Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Bere troppo, o non bere affatto, potrebbe essere collegato alla demenza

a senior couple drinking

Sia bere eccessivamente in mezza età che astenersi completamente dall'alcol è stato associato ad un aumento del rischio di demenza più avanti da uno studio a lungo termine su oltre 9.000 adulti. La ricerca è importante per una migliore comprensione dei fattori di rischio della demenza, dicono gli esperti, ma avvertono che potrebbe essere troppo presto per fare dichiarazioni radicali sugli effetti dell'alcol sul cervello che invecchia.


Lo studio, pubblicato su British Medical Journal, ha monitorato i dipendenti pubblici britannici per un periodo medio di 23 anni, a partire dal 1983. All'inizio dello studio, i partecipanti avevano tra i 35 e i 55 anni.


I ricercatori hanno usato i documenti di ospedalizzazione, i registri di mortalità e l'uso registrato dei servizi di salute mentale per determinare lo stato della demenza dei partecipanti e hanno valutato il loro consumo di alcol a intervalli regolari con questionari. Il consumo da 1 a 14 'unità' di alcol alla settimana è stato definito 'moderato' (un'unità è pari a 10 millilitri). Tradotto in bevande standard, sarebbe di circa 8 bicchieri alla settimana.


"La nostra scoperta principale è che tra coloro che bevono oltre 14 unità di alcol alla settimana, il rischio di demenza aumenta con l'aumento del numero di unità alcoliche consumate", afferma la prima autrice Séverine Sabia, ricercatrice dell'Inserm, l'Istituto Nazionale Francese di Salute e Ricerca Medica. "Ogni aumento del consumo di 7 unità per settimana era associato ad un aumento del 17% del rischio di demenza".


Coloro che hanno bevuto fino al punto di essere ricoverati in ospedale hanno avuto un aumento del rischio del 400%. Invece, gli astemi totali avevano quasi il 50% di probabilità in più rispetto ai bevitori moderati di sviluppare demenza. Entrambi i gruppi, sia i bevitori forti che gli astemi, hanno mostrato un aumento del rischio anche dopo aver aggiustato i dati per età, sesso e fattori socioeconomici.


Le scoperte riecheggiano la ricerca che mostra una curva a 'J' tra il rischio di alcol e quello di demenza, dove il consumo moderato è associato al rischio più basso, dice Sevil Yasar, professoressa associata alla Johns Hopkins che studia la demenza e il declino cognitivo. "La maggior parte degli studi fatti finora erano brevi", aggiunge. "Questo è il primo e unico studio a trovare questo risultato in un periodo così lungo".


Ma lo studio, ben progettato, ha i suoi svantaggi, dice, uno dei quali è la sua dipendenza dal consumo auto-segnalato di alcol. "Le persone hanno la tendenza a sottovalutare", dice. E dal momento che i suoi soggetti erano tutti dipendenti pubblici, è importante chiedersi se i risultati possono essere generalizzati al resto del mondo - o anche al resto del Regno Unito - e quali raccomandazioni, se del caso, possono essere fatte sulla base dei dati.


"La parte più facile è quando sei un bevitore eccessivo, perché dovresti assolutamente tagliare", dice la Yasar. "Ma se sei astemio, devi iniziare a bere?". Questo è meno chiaro, dice lei. È stato dimostrato che il consumo moderato di alcol è correlato ad altri esiti positivi, tra cui un minor rischio di malattie cardiovascolari, un altro fattore di rischio noto della demenza, ma anche a condizioni di salute come il disturbo da abuso di sostanze e il cancro al seno.


"Devi prendere in considerazione il piano medico di ogni persona" prima di fare ampie raccomandazioni sul consumo di alcol, spiega la Yasar. L'attuale studio ha concluso che i fattori cardiometabolici in comorbidità potrebbero spiegare parte, sebbene non tutto, dell'aumento del rischio di demenza nel gruppo di astemi. "Forse dovremmo concentrarci maggiormente sull'abbassamento della pressione sanguigna o sulla riduzione del rischio di infarto" per ridurre il rischio di demenza nella popolazione generale, dice.


In definitiva, mentre lo studio si aggiunge ai dati che trovano un'associazione tra consumo di alcol e demenza, è stato solo osservativo e non dovrebbe essere interpretato come un nesso causale diretto. "Non indica che bere riduce il rischio, e non è la prova che assumere alcolici ti fa bene", dice Katy Stubbs, addetta alle comunicazioni di Alzheimer's Research UK. "Le persone possono bere poco a causa di problemi di salute non colti in questo studio, e non conosciamo anche i modelli di consumo nella prima età adulta", poiché lo studio ha iniziato a seguire i soggetti solo nella mezza età.


Anche se sarebbe utile più ricerca per il campo, è difficile dire come potrebbe essere quella ricerca, dice Anya Topiwala, ricercatrice clinica dell'Università di Oxford che studia anche la relazione tra alcol e declino cognitivo. La Topiwala, che non è stata coinvolta nello studio in corso, afferma:

"Fatico a vedere come un esperimento controllato e randomizzato - il riferimento in medicina per determinare un effetto genuino - sia pratico o etico. Altri tipi di ricerca, [in particolare quelli] che esaminano il cervello più direttamente, saranno necessari per gettare più luce. In definitiva, penso che la giuria sia ancora fuori per quanto riguarda qualsiasi effetto benefico del bere moderato sul cervello".


Tuttavia, l'enfasi sui fattori di rischio di mezza età è importante, osserva la Yasar:

"I cambiamenti nel cervello iniziano 20 anni prima di avere i sintomi [della demenza]. Ecco perché c'è sempre più interesse nei fattori di rischio modificabili dello stile di vita" come il peso, i livelli di zucchero nel sangue e la salute cardiovascolare. L'evidenza suggerisce che "puoi avere un impatto sul rischio di sviluppare demenza con quello che fai nella mezza età".

 

 

 


Fonte: Lybi Ma e Matt Huston in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.