Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'antiossidante combatte, ma perde la battaglia contro le proteine dell'Alzheimer

melon contains antioxidant superoxide dismutaseAnche il melone, dopo le verdure a foglia verde, può darci superossido dismutasi, l'antiossidante più potente.

Una nuova ricerca potrebbe spiegare perché un antiossidante che protegge il cervello è associato anche al deterioramento in aree sensibili al morbo di Alzheimer (MA). L'antiossidante, il superossido dismutasi (SOD1), migliora la cognizione combattendo i radicali liberi che causano danni ossidativi nel cervello.


Tuttavia, un gruppo di ricerca della Iowa State University ha scoperto che i benefici protettivi del SOD1 si indeboliscono drasticamente quando aumentano i livelli di proteine ​​tau - una caratteristica del MA.
Sulla base di queste scoperte, i ricercatori sospettano che il SOD1 combatta per contrastare gli effetti dannosi delle proteine ​​tau, ma alla fine perde la battaglia.


"Negli individui con MA o lieve deterioramento cognitivo, il SOD1 era correlato a più materia grigia, che è significativa per la memoria", ha detto Kelsey McLimans, recente dottorato di ricerca e assistente di ricerca in scienze alimentari e nutrizione umana. "Tuttavia, i nostri risultati mostrano che il 90% di questa associazione positiva è negata dalla tau. Questo rafforza la nostra ipotesi che il SOD1 non sia dannoso; sta solo cercando di limitare il danno ossidativo causato dalla tau".


McLimans e Bridget Clark, ex stagista di ricerca, hanno guidato lo studio, pubblicato online dalla rivista Antioxidants & Redox Signaling. Il loro interesse per gli antiossidanti che si trovano naturalmente nel corpo e nei cibi che mangiamo le ha portate a guardare come il SOD1 influenza l'invecchiamento.


La Clark dice che i risultati fanno fare ai ricercatori un altro passo avanti nella comprensione dell'importanza degli antiossidanti: "Questo studio potrebbe approfondire la conoscenza di come la nutrizione potrebbe ridurre e prevenire la neurodegenerazione e l'invecchiamento nel cervello".


Il gruppo di ricerca, del quale facevano parte Auriel Willette (assistente professore di scienze alimentari e nutrizione umana, che ha supervisionato la ricerca) e Anumantha Kanthasamy (Distinguished Professor e cattedra di scienze biomediche), è il primo a identificare la correlazione tra SOD1 e proteine ​​tau in persone con vari gradi di MA.

 

 

La tau si diffonde come il fuoco

I ricercatori hanno analizzato i dati di anziani da 65 a 90 anni di età, che partecipano all'Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative. Delle 287 persone coinvolte nello studio, 86 non presentavano alcuna compromissione cognitiva, 135 avevano un lieve deteriorameanto e 66 avevano il MA.


Molto di ciò che i ricercatori conoscono del SOD1 e del cervello si basa sull'analisi post-mortem del cervello di pazienti con MA, ha detto la McLimans. Fino ad ora non era noto in che modo il SOD1 fosse collegato alla cognizione e ai biomarcatori nel cervello e al liquido cerebrospinale nelle persone con la malattia.


Willette dice che i loro risultati forniscono ulteriori prove del ruolo della tau nello sviluppo del MA:

"La malattia potrebbe iniziare o progredire in parte perché gli antiossidanti nel nostro cervello smettono di funzionare efficacemente quando i livelli di tau aumentano. È come un edificio in fiamme. Puoi pompare tutta l'acqua che vuoi sul fuoco, ma una volta che è diffuso senza controllo, nessuna quantità d'acqua lo fermerà".


I ricercatori dello Iowa State dicono che sono necessari ulteriori studi per determinare se l'aumento della produzione di SOD1 - con la dieta o i farmaci - può ritardare la progressione del MA.

 

 

 


Fonte: Iowa State University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kelsey E. McLimans, Bridget E Clark, Alexandra Plagman, Colleen Pappas, Brandon Klinedinst, Vellareddy Anantharam, Anumantha Kanthasamy, Auriel A Willette. Is CSF SOD1 a Biomarker of Tau but not Amyloid Induced Neurodegeneration in Alzheimer's Disease? Antioxidants & Redox Signaling, 15 May 2019, DOI: 10.1089/ars.2019.7762

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)