Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificati geni associati a resilienza alle patologie cerebrali

Identificati geni associati a resilienza dalle patologie cerebraliLe patologie (danni) del cervello causate agli anziani da ictus, Alzheimer e altre condizioni neurologiche, spiegano solo parzialmente la perdita di memoria, la riduzione della capacità di ragionamento e le altre disfunzioni cognitive che derivano da queste condizioni. E sappiamo poco del motivo per cui gli effetti delle patologie cerebrali variano tra una persona e l'altra.


Ora dei ricercatori hanno scoperto due geni (UNC5C e ENC1), che sono associati a individui con memoria e funzionamento del cervello migliori rispetto a quanto sarebbe logico aspettarsi data la quantità di patologia accumulata nel loro cervello. Hanno riferito le loro scoperte in un articolo pubblicato ieri sulla rivista PLOS Medicine.


"La maggior parte della perdita cognitiva che sperimentiamo in età avanzata rimane inspiegabile. Alcuni individui sono molto resistenti alle patologie del cervello invecchiato, mentre altri possono essere particolarmente vulnerabili", afferma il ricercatore senior David Bennett MD, che dirige l'Alzheimer’s Disease Center della Rush University.


Queste patologie potenzialmente dannose includono

  • l'accumulo di proteine nocive chiamate 'placche amiloidi' e 'grovigli neurofibrillari' nell'Alzheimer;
  • i depositi proteici chiamati Corpi di Lewy che accompagnano il Parkinson e la demenza a Corpi di Lewy;
  • e la morte di enormi quantità di cellule cerebrali causate dall'ictus.

"Identificare i geni che contribuiscono alla resistenza a queste e ad altre patologie del cervello potrebbe fornire ai ricercatori nuovi obiettivi per sviluppare farmaci che rafforzano il cervello degli adulti che invecchiano e aumentare la loro resistenza all'Alzheimer e ad altre condizioni neurologiche", dice Bennett.

 

Tessuto cerebrale di 979 donatori analizzato geneticamente 

I ricercatori hanno pescato in una vasta serie di dati, comprese le analisi genetiche di due studi a lungo termine sull'invecchiamento di base alla Rush University, che hanno dei partecipanti che, dopo la morte, donano il loro cervello alla ricerca.


Questi partecipanti erano stati testati annualmente per misurare la loro funzione cognitiva, permettendo di confrontare il calo della funzione cognitiva con lo sviluppo di qualsiasi patologia riscontrata quando il loro cervello ha subito l'autopsia.


Con queste informazioni di 979 partecipanti, i ricercatori hanno valutato quanto la capacità di pensare di ciascuno ha resistito allo sviluppo della perdita di memoria nonostante l'accumulo di patologia cerebrale; in altre parole, quanto erano resilienti alla patologia. Poi hanno condotto un'analisi complessa e multipla "per identificare i segmenti del genoma umano (cioè i geni) che ci aiutano a mantenere la funzione cognitiva di fronte all'avanzamento dell'età e della malattia", spiega l'autore senior Philip De Jager MD, Professore di neurologia della Columbia University.


L'approccio innovativo ha combinato l'analisi del genoma umano (l'insieme completo di geni di una persona) con la valutazione dell'epigenoma (i cambiamenti del DNA che aiutano a determinare quali geni possono essere 'letti' per produrre la relativa proteina). L'epigenoma riflette in parte il modo in cui il nostro cervello risponde alle esperienze di vita e all'esposizione ai fattori ambientali.


L'analisi ha verificato che UNC5C e ENC1 sono associati alla resilienza cognitiva. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che anche il TMEM106B (un gene la cui presenza è stata in precedenza associata alla protezione dalla degenerazione lobare frontotemporale da età) può avere un ruolo nella resilienza del cervello.


"Questi geni dovrebbero essere studiati ulteriormente per capire meglio i meccanismi molecolari pertinenti alla resilienza cognitiva, che potrebbero farci sviluppare strumenti prognostici e terapeutici per prevenire la demenza", scrivono i ricercatori nella sintesi della ricerca.

 

 

 


Fonte: Rush University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Charles C. White, Hyun-Sik Yang, Lei Yu, Lori B. Chibnik, Robert J. Dawe, Jingyun Yang, Hans-Ulrich Klein, Daniel Felsky, Alfredo Ramos-Miguel, Konstantinos Arfanakis, William G. Honer, Reisa A. Sperling, Julie A. Schneider, David A. Bennett, Philip L. De Jager. Identification of genes associated with dissociation of cognitive performance and neuropathological burden: Multistep analysis of genetic, epigenetic, and transcriptional data. PLOS Medicine, 2017; 14 (4): e1002287 DOI: 10.1371/journal.pmed.1002287

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.