Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Restare attivi in mezza età è legato a un rischio minore di demenza in vecchiaia

Mantenersi fisicamente e mentalmente attivi in mezza età può essere legato a un rischio minore di demenza decenni dopo, secondo uno studio pubblicato sulla rivista medica Neurology. Le attività mentali includevano leggere, suonare strumenti, cantare in un coro, visitare concerti, fare giardinaggio, cucire o frequentare servizi religiosi.


"Questi risultati indicano che queste attività in mezza età possono avere un ruolo nel prevenire la demenza in età avanzata e nel preservare la salute cognitiva", ha detto l'autrice dello studio Jenna Najar MD, della Sahlgrenska Academy dell'Università di Göteborg. "È interessante poiché queste sono attività che le persone possono incorporare nella loro vita abbastanza facilmente e senza molto sforzo".


Lo studio ha coinvolto 800 donne svedesi con un'età media di 47 anni che sono state seguite per 44 anni. All'inizio dello studio, alle partecipanti è stato chiesto delle loro attività mentali e fisiche. Le attività mentali includevano attività intellettuali, come leggere e scrivere; attività artistiche, come andare ad un concerto o cantare in un coro; attività manuali, come il cucito o il giardinaggio; attività di club; e attività religiosa.


Alle partecipanti sono stati assegnati punteggi in ciascuna delle cinque aree in base alla frequenza con cui hanno partecipato alle attività mentali, con un punteggio pari a 0 per nessuna o bassa attività, 1 per attività moderata e 2 per attività elevata. Ad esempio, un'attività artistica moderata è stata definita come la partecipazione a un concerto, una recita o una mostra d'arte negli ultimi sei mesi, mentre l'attività artistica alta è stata definita come visite più frequenti, suonare uno strumento, cantare in un coro o dipingere. Il punteggio totale possibile era 10.


Le partecipanti sono state divise in due gruppi. Il gruppo basso, con il 44% delle partecipanti, ha ottenuto punteggi da 0 a 2 e il gruppo alto, con il 56% delle partecipanti, ha ottenuto punteggi da 3 a 10.


Per l'attività fisica, le partecipanti sono state divise in due gruppi, attive e inattive. Il gruppo attivo variava dall'attività fisica leggera (come camminare, fare giardinaggio, giocare a bowling o andare in bicicletta per un minimo di 4 ore alla settimana) a un esercizio fisico intenso regolare (come correre o nuotare più volte alla settimana o praticare sport competitivi). Il 17% delle partecipanti era nel gruppo inattivo e l'82% in quello attivo.


Durante lo studio, 194 donne hanno sviluppato una demenza. Di queste 102 hanno avuto il morbo di Alzheimer (MA), 27 la demenza vascolare e 41 la demenza mista, cioè più di un tipo di demenza, come le placche e i grovigli del MA insieme ai cambiamenti dei vasi sanguigni osservati nella demenza vascolare.


Lo studio ha rilevato che le donne con un livello alto di attività mentali avevano il 46% in meno di probabilità di sviluppare il MA e il 34% di probabilità in meno di sviluppare la demenza in generale rispetto alle donne con un livello basso di attività mentali.


Le donne che erano fisicamente attive avevano il 52% in meno di probabilità di sviluppare demenza con malattia cerebrovascolare e il 56% meno probabilità di sviluppare demenza mista rispetto alle donne che erano inattive.


I ricercatori hanno preso in considerazione altri fattori che potrebbero influenzare il rischio di demenza, come ipertensione, fumo e diabete. Hanno anche ricalcolato i risultati dopo aver escluso le donne che hanno sviluppato la demenza a metà dello studio, per escludere la possibilità che fossero state nella fase prodromica della demenza, e la minore partecipazione alle attività fosse un sintomo precoce. I risultati sono stati simili, tranne che l'attività fisica è stata a quel punto associata a un rischio ridotto del 34% di demenza nel complesso.


Delle 438 donne con un livello alto di attività mentale, 104 hanno sviluppato demenza, rispetto a 90 delle 347 donne con il livello basso di attività. Delle 648 donne con un alto livello di attività fisica, 159 hanno sviluppato demenza, rispetto a 35 delle 137 donne che erano inattive.

 

 

 


Fonte: University of Gothenburg (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jenna Najar, Svante Östling, Pia Gudmundsson, Valter Sundh, Lena Johansson, Silke Kern, Xinxin Guo, Tore Hällström, Ingmar Skoog. Cognitive and physical activity and dementia. A 44-year longitudinal population study of women. Neurology, 20 Feb 2019, DOI: 10.1212/WNL.0000000000007021

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.