Associazione Alzheimer ONLUS

Ricerche

Spegnere il 'DNA spazzatura' permette alle cellule staminali di diventare neuroni

nath hervk stem cell advisoryScienziati dei NIH hanno dimostrato che antichi geni retrovirali ('DNA spazzatura') possono avere un ruolo nell'aiutare le cellule staminali a decidere di diventare neuroni. (Foto: Nath lab)

Per ogni cellula del corpo arriva un momento in cui deve decidere cosa vuole fare per il resto della sua vita. In un articolo pubblicato sulla rivista PNAS, i ricercatori dei NIH segnalano per la prima volta che gli antichi geni virali che una volta erano considerati 'DNA spazzatura' possono avere un ruolo in questo processo.


L'articolo descrive una serie di esperimenti preclinici che hanno dimostrato che alcuni geni di retrovirus endogeni umani (HERV-K, human endogenous retrovirus), inscritti nei cromosomi 12 e 19, possono aiutare a controllare la differenziazione, o maturazione, di cellule staminali umane nei miliardi di neuroni che sono cablati nel nostro sistema nervoso. Gli esperimenti sono stati eseguiti dai ricercatori nel laboratorio di Avindra Nath MD al National Institute of Neurological Disorders and Stroke (NINDS) dei NIH.


Nel corso dell'evoluzione, il genoma umano ha assorbito migliaia di geni di retrovirus endogeni umani. Di conseguenza, quasi l'8% del DNA che delinea i nostri cromosomi comprende i resti di questi geni. Anche se una volta si pensava che fossero inattivi, o 'spazzatura', studi recenti hanno dimostrato che questi geni possono essere coinvolti nello sviluppo umano embrionale, nella crescita di alcuni tumori, e nei danni al sistema nervoso durante la sclerosi multipla.


In precedenza, i ricercatori del laboratorio del dott. Nath avevano dimostrato che la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) può essere legata all'attivazione del gene HERV-K. In questo studio, condotto da Tongguang (David) Wang MD/PhD, scienziato interno del NINDS, il team ha dimostrato che la disattivazione del gene potrebbe permettere alle cellule staminali di diventare neuroni.


I ricercatori hanno effettuato la maggior parte degli esperimenti sulle cellule del sangue, provenienti da volontari sani del Centro Clinico dei NIH, che hanno trasformato geneticamente in cellule staminali pluripotenti indotte, in grado di trasformarsi poi in qualsiasi tipo di cellula del corpo.


Hanno scoperto, con loro sorpresa, che le superfici delle cellule staminali erano accompagnate da alti livelli di HERV-K, il sottotipo HML-2, una proteina di rivestimento, che spesso i virus  usano per agganciare e infettare le cellule. Queste proteine ​​scomparivano progressivamente mentre le cellule ricevevano due giri di 'cocktail'.


Il primo ha spinto le cellule in uno stato intermedio di cellule staminali neurali, seguito dal secondo ciclo che ha spinto le cellule a diventare infine neuroni. I ricercatori hanno accelerato questo processo spegnendo i geni HERV-K HML-2 nelle cellule staminali o trattando le cellule con anticorpi contro la proteina HML-2. Al contrario, hanno ritardato il differenziamento neurale sovraccaricando artificialmente le cellule con geni HML-2.


Infine, il team ha scoperto che le interazioni sulla superficie delle cellule staminali tra HML-2 e un'altra proteina delle cellule immunitarie chiamata CD98HC può frenare la differenziazione innescando reazioni chimiche interne note per controllare la crescita delle cellule e i tumori. In futuro, il team ha in programma di esplorare come i geni HERV-K possono modellare il cablaggio del sistema nervoso.

 

 

 


Fonte: Christopher G. Thomas PhD in NIH/NINDS (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Wang, T. et al. Regulation of stem cell function and neuronal differentiation by HERV-K via mTOR pathway, PNAS, 13 July 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Informazione pubblicitaria

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno d...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il ris...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il…

22.07.2022

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne. <...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di …

20.05.2022

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'A…

24.03.2022

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'A...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscon…

31.01.2022

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università de...
We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.