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Fluttuazioni della pressione sanguigna legate alla demenza

(Reuters Health) - Uno studio giapponese suggerisce che le persone la cui pressione sanguigna varia notevolmente giorno per giorno possono avere maggiori probabilità di sviluppare la demenza rispetto agli adulti che hanno una pressione arteriosa abbastanza stabile.


I ricercatori hanno esaminato i dati di un mese di lettura giornaliera della pressione arteriosa di 1.674 anziani senza demenza. Nei successivi cinque anni, le persone con le variazioni più frequenti della pressione sanguigna hanno avuto una probabilità più che doppia di sviluppare la demenza, rispetto agli individui con scarsa o nessuna oscillazione.


"Questo studio ha dimostrato che una variazione quotidiana della pressione sanguigna (misurata a casa) è associata in modo significativo allo sviluppo della demenza di tutti i tipi, della demenza vascolare e dell'Alzheimer, indipendentemente dalla pressione media in casa", scrive l'autore Dr. Tomoyuki Ohara, della Facoltà di Scienze Mediche della Kyushu University di Fukuoka City.


Anche se lo studio non ha valutato il motivo per cui questo accade, è possibile che la variazione giornaliera della pressione sanguigna possa causare cambiamenti nella struttura e funzione del cervello che contribuiscono allo sviluppo della demenza, ha detto Ohara via email.


L'alta pressione sanguigna, o ipertensione, è un fattore di rischio noto per la demenza. Anche ricerche precedenti avevano mostrato un legame tra la disfunzione cognitiva e la demenza e le diverse letture di pressione sanguigna eseguite nello studio medico.


Il monitoraggio domestico potrebbe dare un'istantanea più affidabile della pressione sanguigna rispetto agli esami ambulatoriali, perché lo stress o l'ansia di questi esami a volte spinge i pazienti ad avere una pressione sanguigna più alta di quanto avviene a casa, il cosiddetto effetto da "camice bianco".


I partecipanti allo studio presente avevano mediamente 71 anni. Si sono misurati la pressione tre volte ogni mattina per un mese, prima di fare la prima colazione o di prendere i farmaci. Circa il 43 per cento di loro prendeva farmaci per gestire l'ipertensione.


I ricercatori hanno esaminato i dati relativi alle letture della pressione sanguigna prese durante quel mese, hanno condotto test cognitivi per scoprire lo sviluppo della demenza e hanno esaminato i documenti medici per il verificarsi di ictus.


Cinque anni dopo, 134 partecipanti avevano sviluppato l'Alzheimer e 47 avevano sviluppato la demenza vascolare, che deriva da un ridotto flusso di sangue al cervello ed è spesso correlata a dei piccoli ictus.


Sulla rivista Circulation i ricercatori riferiscono che le persone con più variazioni nelle letture giornaliere della pressione all'inizio dello studio hanno avuto una probabilità più che doppia di sviluppare l'Alzheimer e quasi tripla di demenza vascolare.


Tra i partecipanti con la maggiore variabilità della pressione, è stata in particolare la pressione sistolica più alta (il numero maggiore in una lettura della pressione) ad aumentare il rischio di demenza vascolare, ma apparentemente non di Alzheimer. La pressione sistolica è la pressione esercitata dal sangue contro le pareti dell'arteria quando il cuore batte.


Gli autori segnalano che una limitazione dello studio è che mancavano i dati sui cambiamenti della pressione dopo il periodo iniziale di monitoraggio domestico e le informazioni sui cambiamenti dello stile di vita o dei farmaci che le persone avrebbero potuto usare per controllare la pressione durante il periodo di follow-up di cinque anni.


È anche possibile che le fluttuazioni della pressione possano essere un sintomo del declino cognitivo in atto piuttosto che un fattore di rischio per lo sviluppo di demenza futura, scrive in un editoriale di accompagnamento il dott. Costantino Iadecola, direttore del Feil Family Brain and Mind Research Institute della Weill Cornell University di New York.


Iadecola ha osservato che attualmente i medici non sanno come ridurre la variabilità della pressione sanguigna:

"La domanda chiave a cui rispondere è se gli interventi per controllare la variazione della pressione, una volta disponibili, potranno ridurre il rischio di demenza. Nel frattempo, il messaggio dello studio è che la salute del sistema cardiovascolare è di fondamentale importanza per la salute del cervello.

"Anche se specifiche misure per la variazione della pressione possono non essere disponibili in questo momento, mantenere la salute cardiovascolare generale attraverso i cambiamenti nello stile di vita (dieta, esercizio, ecc.) e controllare i fattori di rischio (diabete, ipertensione, fumo, obesità, ecc.) rimangono gli approcci più sensibili per evitare la demenza".

 

 

 


Fonte: Lisa Rapaport in Reuters Health (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Emi Oishi, Tomoyuki Ohara, Satoko Sakata, Masayo Fukuhara, Jun Hata, Daigo Yoshida, Mao Shibata, Toshio Ohtsubo, Takanari Kitazono, Yutaka Kiyohara and Toshiharu Ninomiya. >Day-to-Day Blood Pressure Variability and Risk of Dementia in a General Japanese Elderly Population. The Hisayama Study. Circulation. 2017; 136:516-525, originally published August 7, 2017 DOI 10.1161/CIRCULATIONAHA.116.025667

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