Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rischio di Alzheimer influenzato dal fegato e dalla dieta

Rischio di Alzheimer influenzato dal fegato e dalla dieta

La carenza di plasmalogeni - una classe di lipidi prodotti dal fegato che sono parte integrante delle membrane cellulari del cervello - è associata ad un aumento del rischio di morbo di Alzheimer (MA), secondo una nuova ricerca presentata questa settimana all'Alzheimer's Association International Conference (AAIC) 2018 da Mitchel A. Kling MD, professore associato di Psichiatria della Perelman School of Medicine all'Università della Pennsylvania e del Veterans Affairs Medical Center.


I plasmalogeni sono creati nel fegato e sono dispersi attraverso il flusso sanguigno sotto forma di lipoproteine, che trasportano anche il colesterolo e altri lipidi da e verso le cellule e i tessuti in tutto il corpo, incluso il cervello. Kling e il consorzio multi-istituzionale Alzheimer’s Disease Metabolomics, guidato da Rima F. Kaddurah-Daouk PhD della Duke University, hanno sviluppato tre indici per misurare la quantità di questi lipidi legati alla cognizione, per capire se i livelli ridotti nel flusso sanguigno sono associati ad un aumento del rischio di MA, al lieve deterioramento cognitivo (MCI), alla funzione cognitiva complessiva e/o altri biomarcatori di neurodegenerazione nel MA.


I tre indici misurano:

  1. i rapporti tra i plasmalogeni, l'uno con l'altro;
  2. i rapporti tra plasmalogeni e le controparti lipidiche più convenzionali strettamente correlate;
  3. una combinazione di queste due quantità.


I ricercatori hanno misurato diversi plasmalogeni, compresi quelli contenenti acido grasso omega-3 (DHA), acido eicosapentaenoico (EPA), nonché un acido grasso omega-6 e lipidi non plasmalogenici strettamente correlati, nei fluidi del sangue raccolti da due gruppi:

  • il primo comprendeva 1.547 soggetti con MA, MCI o problemi significativi di memoria (SMC) e soggetti cognitivamente normali (CN) e iscritti all'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative;
  • il secondo comprendeva 112 soggetti del Penn Memory Center, compresi soggetti Alzheimer, MCI e CN.


Il team ha osservato che valori più bassi di questi indici erano associati a una maggiore probabilità di MA. Un modello simile è stato osservato con le associazioni MCI e CN. Inoltre, alcuni dei livelli ridotti di plasmalogeno erano correlati con un aumento dei livelli della proteina tau nel cervello, un marcatore del MA.


"Questa ricerca dimostra che una carenza di plasmalogeni in vecchiaia potrebbe portare ad un aumento del rischio di MA, perché il fegato non riesce a produrne a sufficienza", ha detto Kling. "Questa ricerca ha una serie di implicazioni interessanti. Ad esempio, evidenzia una potenziale relazione tra condizioni come l'obesità e il diabete e il MA, poiché il fegato deve lavorare di più per abbattere gli acidi grassi nel tempo. Questo potrebbe portare alla distruzione finale dei perossisomi che creano plasmalogeni e, quindi, aumentando il rischio di MA".


I risultati forniscono anche una possibile spiegazione alla mancanza di effetto dell'olio di pesce o della somministrazione di DHA sulla funzione cognitiva o sul MA, che è stata dimostrata in altri studi. Ciò è dovuto al difetto nel fegato che impedisce a questi acidi grassi di essere incorporati nei plasmalogeni che sono fondamentali per la funzione sinaptica nel cervello, che può influenzare la cognizione.


Molti dei geni associati al MA sono coinvolti nel trasporto o nel metabolismo dei lipidi, pertanto la ricerca in corso sta cercando di vedere come i cambiamenti nella produzione o nel trasporto dei lipidi influenzano la struttura e la funzione del cervello.


"I nostri risultati rinnovano la speranza per la creazione di nuovi approcci terapeutici e di prevenzione per il MA", ha affermato Kling. "Andando avanti, stiamo esaminando le connessioni tra plasmalogeni, altri lipidi e cognizione, oltre all'espressione genica nel fegato e nel cervello. Anche se siamo nelle prime fasi di scoprire come il fegato, i lipidi e la dieta sono correlati al MA e alla neurodegenerazione, il lavoro è promettente".

 

 

 


Fonte: University of Pennsylvania (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)