Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gran parte dei 'super agers' beve, fuma, è sovrappeso e non va mai in pensione, ma col gusto della vita resistono alla demenza

Gran parte dei 'super agers' beve, fuma, è sovrappeso e non va mai in pensione, ma il gusto della vita li fa resistere alla demenzaDavid Attenborough sta ancora lavorando a 91 anni (Foto Gavin Thurston)

La maggior parte dei 'super agers' (chi invecchia molto e bene) fuma, beve alcol, ingrassa, beve caffè, non va mai in pensione e ha persino i grovigli della demenza nel cervello, ma ha una funzione cerebrale migliore dei cinquantenni.


Gli scienziati sono sconcertati dal paradosso che è emerso dal famoso studio 90+, che analizza persone da 80 e 100 anni che sembrano resistenti al declino cognitivo. Con sorpresa, hanno scoperto che le persone in questo gruppo unico non hanno una sovraespressione del gene APOE 22, che si pensava fosse protettivo dalla demenza.


Ma condividono tutti una visione più positiva della vita rispetto ai loro coetanei, si preoccupano maggiormente delle relazioni strette, sono molto attivi e la dieta sembra avere poco a che fare con questo.


Nuove scansioni rivelano anche che questi 'super agers' nel cervello hanno una proporzione più elevata di un tipo raro di neuroni chiamati 'von Economo', un neurone "sociale" che tende a funzionare male nelle persone con autismo, schizofrenia e disturbo bipolare.


Alla presentazione di domenica scorsa delle nuove scoperte, Emily Rogalski, professoressa di neurologia cognitiva della Northwestern University di Chicago, ha detto che i fattori di stile di vita e i modi di vedere sono sempre più considerati come parte integrante del mantenimento delle funzioni cognitive.


"I risultati suggeriscono che i super agers hanno profili di personalità unici"
, ha detto all'American Association for the Advancement of Science ad Austin, in Texas. "Una capacità eccellente di memoria è biologicamente possibile in età avanzata e può essere mantenuta per anni anche quando c'è un carico neuropatologico significativo".


Dopo aver selezionato 10 super agers dal gruppo di 74, la squadra della dott.ssa Rogalski li ha seguiti per 24 mesi, dopo aver analizzato il loro cervello dopo la morte. Le scansioni hanno mostrato che i partecipanti non erano privi degli accumuli di proteina tau che causano la demenza, eppure non avevano nessuno dei suoi sintomi e conducevano una vita attiva inimmaginabile per la maggior parte degli over 90. La stragrande maggioranza (71%) fumava o aveva fumato in precedenza, e l'83% ha continuato a bere alcol regolarmente.


L'età media di pensionamento è di 68,5 anni, ma la dott.ssa Rogalski ha detto che il 18% dei 'super agers' non va mai in pensione, e il resto tende a riprendere un'altra carriera in seguito, o almeno è molto attivo nella comunità.


Non c'è una "pillola magica" in termini di dieta ("no, non mangiavano di più mirtilli e ad alcuni piacevano molto hamburger e patatine fritte"), ma tendono a dormire almeno otto ore a notte. Rispetto ai coetanei, erano anche molto più sociali, un altro segno che la solitudine è un killer silenzioso. "Ciò rafforza l'idea delle conseguenze negative della solitudine e delle conseguenze positive delle relazioni positive", ha affermato la dott.ssa Rogalski.


Non è ancora chiaro se la presenza di neuroni 'von Economo' sovraespressi nei 'super agers' è una forza trainante, o un sintomo. Questi neuroni si trovano solo nel cervello di grandi mammiferi e si ritiene che offrano connessioni ad alta velocità tra le diverse aree del cervello. Si sa che si sviluppano nelle ultime fasi della gravidanza e della prima infanzia e potrebbero essere dovuti alla fortuna.


Lo studio della dott.ssa Rogalski potrebbe dare una svolta nella ricerca sulla demenza. Al contrario di gran parte della ricerca sulla demenza eseguita fino ad oggi, NON si concentra sul tentativo di invertire la diffusione di amiloide e tau, proteine ​​deformate che formano grumi nel cervello delle persone con demenza.


La dott.ssa Claudia Kawas, professoressa di neurologia dell'Università della California di Irvine, ha affermato che i risultati sfidano ogni cosa che ha imparato in decenni di lavoro nel settore. "Penso quasi che dovremmo smettere di fare ricerca e iniziare a usare di più il nostro corpo e il nostro cervello", ha scherzato. "Queste persone sono stimolanti: bevono vino, bevono caffè, ingrassano, ma si allenano e usano il cervello. Forse questo può dirci qualcosa".

 

 

 


Fonte: Mia De Graaf in Dailymail.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)