Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Azioni mediche a rischio dovrebbero essere discusse con i famigliari

Uno studio pubblicato il 3 maggio nel Journal of the American Geriatrics Society dice che la decisione di inserire un tubo per gastrostomia endoscopica percutanea in un familiare con demenza avanzata è spesso presa senza una adeguata discussione sui rischi.

Quasi il 90% dei pazienti con demenza avanzata ha problemi di alimentazione, perdita di peso o soffocamento all'atto di mangiare. Una ricerca precedente indica che circa il 40% di questi pazienti muore entro i sei mesi dallo sviluppo di problemi alimentari.

Ma i tubi di alimentazione non possono essere l'unica risposta al problema.

Studi osservazionali hanno constatato che i tubi di alimentazione non prolungano la vita, non riducono il rischio di polmonite da aspirazione e non migliorano la qualità di vita di questi pazienti. E hanno dei rischi. I pazienti con demenza avanzata che hanno tubi inseriti spesso tentano di tirarli fuori, con il risultato che molti pazienti devono essere immobilizzati o sedati. Possono anche ostruirsi e causare diarrea.

Eppure tali rischi non sono solitamente discussi, dice lo studio, un sondaggio su 486 persone con un famigliare morto di demenza nelle case di riposo in cinque stati (www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21539524/). Quasi l' 11% dei pazienti deceduti aveva tubi di alimentazione inseriti. Tra quelli che li avevano, nel 13,7% dei casi i familiari non ha avuto la possibilità di discutere con un medico circa l'intervento. Quando c'è stata discussione, di solito è durata meno di 15 minuti, e meno della metà dei membri della famiglia ha detto che sono stati spiegati i rischi di mettere un tubo per l'alimentazione.

"Ai pazienti deve essere data l'opportunità di scegliere il tipo di assistenza medica", ha detto Joan Teno M., MD, autore principale dello studio. "I nostri risultati suggeriscono che nessuna scelta è stata offerta in alcuni casi, e quando è successo, non sono stati spiegati rischi e benefici". Le famiglie dei pazienti in questa situazione potrebbero trarre beneficio da una discussione sul nutrimento manuale del paziente, ha detto il dottor Teno, direttore associato del Centro di ricerca in gerontologia e Cura alla Warren Alpert Medical School della Brown University di Providence. I pazienti che sono alimentati a mano, probabilmente continueranno a perdere peso, ma possono avere una migliore qualità della vita, dice il dottor Teno.

Solo il 22% dei famiglia è stato informato su questa opzione, dice lo studio. Un quarto dei pazienti con tubo di alimentazione erano fisicamente vincolati, e sono stati utilizzati farmaci sedativi in circa il 30% dei casi, ha scoperto lo studio. Quasi il 40% degli intervistati ha detto che il tubo sembrava disturbare i loro cari. "E' davvero importante spendere il tempo di una conversazione ... prima di raggiungere un punto di crisi," ha detto il Dott. Teno.

 


Copyright 2011 American Medical Association. Tutti i diritti riservati.

Pubblicato in American Medical News il 25 maggio 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.