Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Progettate proteine che possono combattere l'Alzheimer

NYUAD Magzoub Lab

Un team di ricercatori, guidati da Mazin Magzoub, assistente professore di biologia alla New York University di Abu Dhabi, ha sviluppato piccole proteine ​​denominate 'peptidi cellule-penetranti' (CPP, cell-penetrating peptides) che impediscono l'aggregazione della proteina amiloide-β (Aβ) associata al morbo di Alzheimer (MA).


C'è un crescente interesse nell'uso di proteine per lo sviluppo di trattamenti, perché sono biocompatibili, biodegradabili e possono legarsi selettivamente a obiettivi specifici, riducendo il rischio di tossicità. Altre proprietà farmaceuticamente desiderabili delle proteine ​​includono la maggiore diversità chimica rispetto alle altre classi di molecole biologiche, e la facilità ed economicità della produzione.


Tuttavia, un significativo ostacolo per l'uso della maggior parte delle proteine ​​come agenti terapeutici è la loro scarsa possibilità di trasporto agli organi e alle cellule bersaglio.


In un nuovo studio, il laboratorio di Magzoub, in collaborazione con il laboratorio di Andrew Hamilton (professore e Presidente della NYU) e con quello del Professor Astrid Gräslund all'Università di Stoccolma, riferisce di aver progettato delle CPP che impediscono efficacemente l'aggregazione dell'Aβ.


Le CPP sono una classe speciale di proteine ​​che hanno la capacità di raggiungere tutti gli organi, compreso il cervello, e di entrare in modo efficiente nelle cellule all'interno di questi organi. Così, le CPP progettate combinano le proprietà interessanti delle proteine ​​con effetti terapeutici potenti e un trasporto altamente efficiente alle cellule bersaglio.


Una vasta gamma di malattie neurodegenerative, tra cui la corea di Huntington, il Parkinson e il MA, è causata dall'errato ripiegamento (misfolding) di proteine ​​specifiche della malattia. Una volta mal ripiegate, queste proteine ​​si accumulano in un processo che danneggia i neuroni.


In precedenza, il gruppo aveva dimostrato che una CPP di derivazione naturale è in grado di proteggere dalle forme anomale e dannose della proteina associata alle malattie da prioni, una classe di malattie neurodegenerative, che comprendono la malattia della mucca pazza (nei bovini) e Creutzfeldt-Jakob (CJD) negli esseri umani.


Qui, Magzoub e i suoi collaboratori hanno esteso questo approccio e in particolare l'hanno applicato alla malformazione di Aβ che causa il MA.


Nel documento pubblicato, i ricercatori presentano il processo di progettazione delle CPP inibitrici dell'Aβ. Usando varie tecniche, hanno poi caratterizzato ampiamente le interazioni delle CPP progettate con l'Aβ. Specificamente, hanno usato metodiche assodate di aggregazione e vitalità cellulare per determinare gli effetti delle CPP progettate sull'aggregazione e sulla neurotossicità associata all'Aβ.


Contemporaneamente, hanno sondato con la microscopia confocale l'assorbimento cellulare e la distribuzione intracellulare dell'Aβ in presenza delle CPP. Infine, hanno usato una combinazione di esperimenti e simulazioni al computer per far luce sul meccanismo di legame delle CPP con l'Aβ. I risultati mostrano che le CPP progettate stabilizzano la proteina Aβ in uno stato non aggregato, non anormale, e inibiscono la neurotossicità indotta dall'Aβ.


Le CPP progettate in questo studio puntano efficacemente l'Aβ all'esterno e all'interno dei neuroni, proteggendoli così dai danni causati dall'aggregazione dell'Aβ. Magzoub ha detto:

“Le CPP progettate rappresentano una strategia di trattamento potenziale e innovativa per il MA.

“Questi risultati mostrano anche un principio fondamentale generale dell'inibizione dell'aggregazione proteica patogena, che faciliterà la progettazione di terapie basate su CPP ancora più potenti, per varie malattie neurodegenerative”.

 

 

 


Fonte: New York University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Anja Henning-Knechtel, Sunil Kumar, Cecilia Wallin, Sylwia Król, Sebastian K.T.S. Wärmländer, Jüri Jarvet, Gennaro Esposito, Serdal Kirmizialtin, Astrid Gräslund, Andrew D. Hamilton, Mazin Magzoub. Designed Cell-Penetrating Peptide Inhibitors of Amyloid-beta Aggregation and Cytotoxicity. Cell Reports Physical Science, 5 Feb 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)