Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Realizzato test del sangue per rilevare l'Alzheimer anche 15 anni prima della comparsa

Visto che oggi l'Alzheimer viene diagnosticato troppo tardi, dei ricercatori della Ruhr-Universität Bochum (RUB), in collaborazione col Centro Tedesco Malattie Neurodegenerative (DZNE) di Göttingen, hanno messo a punto un test del sangue che, potenzialmente, può facilitare l'individuazione precoce dell'Alzheimer.

Esso è costituito da un'analisi immuno-chimica che usa un sensore a infrarossi; la superficie del sensore è rivestita di anticorpi altamente specifici che estraggono i biomarcatori dell'Alzheimer dal sangue, o dal liquido cerebrospinale preso nella parte bassa della schiena (liquor lombare).

Il sensore a infrarossi controlla l'eventuale presenza di alterazioni patologiche nei biomarcatori, che possono esserci più di 15 anni prima della comparsa dei sintomi clinici.

Questo metodo è diventato la storia di copertina della rivista accademica Biophotonics, e i risultati dello studio sono stati pubblicati anche su Analytical Chemistry.


Nella maggior parte dei casi, la diagnosi è fatta troppo tardi

Un problema importante nella diagnosi dell'Alzheimer è il fatto che al momento della comparsa dei primi sintomi clinici sono già avvenuti danni enormi e irreversibili nel cervello. A quel punto, il trattamento sintomatico è l'unica opzione disponibile.

"Prima ancora di trovare un farmaco in grado di inibire in modo significativo la progressione della malattia, dobbiamo avere esami del sangue che rilevano l'Alzheimer nelle fasi di pre-demenza", spiega il Prof. Dr. Klaus Gerwert, capo del Dipartimento di Biofisica della RUB.

"Somministrando tali farmaci nella fase iniziale, siamo riusciti a prevenire la demenza, o per lo meno a ritardarne l'esordio", aggiunge il Prof. Dr. med. Jens Wiltfang, Capo del Dipartimento di Psichiatria e Psicoterapia dell'Università di Göttingen e Ccoordinatore clinico di ricerca al DZNE di Göttingen.


Alzheimer e misfolding del peptide amiloide-beta

Per il nuovo test, è la struttura secondaria dei cosiddetti peptidi di amiloide-beta a diventare un biomarcatore. Tale struttura cambia nei pazienti di Alzheimer. Nella struttura patologica misfolded [mal ripiegata], possono accumularsi sempre più peptidi amiloidi-beta, formando gradualmente depositi di placca visibile nel cervello che sono tipici dell'Alzheimer.

Questo accade più di 15 anni prima della comparsa dei primi sintomi clinici. Le placche patologiche di amiloide-beta possono essere rilevate temporaneamente mediante tomografia a emissione di positroni (PET Amiloide); ma questa procedura è relativamente costosa ed espone a radiazioni.


Brevettato metodo diagnostico per la diagnosi di Alzheimer

Insieme a Prof. Dr. med. Jens Wiltfang di Göttingen, il team guidato dal Prof. Dr. Klaus Gerwert ha sviluppato un sensore a infrarossi per rilevare il misfolding dei peptidi di amiloide-beta, nell'ambito dei progetti del dottorato di ricerca di Andreas Nabers e Jonas Schartner.

Il sensore a infrarossi estrae il peptide amiloide-beta dai fluidi corporei. Il metodo è in attesa di brevetto. Dopo aver inizialmente lavorato con il liquido cerebrospinale, i ricercatori hanno ampliato il metodo verso l'analisi del sangue. "Noi non selezioniamo solo un unico arrangiamento possibile di ripiegamento del peptide; al contrario rileviamo il modo in cui sono distribuite tutte le strutture secondarie esistenti dell'amiloide-beta, nella forme sane e in quelle patologiche", dice Gerwert.

Una diagnosi precisa non è possibile fino a quando non viene valutata la distribuzione di tutte le strutture secondarie. I test che analizzano il peptide amiloide-beta sono già disponibili con i cosiddetti «saggi immuno-assorbenti legati ad un enzima» (Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assays - ELISA). Essi identificano la concentrazione totale e percentuale di forme di diversa lunghezza, nonché la concentrazione delle singole conformazioni nei fluidi corporei; ma, almeno finora, non hanno fornito al contempo informazioni sulla distribuzione, diagnosticamente rilevante, delle strutture secondarie. "Questo è il motivo per cui i test ELISA non si sono dimostrati molto efficaci quando applicati alle analisi campione del sangue in pratica", spiega Klaus Gerwert.


Primi studi clinici completati

Con i metodi ora sviluppati a Bochum e Gottinga, i ricercatori hanno analizzato i campioni di 141 pazienti. Essi hanno raggiunto una precisione diagnostica dell'84 per cento nel sangue e del 90 per cento nel liquido cerebrospinale, rispetto al 'gold standard' clinico. Il test ha rivelato un aumento di biomarcatori mal ripiegati come spostamento spettrale della banda di amiloide-beta al di sotto della soglia, diagnosticando così l'Alzheimer. Del risultato della sua tesi, Andreas Nabers dice: "La cosa singolare è che questo è l'unico test label-free robusto con un'unica soglia". 


Un sensore potenziale per la diagnosi precoce

Nell'ambito dello studio pubblicato, i ricercatori hanno testato il potenziale per la diagnosi precoce dell'Alzheimer in un piccolo gruppo di pazienti. I risultati suggeriscono che, anche nelle fasi di pre-demenza, può essere rilevato nei fluidi corporei un aumento della concentrazione di peptidi di amiloide-beta misfolded. Quindi l'Alzheimer in futuro potrà essere diagnosticato nelle fasi precliniche.

"Prima si rileva l'Alzheimer, più sono le probabilità di terapia. Questo sensore è una tappa importante nella giusta direzione", aggiunge il Prof. Dr. Jens Wiltfang. Attualmente, i ricercatori stanno eseguendo l'analisi dei campioni per la diagnosi precoce di 800 partecipanti allo studio, al fine di ottimizzare la significatività statistica.


Finanziamento del progetto

I fondi per il progetto sono stati forniti dalla PURE (Protein Research Unit Ruhr within Europe), il portavoce della quale è il Prof. Dr. Klaus Gerwert.

 

 

 


Fonte: Ruhr-University Bochum (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Andreas Nabers, Julian Ollesch, Jonas Schartner, Carsten Kötting, Just Genius, Ute Haußmann, Hans Klafki, Jens Wiltfang, Klaus Gerwert. An infrared sensor analysing label-free the secondary structure of the Abeta peptide in presence of complex fluids. Journal of Biophotonics, 2016; 9 (3): 224 DOI: 10.1002/jbio.201400145
  2. A. Nabers, J. Ollesch, J. Schartner, C. Kötting, J. Genius, H. Hafermann, H. Klafki, K. Gerwert, and J. Wiltfang (2016): The Amyloid-beta seconday structure distribution in CSF and blood measured by an immuno-IR-sensor: a novel biomarker candidate for Alzheimer’s disease, Analytical Chemistry, Doi: 10.1021/acs.analchem.5b04286.


Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.