Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta proteina naturale che ripristina la memoria

La caccia a una sostanza che può migliorare la memoria ha preso una piega promettente Mercoledì, quando ricercatori hanno detto di aver trovato un metodo che sembra ridurre la perdita di memoria nei ratti.

Un nuovo metodo sembra migliorare la memoria nei ratti, secondo uno studio pubblicato su Nature il 26 gennaio. Per la prima volta, gli scienziati mostrano che una molecola naturale che si trova nel cervello sta aiutando i topi a migliorare alcuni tipi di memorie.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, gli scienziati di Mount Sinai School of Medicine di New York hanno dimostrato per la prima volta che una molecola presente naturalmente nel cervello umano durante la formazione della memoria sembra aiutare i ratti ad aumentare la resistenza e la durata di alcune tipologie di ricordi. I ricercatori hanno detto che quando la sostanza, nota come l'IGF-II, una molecola simile a una proteina importante per la crescita cellulare lo sviluppo, nonché per la riparazione dei tessuti, è stata bloccata dal cervello, i topi non ricordavano ciò che avevano imparato.

I risultati sono notevoli, in parte perché mostrano il miglioramento in un'area di memoria detta memoria dichiarativa, la capacità di ricordare luoghi, fatti e cose. La memoria dichiarativa è interessata nell'Alzheimer e altre forme di demenza, e i ricercatori hanno a lungo cercato il modo di migliorala o preservarla.

E' troppo presto per dire se l'IGF-II sarà utile negli esseri umani, ma questa sostanza è più promettente delle molecole che sono stati studiate fino ad ora, secondo Elizabeth Phelps, neuroscienziato cognitivo della New York University che studia l'apprendimento umano e la memoria. Dr. Phelps, che non è stata coinvolta nello studio, ha definito la ricerca riportata su Nature "rigorosa" e accuratamente condotta.

Un vantaggio dell'IGF-II è che può attraversare la barriera emato-encefalica, quindi potrebbe potenzialmente essere somministrato attraverso il flusso sanguigno o in forma di vapore attraverso il naso, piuttosto che iniettata direttamente nel cervello. E poiché esiste già nel corpo, è improbabile che sia tossico. Tuttavia, i ricercatori cercheranno gli effetti indesiderati su altre cellule del corpo, ha detto Cristina Alberini, professore di neuroscienze al Mount Sinai e autrice principale dello studio.

Determinate proteine e molecole sono necessarie per costruire e rafforzare le connessioni tra le cellule nervose del cervello per formare nuove memorie a lungo termine, e l'IGF-II sembra essere una di quelle molecole. Ma sono necessarie ulteriori ricerche, secondo la d.ssa Alberini. "Più ne sappiamo, più andremo a scoprire quali sono i passi che rafforzano la memoria" ha detto. "Poi troveremo idee per altri obiettivi [molecolari]."

Nello studio, i ratti sono stati posti in una gabbia a due compartimenti dove ricevevano una scossa lieve al piede in una delle due parti. Hanno imparato rapidamente a evitare quella zona. Alcuni ratti hanno poi ricevuto una iniezione di IGF-II, in una parte del cervello chiamata ippocampo. Anche settimane più tardi, i ratti che avevano ricevuto l'IGF-II hanno mostrato di saper evitare perfettamente il punto della scossa rispetto ai ratti di controllo che avevano ricevuto l'iniezione di un altro fattore di crescita o soluzione salina.

L'effetto è stato visto solo in certe parti del cervello. L'IGF-II non sembra migliorare la memoria nell'amigdala, che si occupa di più dei ricordi di reazioni emotive come la paura.

Il passo successivo è quello di somministrare l'IGF-II su tutto il corpo per vedere se è in grado di produrre gli stessi effetti di stimolazione della memoria rispetto all'iniezione diretta in regioni del cervello, ha detto la d.ssa Alberini.

 


 

Riportato da Wall Street Journal il 27 gennaio 2011

Notizie da non perdere

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.