Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato composto che protegge dalle neurodegenerazioni ... per ora i nematodi

Dei ricercatori dell'Università di Liverpool hanno identificato un nuovo composto che protegge i vermi nematodi dalla neurodegenerazione. La scoperta potrebbe consentire in futuro di sviluppare nuovi trattamenti per le malattie neurodegenerative umane.


Con la prevista crescita dell'invecchiamento della popolazione globale, si prevede un grande aumento dei casi di malattie neurodegenerative associate all'età come il morbo di Alzheimer (MA), il morbo di Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Tuttavia, la maggior parte delle terapie attuali non decelerano o modificano la malattia e i trattamenti sperimentali hanno visto alti tassi di abbandono.


Il farmaco antiepilettico etosuccimide ha dimostrato di recente di proteggere dalla neurodegenerazione vari modelli di vermi nematodi e roditori. È quindi un candidato promettente da riproporre per il trattamento di molteplici malattie neurodegenerative. Tuttavia, perché abbia effetti protettivi nei modelli animali sono necessarie alte concentrazioni del farmaco, e questo può limitare il suo potenziale traslazionale (= usabile per gli umani) e impedire di identificare il suo meccanismo di azione molecolare.

 

100 volte più potente

I ricercatori, guidati dal professor Alan Morgan dell'Istituto di Medicina Traslazionale dell'università, miravano a sviluppare una versione più potente del farmaco per evitare questi impedimenti.


Con una collaborazione che ha coinvolto esperti di chimica (Prof. Paul O'Neill, Dr Neil Berry), risonanza magnetica nucleare (Dr Marie Phelan) e vermi nematodi (Dr Shi Quan Wong, Prof. Bob Burgoyne, Dr Jeff Barclay) dell'Università di Liverpool, il team ha identificato una nuova molecola neuroprotettiva chiamata MPS, chimicamente simile all'etosuccimide, ma molto più potente nel ridurre la neurodegenerazione in un verme modello di SLA.


Il prof. Morgan, ha dichiarato:

"La nostra ricerca ha rivelato una nuova attività neuroprotettiva del MPS, oltre 100 volte più potente dell'etosuccimide. Questa scoperta potrebbe avere un potenziale traslazionale per il trattamento della SLA e potenzialmente di altre malattie neurodegenerative".

 

 

 


Fonte: University of Liverpool via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Reference: Shi Quan Wong, Matthew G. Pontifex, Marie M. Phelan, Chandra Pidathala, Brian C. Kraemer, Jeff W. Barclay, Neil G. Berry, Paul M. O'Neill, Robert D. Burgoyne, Alan Morgan. α-Methyl-α-phenylsuccinimide ameliorates neurodegeneration in a C. elegans model of TDP-43 proteinopathy. Neurobiology of Disease, 2018; 118: 40 DOI: 10.1016/j.nbd.2018.06.013

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.