Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'incidenza della demenza sembra scendere ... forse, ma gli scienziati non sanno perchè

Nonostante la preoccupazione di un'esplosione nei prossimi decenni dei casi di demenza nella popolazione che invecchia, un nuovo studio basato sui dati del Framingham Heart Study (FHS) suggerisce che il tasso di nuovi casi di demenza in realtà potrebbe essere in calo.


Questi risultati, pubblicati sul New England Journal of Medicine, forniscono la speranza che alcuni casi di demenza potrebbero essere prevenibili o ritardati e incoraggiare le agenzie di finanziamento e la comunità scientifica ad esplorare ulteriormente i fattori demografici, di stile di vita e ambientali che sono alla base di questa tendenza positiva.


"Attualmente non ci sono trattamenti efficaci per prevenire o curare la demenza; tuttavia, il nostro studio offre la speranza che alcuni dei casi di demenza potrebbero essere prevenibili, o almeno ritardati, attraverso la prevenzione primaria (impedire al processo di malattia di iniziare) o secondaria (impedire che diventi demenza clinicamente evidente)", ha spiegato l'autrice corrispondente Sudha Seshadri MD, professore di neurologia alla Boston University e ricercatrice senior del FHS. "Una prevenzione efficace potrebbe diminuire in qualche misura l'esplosione prevista del numero di persone affette dalla malattia nei prossimi decenni".

[...]


I partecipanti al FHS sono monitorati di continuo per l'insorgenza del declino cognitivo e della demenza dal 1975. Grazie ad una rigorosa raccolta di informazioni, i ricercatori FHS sono riusciti a diagnosticare l'Alzheimer e le altre demenze attraverso una serie coerente di criteri nel corso degli ultimi tre decenni. Queste fonti di informazioni comprendono esami FHS, cartelle cliniche esterne, interviste con i familiari, e l'esame dei partecipanti sospettati di avere un problema neurologico da neurologi e neuropsicologi.


I ricercatori hanno esaminato il tasso di demenza in ogni età e hanno tentato di spiegare il motivo del rischio decrescente di demenza in un periodo di quasi 40 anni prendendo in considerazione i fattori di rischio come l'istruzione, il fumo, la pressione sanguigna e altre condizioni mediche, tra cui il diabete, la pressione alta o il colesterolo alto.


Guardando quattro periodi distinti (fine anni '70, '80, '90 e 2000), i ricercatori hanno scoperto che c'è un progressivo declino dell'incidenza della demenza ad una certa età, con una riduzione media del 20 per cento per ogni dieci anni dal 1970, quando è iniziata la raccolta dei dati. Il calo è più pronunciato per un sottotipo di demenza causata da malattie vascolari, come l'ictus. C'è anche un impatto decrescente delle malattie di cuore, il che suggerisce l'importanza del trattamento efficace dell'ictus e della prevenzione delle malattie cardiache. È interessante notare che il declino dell'incidenza della demenza riguarda solo le persone con istruzione superiore e universitaria.


Il FHS ha dimostrato di essere sempre una fonte affidabile di dati. Tuttavia gli autori ammettono che il campione di popolazione è prevalentemente di origine europea e che sono necessari ulteriori studi per estendere i risultati ad altre popolazioni. Inoltre, gli autori non hanno nemmeno esaminato gli effetti di altre variabili chiave come i cambiamenti della dieta e dell'esercizio fisico.


Nonostante questi limiti, "è molto probabile che la prevenzione primaria e secondaria e una migliore gestione delle malattie cardiovascolari e ictus, e loro fattori di rischio, potrebbero offrire nuove opportunità per rallentare il carico attualmente previsto di demenza per i prossimi anni", aggiunge Carole Dufouil, direttrice della ricerca dell'Inserm di Bordeaux in Francia.


Tuttavia, gli autori avvertono che questo non significa che il numero totale di persone affette da demenza diminuirà così presto. Dal momento che i baby boomer stanno invecchiando e le persone vivono più a lungo, l'onere della demenza continuerà a crescere.

 

 

 


Fonte: Boston University Medical Center (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Claudia L. Satizabal, Alexa S. Beiser, Vincent Chouraki, Geneviève Chêne, Carole Dufouil and Sudha Seshadri. Incidence of Dementia over Three Decades in the Framingham Heart Study. NEJM, February 2016 DOI: 10.1056/NEJMoa1504327

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)