Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer sta lentamente svelando i suoi segreti, e i 'geni di rischio' sono solo un pezzo del puzzle

L'Alzheimer sta lentamente svelando i suoi segreti, e i 'geni di rischio' sono solo un pezzo del puzzleNeuroni con placche di amiloide-beta (Fonte: Juan Gaertner/Shutterstock.com)

Anche se le cause dell'Alzheimer rimangono un mistero, la ricerca genetica sta ora fornendo indizi su come si sviluppa la malattia. Sappiamo che delle mutazioni genetiche rare possono causare l'Alzheimer ad esordio precoce, ma nella forma più comune ad insorgenza tardiva sono coinvolti sia fattori genetici che ambientali.


Raccogliendo informazioni sul patrimonio genetico di migliaia di persone, gli scienziati nel nostro gruppo e di altri, hanno identificato quasi 30 varianti del gene che sono più comuni nella malattia. La funzione nel cervello di molti di questi "geni di rischio" non è nota, ma sembrano raggrupparsi per funzione biologica, dandoci una maggiore comprensione dei meccanismi coinvolti nell'Alzheimer.


Una delle funzioni biologiche implicate da queste scoperte genetiche nella malattia è il trasporto di materiale nella cellula, noto come endocitosi. Questo avviene quando il materiale non può attraversare passivamente la membrana cellulare e la cellula si protrae verso l'interno per catturare il carico in un piccolo sacco pieno di liquido.


Il nostro gruppo di ricerca sta studiando cosa fanno questi geni endocitici nel cervello. Con l'uso di cellule coltivate in un piatto, possiamo manipolare le proteine ​​che essi esprimono e misurare le variazioni nell'assorbimento di materiale da parte della cellula. Questo ci aiuta a capire che cosa accade quando questi geni sono alterati nell'Alzheimer.


L'endocitosi è una funzione delle cellule universalmente importante: tutte le cellule hanno bisogno di mangiare e bere. E' anche responsabile di molti altri compiti vitali, compresa la comunicazione, il trasporto e l'eliminazione di prodotti di scarto, come l'amiloide-beta. Questa è una proteina prodotta nel cervello sano che viene di norma scomposta ed eliminata. Nell'Alzheimer, tuttavia, si ritiene che uno squilibrio della produzione di amiloide-beta, e nella sua rimozione dal cervello, provochi il suo accumulo, con la formazione di grumi appiccicosi (placche), che sono tossici per i neuroni.

 

Lavori di pulizia del cervello

Rastrellare l'amiloide-beta è una delle funzioni delle microglia, le cellule immunitarie del cervello che reagiscono per prime quando un intruso entra nel cervello. Usano le loro capacità endocitiche per inghiottire e distruggere il materiale di scarto e gli agenti infettivi. Nell'Alzheimer, questa funzione è fondamentale, visto che consumano l'amiloide-beta, scomponendola attraverso il loro sistema interno di smaltimento dei rifiuti.


L'amiloide-beta può essere rimossa anche attraverso i 650 km di vasi sanguigni di tutto il cervello umano. Le cellule endoteliali che rivestono i vasi formano una barriera ermetica tra il sangue e il cervello. Questa ferma gli agenti tossici, ma permette alle sostanze nutritive di entrare e ai prodotti di scarto di uscire.


L'amiloide-beta viene rimossa dal cervello con una forma speciale di endocitosi che coinvolge il suo legame ad un recettore sulla superficie delle cellule endoteliali, come una serratura con la sua chiave. Questo innesca la sua internalizzazione ed è trasportata attraverso la cellula e depositata nel sangue, impedendone l'accumulo nel cervello.

 

Come arriva lì l'amiloide-beta all'inizio?

La funzione precisa dell'amiloide-beta non è ancora chiara, ma è probabile che abbia un ruolo nella normale fisiologia del cervello, e che diventi un problema solo quando è presente in eccesso. È prodotta dalla scissione della «proteina precursore dell'amiloide» (APP), presente sulla superficie delle cellule del cervello.


L'APP può essere scissa in due modi diversi, uno solo dei quali produce amiloide-beta. L'enzima responsabile di questo percorso risiede all'interno della cellula, quindi l'APP deve subire l'endocitosi per essere rotta in frammenti di amiloide-beta.


Parte della nostra ricerca riguarda la misurazione della quantità di amiloide-beta e di altri frammenti prodotti dalle cellule in seguito alla scissione dell'APP. Confrontandoli tra le cellule sane e quelle in cui i geni di rischio di Alzheimer sono stati manipolati, potremo capire il coinvolgimento di questi geni nella produzione di amiloide-beta. Qui, ancora una volta, l'endocitosi appare un giocatore fondamentale per il potenziale sviluppo di Alzheimer.


Quanto sopra descrive solo tre esempi dell'importanza dell'endocitosi per la salute del cervello e come un guasto in uno di questi meccanismi potrebbe essere un fattore che contribuisce allo sviluppo di Alzheimer. In realtà gli studi genetici hanno implicato molti altri processi biologici ed è improbabile che questi siano mutuamente esclusivi.


Se aggiungiamo i fattori dello stile di vita e di rischio ambientale, l'Alzheimer è molto complesso. Tuttavia, attraverso la comprensione dei vari meccanismi coinvolti, possiamo cominciare a identificare dei bersagli potenziali per il trattamento. Proprio come facciamo in un puzzle, stiamo usando le informazioni genetiche come pezzi angolari per costruire un quadro più chiaro della malattia nel suo complesso.

 

 

 


Fonte: Anna Burt PhD, ricercatrice della Cardiff University

Pubblicato in The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)