stato all'interno delle reti di astrociti. Il fenomeno di trasferimento aiuta a spiegare gli effetti bilaterali visti in malattie neurodegenerative: il MA, per esempio, può iniziare in un emisfero del cervello e viaggiare nell'altro.


Mentre la condivisione dell'energia aiuta il tessuto malato, il tessuto che dona le sue riserve di energia diventa più suscettibile alle lesioni successive. Dice Calkins:

“C'è un prezzo da pagare.

"Ciò implica che un modo per rallentare la neurodegenerazione in generale sarebbe quello di aumentare le risorse metaboliche nel cervello. Si potrebbe puntare gli astrociti per riprogrammarli e creare/immagazzinare più metaboliti da condividere con i neuroni”.


L'uso della terapia genica per riprogrammare i neuroni in alcune malattie del sistema visivo ha dimostrato di essere efficace. “Quello che sto cercando di fare ora è riprogrammare gli astrociti attraverso la terapia genica, usando dei virus che inseriscono geni nel loro DNA”, ha detto.

 

 

 


Fonte: Bill Snyder in Vanderbilt University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Melissa Cooper, Silvia Pasini, Wendi Lambert, Karis D’Alessandro, Vincent Yao, Michael Risner, David Calkins. Redistribution of metabolic resources through astrocyte networks mitigates neurodegenerative stress. PNAS, 20 July 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Informazione pubblicitaria

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il ris...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il…

22.07.2022

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne. <...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di …

20.05.2022

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'A…

24.03.2022

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'A...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscon…

31.01.2022

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università de...
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.